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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Poker di salentini in Parlamento. Entusiasmo e determinazione a “Cinque stelle”

Sono i senatori Maurizio Buccarella, Daniela Donno e Barbara Lezzi. Il giovane deputato è Diego De Lorenzis. Il voto li consacra a volti nuovissimi della politica. La loro storia, dal meetup del 2006 al movimento di Beppe Grillo

LECCE – Dalla militanza in strada, passando per i grandi eventi di raccolta di firme e dalle battaglie di resistenza civile per l’acqua pubblica o contro gli ecomostri, al Parlamento italiano il passo non è stato breve. Anzi. Ci sono voluti anni spesi a catalizzare idee ed energie nuove, a mettere insieme un gruppo con un’anima definitiva e obiettivi precisi prima del grande salto “nel buio”. La sorprendente tornata elettorale delle politiche 2013 spedisce quattro salentini sugli scranni più alti del governo italiano. Tre a Palazzo Madama, Maurizio Buccarella, Daniela Donno e Barbara Lezzi e uno a Montecitorio, Diego De Lorenzis.

A tu per tu con quei mestieranti della politica che, per anni, hanno riconosciuto come volti “logori” e “poco rassicuranti” delle tribune televisive. Proprio quei professionisti “dalle tasche gonfie e la predica facile”, per non parlare della fedina penale (vero cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle), che non si sarebbero mai scelti come compagni di merende. Ed ora saranno lì, a lavorare gomito a gomito, alla pari con quei lontanissimi “imbonitori”del popolo. A dividerli una distanza abissale colma di inesperienza “in certi trucchetti del mestiere”. E soprattutto lo stipendio: cinque mila euro lordi la cifra scelta dagli eletti di Beppe Grillo in segno di coerenza con un impegno etico sottoscritto prima del voto. E’ il primo segnale di un’integrità sbandierata fin dall’inizio che si concretizzerà, giurano, in rifiuti di apparentamenti dell’ultima ora. Salvo il voto su riforme condivise.

Inizia con decisione, e un brivido di paura, l’esperienza di una sola legislatura dei quattro salentini prestati alla politica. Chi prima, chi dopo, tutti hanno mosso i primi passi nel lontano 2006 su una piattaforma elettronica, del tutto aperta, chiamata “meetup”. Cinque anni fa c’erano riunioni mensili improvvisate in case private, hotel, sedi di forum in cui i militanti s’incontravano per discutere delle tematiche “cardine” del movimento: acqua pubblica, rifiuti, energia, sviluppo, internet, distorsioni del sistema partitico. Poi le prime battaglie in strada, al fianco di altre associazioni e comitati. Infine il momento della “svolta” politica del movimento che corre in lizza a Lecce, nel 2012, per insidiare l’amministrazione di Paolo Perrone.

L’allora candidato sindaco Maurizio Buccarella, avvocato leccese di 48 anni, ora vola di Parlamento da senatore. Non si è ancora abituato al nome  e nemmeno al turbinio di interviste televisive. Maurizio è un attivista di primo pelo. A Palazzo Madama ci arriva con un programma mentale chiaro: “Riforma della legge elettorale, abolizione del quorum, abolizione dei contributi pubblici ai partiti ed all’editoria, legge contro i non candidabili”.

“Il nostro inizio aveva tutta l’aria di essere una battaglia contro i mulini a vento”, spiega invece Barbara Lezzi, futura senatrice, 40 anni, di Lequile, impiegata da sempre in un’azienda commerciale e una delle vecchie anime del movimento. Nessuna esperienza politica per lei, nessuna militanza. Nel suo curriculum di attivista si annoverano le partecipazione ai due grandi “V-day”, all’organizzazione del comitato in favore dell’acqua pubblica, al fronte di protesta contro la Copersalento di Maglie e la centrale a biomasse di Lecce.

Queste le sue priorità da inserire nell’agenda di governo: “Non mi convince la proposta sulle quote rosa. Credo che una delle agevolazioni migliori per facilitare la partecipazione femminile alla vita politica sia l’accesso gratuito ad internet. Senza trascurare i servizi sociali. Ripristinare i fondi per la scuola pubblica non è solo indispensabile, ma è il primo passo per investire i soldi in asili nido e ludoteche, evitando gli sprechi”.

A Palazzo Madama siederà anche Daniela Donno, 53 anni, leccese, disoccupata, da sempre impegnata nel volontariato. Il suo curriculum è ugualmente privo di pregresse militanze politiche. Ma il suo elenco di priorità per il nuovo governo è molto corposo: “Partirei dall’abolizione delle spese per gli armamenti militari e infrastrutture inutili come il Tav. Poi l’introduzione del reddito di cittadinanza istituito attingendo direttamente dagli stipendi dei parlamentari, sull’esempio dei nostri colleghi siciliani che hanno distribuito i fondi per sostenere le piccole e medie imprese. Infine l’abolizione delle provincie, la spinta alle energie rinnovabili e l’applicazione di una norma che prevede una riduzione del 10 percento dei consumi energetici di tutti gli edifici pubblici, nell’arco di 5 anni”.

Il più giovane del gruppo, con un posto alla Camera, è Diego De Lorenzis, ingegnere informatico, 33 anni di Lecce. Nessuna esperienza partitica, diventa un militante nel 2008 dopo una lunga e appassionata lettura del blog di Beppe Grillo. Si spende per i gruppi di acquisto solidale, le iniziative dei condomini a “5 stelle” mirate al risparmio energetico, quelle di distribuzione dei detersivi alla spina. Le sue battaglie da futuro deputato? ”Oltre a tutte quelle elencate dai miei colleghi, da ciclista e ambientalista convinto mi spenderò per  promozione del turismo sostenibile attraverso la rete ciclabile nazionale. Io ho vissuto per tre anni a Torino usando i soli mezzi pubblici e anche a Lecce utilizzo la bicicletta per recarmi a lavoro”. 

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