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Pet-Tac Calabrese: la Poli Bortone interroga governo

La senatrice di Io Sud presenta un'interrogazione al ministro Fazio sul caso della Pet Tac, approfondendo l'iter burocratico che ha fatto scaturire il caso ormai dibattuto da diverse settimane

ROMA - La Pet Tac mancante al centro di un'interrogazione al Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, firmata dalla senatrice leccese, Adriana Poli Bortone, Presidente nazionale Io Sud. L'ex sindaco di Lecce sebbene ricordi come con proprio regolamento del 2009, la Regione Puglia abbia riconosciuto la centralità delle prestazioni di Pet-Tac nella diagnosi precoce di malattie gravissime (oncologiche e cardiache), promuovendo la diffusione sul territorio delle strutture in grado di erogare tali prestazioni (almeno una ogni 750mila abitanti), evidenzia che di fatto sia ostacolata l'attività dell'unico soggetto, presente sul territorio salentino, attualmente accreditato.

Il 31 gennaio 2008 la Regione Puglia ha comunicato al centro Calabrese, sito a Cavallino (Lecce), il codice di accreditamento del Sistema informativo sanitario regionale attribuito alla struttura per la branca di medicina nucleare (al cui interno rientrano le prestazioni di Pet-Tac); il 9 settembre 2009 la Regione (attraverso l'atto del Commissario ad acta) ha rilasciato al centro Calabrese una "verifica positiva" di compatibilità, presupposto dell'intero procedimento autorizzativo, poiché si attestava la necessità di coprire il fabbisogno del territorio salentino, attraverso l'installazione e l'esercizio di una macchina Pet-Tac.

La Asl Lecce ha successivamente rilasciato il proprio nulla osta alla definitiva realizzazione della struttura certificando, con ciò, la sussistenza di tutti i requisiti ulteriori necessari per mantenere l'accreditamento; il 9 luglio 2010 il Comune di Cavallino (che istituiva la pratica in virtù della legge regionale 8 del 2004) rilasciava al centro Calabrese l'autorizzazione all'esercizio della struttura; alcuni giorni dopo il centro veniva inaugurato regolarmente alla presenza del Direttore generale della Asl Lecce; quest'ultimo, con nota del 28 luglio 2010, chiedeva alla Regione Puglia di sapere la tariffa da riconoscere al centro Calabrese.

Il 4 novembre 2010 la Regione comunicava al Direttore generale della Asl Lecce la tariffa applicabile alla singola prestazione di Pet-Tac (pari a 1.071,76 euro), ponendo così le basi per una corretta "contrattualizzazione" della struttura rispetto alle prestazioni già erogate (da rimborsare a carico del Servizio sanitario regionale) e a quelle da erogare per il futuro; con atto datato 8 novembre 2010, a giudizio della Poli sorprendentemente, il Direttore generale inviava alla struttura Calabrese una bozza di contratto che non prevedeva le prestazioni di Pet-Tac: "È evidente - sottolinea la Poli - che la struttura è accreditata non per la singola macchina ma per branca (e dunque anche per la Pet-Tac)".

La Asl Lecce ha giustificato il suo operato nei riguardi della struttura salentina con la mancanza di fondi; nell'anno 2009 avrebbe speso, infatti, oltre 2 milioni di euro per prestazioni di Pet-Tac che, in larga parte, sono state effettuate da cittadini salentini in altre regioni italiane. Pertanto la Poli Bortone chiede al Ministro di sapere se non intenda verificare i motivi di tale comportamento da parte della Regione Puglia e della Asl Lecce, insieme ai costi sopportati dall'ente pugliese perché, anche in funzione del federalismo fiscale, "provveda ad evitare che notevoli risorse finanziarie vadano fuori dal territorio pugliese, pur in presenza di strutture accreditate che potrebbero evitare i riflessi negativi della mobilità passiva non solo sul bilancio regionale, ma anche sul bilancio familiare di quei cittadini che, di fatto, sono obbligati a spostarsi".

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