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Monosi contesta il rapporto Uil sull'Imu. Il sindacato conferma i suoi dati

A due giorni dalla diffusione dello studio sui tributi locali, che vede Lecce tra le città più care d'Italia, continua il botta e risposta tra le parti

LECCE – Per l’assessore al Bilancio e ai Tributi del Comune di Lecce, Attilio Monosi, la Uil ha messo in piedi un’operazione per screditare l’operato dell’amministrazione che, invece, “ha ben operato”.

Dopo la diffusione del rapporto del sindacato su Imu e Tasi – per il quale il capoluogo si colloca nelle dieci città più care – l’esponente della giunta cittadina contesta l’impostazione stessa dello studio, ma le due parti sembrano parlare lingue diverse.

Secondo monosi le affermazioni della Uil, ribadite dal segretario confederale Guglielmo Loy sono “velleitarie, parziali e strumentali perché restringono il campo di valutazione solo su ciò che fa più comodo al sindacato. Una corretta analisi al contrario può essere definita tale solo ed esclusivamente se basata su un complesso di dati. Le case sfitte o tenute a disposizione pagano l'aliquota massima prevista così come in molte altre città. E' assodato che tale aliquota non è applicata solo da otto città italiane – come asserisce erroneamente la Uil - ma dalla maggior parte dei capoluoghi di provincia”.

Un altro punto dirimente è la messa in conto delle agevolazioni  che, per Monosi, “non possono essere trascurate in quanto rappresentano un tutt'uno con l'imposta pagata e quindi rappresentano un reale alleggerimento della pressione tributaria”.

Il segretario replica invece che “dalle delibere del Comune per le case tenute a disposizione non risultano sconti di aliquote né tantomeno agevolazioni. E’ di questo che stiamo parlando e non di altro come confonde l’assessore. Infine siamo consapevoli e contenti che la città di Lecce sia un attrattore di investimenti sul patrimonio immobiliare, come siamo favorevoli agli aiuti previsti per coloro che restaurano gli edifici, ma ciò non era oggetto dell’analisi della Uil e nulla c’entra con quanto si paga di tasse sugli immobili".

Loy conferma quindi i presupposti di calcolo e dunque i risultati emersi dal rapporto: “Viene fuori che le gli immobili delle categorie A/2, A/3, A/4, A/5, A/7, hanno una rendita media di 872 euro (146.515 con la rivalutazione Imu). A tale base imponibile abbiamo calcolato l’aliquota deliberata dal Comune di Lecce e sono venuti fuori gli importi del rapporto Uil (1.612 euro in totale di cui 806 per l’acconto)”.

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