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Sabato, 20 Aprile 2024
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Photored, 118 nei container dell'ostello e Salapia: triplo affondo del Pd

Marra, Foresio e Rotundo attaccano il Comune. Paradossale sembra soprattutto la collocazione dei servizi sanitari per la marina

LECCE – Dal photored sulla via per il mare, passando dalla sistemazione minimal dei servizi sanitari, e finendo sulla spiaggia, dove giace il rudere del fu Salapia. 

Il Pd lancia il triplo affondo. Lo scenario, quello di San Cataldo e dintorni, marina di Lecce, dove recenti decisioni muovono a discussione e polemica. A partire dall’installazione del nuovo photored all’altezza dello svincolo per San Ligorio. Un incrocio famigerato, a volte teatro di incidenti anche molto gravi e in cui troppo spesso si passa con il rosso con estrema nonchalance. Oggettivamente, un punto critico per la circolazione in quella che sembra essere terra di nessuno a due passi da Lecce.

Secondo Fabrizio Marra, segretario del circolo cittadino dei democratici, però, dietro all’esigenza di garantire più sicurezza stradale, si nasconderebbe l’ennesimo tentativo del Comune di battere cassa. “Quest’amministrazione ha fatto delle contravvenzioni un vero e proprio business – rileva -, tant’è vero che nel bilancio di previsione 2016 la posta d’introito determinata è pari addirittura a 10 milioni di euro”.

Per Marra, dunque, “non bisogna adottare semplicemente una logica repressiva, evitando di tartassare automobilisti e quindi in gran parte le famiglie leccesi di balzelli costosi, che hanno l’unico scopo di rimpinguare le esanimi casse comunali”. “Sarebbe molto più utile – sostiene -, anche al fine di deterrenza alle infrazioni e quindi a comportamenti pericolosi, una maggiore presenza di agenti sulle arterie più critiche del territorio urbano di Lecce, per scoraggiare condotte che possano minare o abbassare il livello della sicurezza stradale”.

Marra chiede quindi un’inversione di tendenza, “poiché il cittadino che vede nel suo Comune un amico e non un avversario, sarà sempre maggiormente predisposto ad adottare atteggiamenti civici e collaborativi”.

Il capogruppo a Palazzo Carafa del Pd, Paolo Foresio, punta invece il dito sui servizi estivi di 118 e guardia medica. “Sono stati trasferiti in container prefabbricati all’interno dell’Ostello del Sole”. “Una situazione precaria, disagevole, assurda e scandalosa sia per gli operatori, sia per gli utenti”, sostiene. 

Foresio parte da lontano, accusando il Comune di aver “svenduto”, l’immobile della Lega Navale, che ospitava fino a qualche anno addietro i servizi sanitari, individuando per questa stagione estiva come luogo alternativo proprio l’ostello nei pressi del lungomare. “Una struttura turistica che accoglie famiglie e ragazzi in vacanza”, ricorda. “Ai servizi sono stati destinati due container che, a quanto pare, sono stati ‘regalati’ all’amministrazione comunale”. “Un gran risparmio, si potrebbe pensare, se non fosse che in una condizione simile un servizio così delicato e importante non ci può stare”.

IMG_2770-2Per Foresio, una situazione paradossale, con “medici e infermieri costretti a usare il bagno degli ospiti della struttura, praticamente dei turisti, pazienti in attesa del loro turno fuori, sotto al sole cocente, senza nemmeno una sedia dove sedersi, privacy praticamente inesistente”. E non solo. “Gli operatori del 118 sono alloggiati in un altro container, sprovvisto di servizi igienici e al di sotto di qualunque standard minimo valido per un paese più o meno normale”, accusa. E allora: “Mi piacerebbe sapere chi ha proposto questa ‘brillante’ soluzione, che comporta non solo disagi per tutti, operatori e utenti, ma anche un notevole danno d’immagine per chi andrà a stare in una struttura turistica a due passi dal mare e vedrà due container posizionati all’ingresso, l’ambulanza del 118 e un via vai di persone che possono essere incorse in incidenti e avere bisogno di un medico”.

Infine, il consigliere comunale Antonio Rotundo, riporta in auge un suo vecchio cavallo di battaglia, il Lido Salapia, la cui storia è ormai arcinota. Il 3 gennaio del 2014 la Regione Puglia ha notificato al Comune di Lecce il provvedimento dirigenziale con il quale ha comunicato la decadenza della concessione, il Tar di Lecce, il 29 aprile dello stesso anno ha respinto il ricorso, confermando il provvedimento di decadenza, e la parola fine è stata messa dal Consiglio di Stato, che ha respinto anche l’istanza cautelare.

“Nel frattempo – ricorda Rotundo - la struttura balneare è diventata una vera e propria discarica a cielo aperto con tutto il suo carico di rifiuti inerti e non, che nel tempo si sono ammassati sul bagnasciuga, fuori e dentro il recinto dello stabilimento”. “Lo spettacolo che si presenta agli occhi dei cittadini, alla vigilia dell’imminente stagione estiva – aggiunge -, è un tratto di spiaggia situato nel cuore della marina leccese in stato di degrado e di totale incuria, una cartolina di San Cataldo abbandonata a se stessa che non vorremmo più vedere”.

La Giunta, dopo aver concesso in comodato la struttura al Circolo della Vela, con la delibera del 13 giugno scorso, ha poi revocato l’atto in autotutela. Da queste vicissitudini, nasce l’interpellanza di Rotundo al sindaco, per sapere come s’intende assicurare una condizione di decoro e di salvaguardia ambientale. Il suo suggerimento è di “rimuovere la struttura, riconsegnando la spiaggia alla libera fruizione della cittadinanza”. E la richiesta finale, di “verificare l’eventuale danno erariale, considerato che sono stati spesi soldi dei contribuenti per circa 300 mila euro”.

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