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Pit 9, sei comuni dicono addio. Sbattendo la porta

Il centrodestra contro la Regione, che non avrebbe verificato presunte irregolarità intorno al progetto del manufatturiero. Il sindaco di Casarano accusato di "gestione personalistica e dissennata".

Sei dei sessantanove Comuni che rientrano nel programma Pit 9 per lo sviluppo del manifatturiero dicono addio sbattendo la porta. Si tratta di Maglie, Calimera, Botrugno, Miggiano, Tuglie e Matino. I rispettivi sindaci puntano il dito in particolare sul Comune capofila, Casarano, e in una conferenza stampa indetta insieme al coordinatore regionale di Forza Italia Raffaele Fitto, al capogruppo alla Regione Rocco Palese e al coordinatore provinciale Cosimo Gallo, accusano di aver speso mesi in "inutili denunce sulle irregolarità e sulla gestione assolutamente personalistica, poco trasparente e dissennata che il sindaco di Casarano, Remigio Venuti, fa ormai da tempo del Pit 9".

Palese ha anche aggiunto, a questo proposito, di aver presentato diverse interrogazioni alla giunta "per sollecitare controlli e ispezioni sulla gestione del Pit 9, visto che è finanziato dalla Regione Puglia tramite il Por. Ma sono rimaste tutte lettera morta". Tante le denunce, per una gestione che secondo le forze di centrodestra sarebbe un po' allegra. Spicca fra le altre cose, una cena che sarebbe stata messa in conto al Pit 9, per quasi 800 euro, alla quale avrebbero preso parte amministratori locali ed un dirigente regionale.

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