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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Partito democratico, conta finale. Piconese e Rampino vanno al ballottaggio

Chiusa la lunga fase congressuale provinciale con le ultime assemblee di circolo in programma: al sindaco di Uggiano La Chiesa sono andati in totale 72 delegati, 51 all'ex responsabile organizzativo provinciale, 46 a Toma e 26 a Santoro

LECCE – Il Partito democratico salentino è giunto alla conta finale. Con i congressi di Veglie, Carmiano e Patù si è chiuso il primo tempo di una partita, lunga, intrisa di veleni e polemiche e che attende la giornata di domani, quando è previsto il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di delegati, per giungere all'elezione del segretario provinciale. Salvatore Piconese in totale ne ha presi 72, Alfonso Rampino 51, Vincenzo Toma 46 e Edoardo Santoro 26.

La giornata odierna, l’ultima di un estenuante calendario congressuale, avrebbe dovuto assegnare 15 delegati, ma irregolarità nella procedura di versamento delle quote hanno spinto la commissione provinciale a validare solo le assemblee di Patù, Carmiano e Veglie dove Piconese è riuscito a prendere altri sei delegati mentre Rampino ha incrementato di una lunghezza il vantaggio su Toma. Domani pomeriggio, venerdì, presso l’hotel President, verrà celebrato l’ultimo atto della corsa alla segreteria.

Il sindaco di Uggiano La Chiesa, che all’inizio della contesa aveva sperato di chiudere i conti al primo turno, ha rivolto già in serata un appello alle “forze” democratiche che aspirano al cambiamento del gruppo dirigente della provincia di Lecce. Esplicito il richiamo ai renziani, schierati con Santoro, e ai Giovani democratici che, in gran parte, hanno sostenuto Toma.

I telefoni scottano e le riunioni non conoscono tregua. Resta da capire quali convergenze possano venir fuori in vista del ballottaggio e quale compattezza manterranno gli schieramenti che si sono delineati al primo turno. E, se ci sono pochi dubbi sul fatto che gran parte dei delegati di Santoro possano dirottare su Piconese, meno certezze si hanno sul comportamento dei sostenitori di Toma. Un’ipotesi plausibile li vedrebbe a favore di Rampino, nel nome di una ritrovata unità della sinistra del partito, ma il peso di vecchi dirigenti come Sandro Frisullo, in condizione di determinare le scelte, potrebbe innescare ulteriori esiti. 

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