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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Nuda in piazza, sotto le luci artistiche un turbine di polemiche

Sabato sera Illuminando Lecce ha aperto, fra l'altro, con la sfilata di un'attrice che si è esibita in città senza veli. La Chiesa insorge, il sindaco si dissocia dall'organizzazione, ma le curatrici replicano punto per punto

 

LECCE – Che “Illuminando Lecce” volesse accendere una luce davvero insolita e creativa sul Natale del capoluogo, si era capito fin dalla presentazione. Tutti soddisfatti, amministratori comunali in testa, salvo fare un passo indietro di fronte alla nudità di una coniglietta, alias un’attrice in una performance artistica nel vivo della folla serale, che divide e fa discutere. E nella girandola di polemiche, ognuno, come sempre, tende a dire la sua. E’ scandalo per la Curia, il sindaco Paolo Perrone assicura di non aver saputo nulla, preventivamente, ma gli organizzatori ribattono: “Gli enti conoscevano il programma”. Insomma, vero bailamme.

Niente a che vedere con l’erotismo in stile Playboy, è chiaro. Non era certo questa l’intenzione delle curatrici della manifestazione. Ma la chiesa leccese non ci sta, comunque. Anche perché i problemi per i quali ci si lamenta sono di più. E partono proprio dall’illuminazione del Duomo.  Ma è bene andare con ordine.

L’arcidiocesi, in una nota stampa e illustra, punto per punto, le proprie perplessità. “Senza nulla togliere alla novità dell’idea di illuminare il centro storico della città in modo alternativo e tecnologico, dando spazio alla genialità di artisti di fama e ad alcuni giovani allievi dell’Accademia di Belle arti di Lecce, non si può tacere di fronte a due situazioni che da un lato hanno messo a rischio l’incolumità delle persone e dall’altro, hanno offeso il senso del pudore pubblico, hanno profanato la sacralità di monumenti dal grande significato storico e religioso e violato il valore della dignità della donna e del suo corpo”.

 

La Chiesa: “Una profanazione”

Duomo_5dicembre2011-2I rischi, secondo l’arcidiocesi, sarebbero dovuti al buio. “L’intervento scenografico previsto per piazza Duomo ha provocato non pochi disagi a chi salendo e scendendo dalla scalinata della Cattedrale per assistere alla messa prefestiva e da quella dell’Episcopio per visitare la mostra su Giovanni Paolo II, ha dovuto fare i conti col buio totale della piazza, imposto dall’impianto che doveva proiettare i fasci luminosi sulla facciata del Duomo. Non sono mancati i piccoli incidenti provocati proprio dalla scarsa visibilità”, assicurano.

Ma, inutile dirlo, il dito è puntato soprattutto sulla performance dell’attrice mimica nuda, con il corpo dipinto di bianco, che la Curia definisce “indecorosa” e che “lascia perplessi su certi modi di intendere l’arte che, a volte, si liberano troppo dalla civile decenza, divenendo, a dir poco, molto discutibili. Ciò che però, invece, è eticamente inaccettabile è la scelta di far esibire un corpo svestito in uno spazio urbano frequentato dalle famiglie e dai bambini che di sabato sera si concedono un momento di relax e di riposo, passeggiando nel borgo antico. Innanzitutto, perché il senso del pudore esige il massimo rispetto ma soprattutto perché è intollerabile sfruttare il corpo di una donna per suscitare scandalo e provocare irrazionale stupore”.

E diverse sarebbero le proteste di cui dice di farsi portavoce la Chiesa, parlando di “scelta inammissibile e grave ancor di più perché scaturita dalla volontà di un’istituzione che non può trascurare la propria funzione educativa, compito imprescindibile per chiunque ricopra un ruolo pubblico”.

 

Il sindaco: “Mi dissocio dalla performance”

S6302284-2Apriti cielo. La chiamata in causa dell’istituzione, alias il Comune, muove la replica del sindaco. E Paolo Perrone prende una posizione netta.  “Mi dissocio apertamente dalla performance effettuata dal mimo lungo il Corso Vittorio Emanuele II.  Non era certo un’operazione legata all’illuminazione artistica di otto luoghi del centro cittadino nel periodo natalizio, così come previsto nel progetto Illuminando Lecce nel quale non si faceva cenno a questo tipo di performance. Una donna completamente nuda che aveva le movenze da mimo”.

“All’inaugurazione dell’evento – aggiunge il sindaco - ho assistito a questa performance all’interno dell’Open Space di Palazzo Carafa ma ignoravo che sarebbe proseguita all’esterno, peraltro nelle frequentatissime vie del centro storico cittadino e pure davanti a luoghi sacri, come quello della Chiesa di Sant’Irene. E in ogni caso non si può certo contrabbandare come arte contemporanea una manifestazione d’indubbio gusto come questa”. Parole forti, quelle di Perrone. “Si è trattato di un’operazione strumentale che rischia di far passare in secondo piano la bontà e la singolarità del progetto Illuminando Lecce al quale l’amministrazione ha dato il suo patrocinio.  Per queste ragioni condivido appieno le preoccupazioni dell’arcivescovo di Lecce, monsignor Domenico D’Ambrosio”.

 

Le curatrici: “Polemiche strumentali”

A questo punto, occorre ascoltare anche le parole dell’organizzazione. Ilaria Caravaglio e Chiara Miglietta, le due curatrici, chiariscono, così il loro punto di vista sulla performance ideata da Franco Losvizzero, “Un coniglio alla mia tavola”. “Il programma della performance – dicono in coro - è stato da subito dichiarato fin dalla conferenza stampa di venerdì 2 dicembre e gli enti coinvolti ne erano a conoscenza da tempo”. Questa la prima stoccata.

“Il pubblico che ha assistito e seguito la performance per le vie del centro, si è dimostrato, salvo alcune voci isolate, incuriosito e sorpreso positivamente cogliendo la poesia della figura che impersonava il coniglio bianco; non sono mancati infatti commenti di approvazione e come sempre lo sguardo innocente dei bambini ha visto un personaggio fiabesco apparire in città. Nessuna volgarità dunque e nessuna offesa al senso del pudore”.

S6302310-2“Riteniamo quindi attacchi infondati – aggiungono - quelli che ritengono che si sia trattato di uno scandalo, quando è oltre quarant’anni che nell’arte avvengono performance di questo genere e soprattutto che non è certamente l’arte a sfruttare il corpo della donna a fini scandalistici”. Il riferimento è alle parole, piuttosto dure, dell’arcidiocesi.

Non manca, ovviamente, un riferimento al problema delle luci in piazza Duomo. “Quanto alla facciata del Duomo illuminata suggestivamente da Giancarlo Cauteruccio, occorre sottolineare che è stata realizzata e installata con l’autorizzazione scritta della Curia e anche in questo caso la reazione della gente è stata di grande plauso per la bellezza delle immagini e dalla musica di sottofondo. L’aver acceso domenica sera, le luci della piazza ha completamente turbato il senso dell’opera di Cauteruccio che aveva già realizzato una analoga installazione in piazza Duomo nel 1984”.

“Stiamo inoltre ricevendo telefonate di persone come la storica dell’arte Marina Picciarelli che, entusiaste dell’evento, si stanno lamentando dell’accensione delle luci a danno dell’atmosfera dell’ultima serata di proiezione”, dicono ancora le curatrici. Riteniamo quindi di dare ascolto alle reazioni positive come testimoniato dalla stampa e di non lasciarci sfiduciare nel nostro intento di portare l’arte contemporanea nel nostro territorio al fine che sia finalmente compresa la sua importanza”. 

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