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Eolico offshore al largo di Lecce, è polemica tra Poli e Salvemini. E interviene Amati

La consigliera comunale ha precisato che ostacolerà la realizzazione di eventuali impianti al largo delle coste leccesi. Il sindaco replica e il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione difende i progetti

LECCE – Pale eoliche al largo del litorale di Lecce: davanti alla possibilità di un impianto offshore si fa strada la polemica. Sul fronte del “No” si è schierata nelle scorse ore Adriana Poli Bortone, consigliera comunale della Fiamma Tricolore a Palazzo Carafa, la quale ha tenuto a precisare che ostacolerà l’eventuale realizzazione del parco tra San Cataldo e Frigole. Le dichiarazioni di Poli Bortone sarebbero giunte come risposta al sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, in commissione Urbanistica convocata per discutere circa la possibilità di intervenire per rendere agibile la darsena di Frigole affidandola ancora alla Lega Navale.

 “In effetti nei giorni scorsi ci avevano insospettito le notizie fornite dall’assessore Rita Miglietta, ribadite dal sindaco, sulle difficoltà a intervenire. Difficoltà che non erano minimamente emerse nel momento in cui il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità un preciso ordine del giorno a prima firma Rotundo, sull’utilizzo efficiente della darsena di Frigole. E’ chiaro quindi che nonostante le reiterate affermazioni di voler valorizzare le marine leccesi, l’insediamento di pale eoliche di fronte al bosco di Rauccio è ritenuto dall’amministrazione Salvemini molto più interessante dell’offrire ai cittadini leccesi la possibilità di usufruire di un approdo sicuro, di una darsena attrezzata, affidata ad un soggetto altamente specializzato nel settore nautico quale la Lega Navale”, sono le parole della consigliera e senatrice.

A suo dire, se l’amministrazione di Salvemini dovesse privilegiare l’insediamento di un parco eolico offshore al largo della costa leccese, “saremo assolutamente contrari per un progetto per il quale, come di consueto, non è stata ascoltata in alcun modo la cittadinanza. Sarà interessante anche verificare quanto collaboreranno ad evitare questo scempio quei consiglieri di maggioranza che abitando nel territorio delle marine e se ne fanno quotidianamente paladini”, conclude. Immediata la replica del primo cittadino.

“Stupisce l’avversione pregiudiziale da parte della senatrice Poli Bortone in tema di fonti rinnovabili. Ricordo che fu durante il suo mandato da sindaco a prendere il via il progetto di realizzazione del parco eolico attualmente presente a Torre Chianca, nei pressi del Parco Regionale di Rauccio. In quel caso non si trattava di un impianto offshore, ma di un impianto a terra, nel territorio comunale, che vedeva il Comune protagonista dell’iter autorizzativo”, scrive in una nota il numero uno di palazzo Carafa.

“Per quanto riguarda l’istanza presentata al Ministero da Kailia Energia, che prevede la realizzazione di un parco eolico offshore di 98 aerogeneratori tra Brindisi e la costa leccese, con distanze dalla costa tra gli 8,7 e i 21,9 chilometri, il Comune di Lecce non è chiamato a rilasciare pareri o autorizzazioni vincolanti perché l'autorizzazione è ministeriale. Da parte nostra, insieme agli uffici, faremo le analisi tecniche necessarie sul progetto e le valutazioni politiche del caso nell’interesse della comunità.  Anche in questo caso, scontiamo l’assenza del Regolamento per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non  all’installazione di impianti di energia rinnovabili a terra e a mare, che il Governo si è impegnato a scrivere dopo l’approvazione a novembre scorso del decreto legislativo 199/2021 sulla nuova politica per le energie rinnovabili, in attuazione della direttiva europea 2018/2001. Sarebbe una bussola importante per gli amministratori chiamati a pronunciarsi su proposte localizzative che invece ancora oggi sono demandate all’iniziativa privata”, prosegue il sindaco che, sempre nella nota, si è detto contrario ai “no” a prescindere.

“Osservo che non è coerente mobilitarsi sulla base delle preoccupazioni degli scienziati sui rischi della crisi climatica, assumere nell’agenda internazionale gli obiettivi indicati dalle conferenze sul clima. Dovremmo, in particolare da amministratori pubblici, vivere questi passaggi con la responsabilità del ruolo che ricopriamo e con la consapevolezza delle complessità con le quali siamo chiamati a misurarci, non con lo spirito delle tifoserie. Guardando non alle ricadute mediatiche su domani, ma alle ricadute ambientali sulle future generazioni. Concentriamoci sul merito, non sulle suggestioni”, conclude Salvemini.

Questa mattina, secca la controreplica di Andriana Poli Bortone: "Il sindaco  Salvemini evidentemente in questi ultimi giorni ha poca dimestichezza con i numeri: la distanza non è compresa tra 9 e 25 chilomentri, ma tra 9 e 15 chilomentri. Le pale eoliche  di Torre Chianca  sono soltanto 8 e sono di 86 metri. Quelle che a lui evidentemente piacciono molto sono: 98 e sono alte 298 metri. Mi pare che i numeri parlano assolutamente chiaro, forse dovrebbe leggere bene i numeri nella relazione di questa società". 

Amati difende i progetti

Sempre in mattinata, intanto, sull’argomento eolico offshore si è espresso anche Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio e programmazione presso la Regione Puglia. “Il no all’eolico offshore di molti comuni della provincia di Lecce, pronunciato probabilmente per suggestione, riduce la risposta anti inquinamento della Puglia e genera povertà produttiva e occupazionale per l’intera regione, a cominciare da Brindisi. La costruzione e la gestione di quegli impianti, infatti, porta con sé una realistica ipotesi di consistente utilizzo del Porto di Brindisi, con le intuibili ricadute positive. Per questo è importante che l’intero mondo politico regionale, a cominciare da quello brindisino, faccia sentire la sua voce anche sulla proposta che interessa la costa basso-salentina. La risposta alla carenza di lavoro e alle crisi industriali si trova nell’accoglienza dei nuovi programmi industriali a caratura ambientale e non nel no-a-tutto e nei sussidi”.

L’esponente del Pd ha poi proseguito: “La Regione del sole, del mare e del vento è interessata a molteplici iniziative di produzione energetica fondate sul sole, sul mare e sul vento. Ovviamente. In particolare: vi sono due iniziative di eolico offshore, che hanno caratura strategica nazionale e si dirigono nell’ambito della transizione ecologica e produttiva: un’inedita combinazione d’interessi. A queste iniziative, in particolare a quella al largo della costa salentina, si contrappongono suggestioni politiche che utilizzano le paure paesaggistiche per bloccare l’iniziativa. Non si può procedere così, perché le occasioni perse portano il conto salato dell’inquinamento e della povertà. Brindisi e la sua classe politica, interessata ai valori ambientalisti e produttivi, non può dichiararsi spettatrice di movimenti di protesta che finiscono per ridurre il potenziale del suo Porto. Aver detto SÌ all’impianto offshore al largo di Brindisi non esaurisce il compito, come se gli effetti benefici degli impianti fossero limitati ai confini amministrativi comunali o provinciali. L’esperienza di Brindisi deve invece essere valorizzata anche per offrire elementi di valutazione positiva pure sull’impianto previsto al largo della costa adriatica di Lecce, spiegando ai sindaci salentini che il loro No finisce per essere contro l’ambiente, la nuova industria, il lavoro e gli interessi del Porto di Brindisi”, ha concluso Amati.

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