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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Cavallino

Piste ciclabili, dopo i residenti di Cavallino protestano quattro consiglieri

Secondo quattro esponenti del gruppo consiliare "La città che cresce" quella dei percorsi promiscui ciclabili sulle vie del comune messapico, costituiscono un pericolo, così come denunciato, giorni addietro, da alcuni lettori. Chiedono al primo cittadino di intervenire con misure di sicurezza per tutelare ciclisti e pedoni

CAVALLINO – Che il primo cittadino ponga rimedio alla questione di percorsi ciclabili, per garantire la sicurezza della mobilità urbana e l'incolumità di ciclisti. Dopo le segnalazioni pervenute da alcuni lettori, una nuova sollecitazione è giunta dai consiglieri di minoranza di Cavallino che - come avvenuto già per i residenti del comune messapico e di quelli di Lizzanello - hanno snocciolato disagi e mancata sicurezza sui “percorsi ciclabili promiscui” per ciclisti e pedoni. Il progetto, inserito nell’ambito di un finanziamento intercomunale 2007-2013, e sostenuto dalla Regione Puglia, ha previsto la realizzazione di un centro per anziani a Castromediano, di un parco a Lizzanello per riqualificare le zone periferiche popolari e della pista "della discordia" nel comune messapico.

Le amministrazioni dei due comuni coinvolti dovrebbero, a stretto giro, provvedere in accordo con l’ente regionale, alla sistemazione degli itinerari ciclabili. Ed è quanto si augurano i quattro esponenti del gruppo consiliare “La Città che Cresce”, Roberto Serra, Daniele Gigante, Donatello Lezzi e Tommaso Manno.  In una nota divulgata e diretta al sindaco del comune dell'hinterland messapico, Michele Lombardi, i percorsi sono definiti “particolari”. Perché, a detta dei rappresentanti dell’opposizione, “generano confusione nella mobilità urbana e non potranno essere utilizzate da ciclisti o da pedoni in quanto rappresentano un serio pericolo per la sicurezza stradale”.photo_2-3

I percorsi, fanno sapere i quattro politici cavallinesi, sono complessivamente pari a circa 6 chilometri. Sono da considerarsi una scelta amministrativamente condivisibile. Ma non se eseguita in quel modo, per farla breve. Così come realizzati dall'amministrazione Lombardi sul  territorio, insomma, non sarebbero conformi per tipologia alle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale in cui è stabilito che “i progetti devono considerare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilità ciclistica nei punti di maggior conflitto con i pedoni e i veicoli a motore (intersezioni, accessi a nodi attrattivi, ecc.)”.

        

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