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Un bar nell’area della necropoli di Specchia. Il Comune corregge: "Caffè letterario"

Un gruppo di lettori ha sollevato alcuni dubbi circa i lavori nei pressi di una zona ad interesse archeologico nel Comune del Capo di Leuca, contestando l'apertura di un locale, in primis. Ma sono arrivate le smentite da parte dell'Ufficio tecnico e del primo cittadino: "Sarà un caffè letterario"

SPECCHIA – Se il caffè innervosisce, a Specchia è una caffetteria ad agitare gli umori. C'è una necropoli medievale che ora rischia di disseppellire vecchi rancori. Alcuni lettori hanno protestato contro il progetto che, in uno dei borghi più suggestivi d’Italia, sta per tradursi in un bar, nei pressi del parco Falcone e Borsellino, dove partiranno a breve gli scavi archeologici. Un gruppo di residenti scontenti ha, infatti, definito “mostruoso” l’edificio che verrà ultimato a breve. La struttura in muratura è già definita, in realtà. Sono in corso soltanto i lavori di impiantistica. “Non un luogo di osservazione per le scolaresche in visita, non una sala conferenze, non un’area didattica. Ma un bar”.

Questa l’accusa numero uno mossa dal gruppo di lettori, che hanno anche rimproverato all’attuale amministrazione comunale di aver “operato una violenza inaudita sia sul patrimonio collettivo rappresentato dalla necropoli, ma ha anche peggiorato la qualità urbana dell'area, che è a ridosso della bella serra ancora incontaminata, realizzando qualcosa che cozzerà inevitabilmente anche con gli interessi dei residenti nella piazza che saranno costretti a subire rumore e traffico”. Il malcontento segnalato termina con due certezze e un dubbio: “La cosa sconcertante e che la Soprintendenza archeologica non ha ancora vincolato l’area e che, a eseguire i lavori, non vi è una ditta specializzata. Come può accadere tutto ciò?”, si chiedono.

Il sindaco del piccolo comune del Capo di Leuca, e l’architetto dell’Ufficio tecnico in particolare, hanno fatto chiarezza su alcuni punti. “La zona oggetto della discordia (che sorge accanto, non sulla necropoli) era inizialmente un’area abbandonata, poi sottoposta a un progetto di rigenerazione urbana, avviato dall’Unione dei Comuni Terra di Leuca bis (che raggruppa, oltre a Specchia, anche Miggiano, Montesano Salentino e Ruffano, ndr) per recuperare quello che era un ghetto”, ha dichiarato il primo cittadino Antonio Biasco.

Il quale ha poi proseguito: “I primi interventi sull’area adiacente, in realtà, furono avviati già dal sindaco precedente, Antonio Lia. Quest’ultimo ha eseguito lavori senza il rilascio delle autorizzazioni”. Di parere analogo anche l’architetto Antonio Baglivo, da 14 anni al servizio dell’Ufficio tecnico comunale: “Quella sollevata da alcuni cittadini è polemica capziosa. Tanto per cominciare perché abbiamo fornito ai carabinieri tutta la documentazione che la Procura della Repubblica di Lecce ci ha richiesto. E le autorizzazioni, quelle della Soprintendenza in primis, erano in perfetta regola”.

Stando alle parole del professionista, i lavori in corso si starebbero svolgendo sull’area che dista una cinquantina di metri dalla necropoli, e sotto l’inflessibile supervisione di un archeologo. Il sito medievale, a sua volta, sarà poi interessato dagli scavi archeologici a partire dal prossimo mese, grazie a un contributo di una dozzina di migliaia di euro, “attinti”  dai due milioni di euro totali che interessano i quattro comuni dell’Unione.

La rivelazione è però un’altra. “Non si tratta di un bar, ma di un caffè letterario. Un centro dove sarà possibile esibire documentazione fotografica relativa agli scavi. Un centro in cui bere un aperitivo e sfogliare un libro, per evitare che la zona venga abbandonata e diventi ricettacolo di immondizia. Un caffè letterario che funga da faro, per attirare l’attenzione sull’area che vorremmo affidare, previo bando di gara,  a persone laureate che gestiscano l’aspetto culturale, più che il servizio ristorativo”. Non ha nulla da aggiungere, infine, sulle critiche mosse circa eventuali rumori e disagi al vicinato.  “La zona 167, edificata intorno alla metà degli anni Novanta, sorge a soli sei metri dal sito di interesse storico. Anche quello è un progetto di edilizia sfornato dall’amministrazione Lia”.

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