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Politica 2013. Dalla Restaurazione all’italiana alla resistenza al gasdotto Tap

Problemi a tutti i livelli: dopo le elezioni, l'avvento delle larghe intese e il bis di Giorgio Napolitano, al Quirinale. In Regione, questioni spinose su lavoro e sanità. E il Salento si affida alla corsa di Lecce Capitale della cultura nel 2019

LECCE - Doveva e poteva essere sulla carta l'anno del rilancio della politica e, invece, il 2013 sarà probabilmente ricordato, ad ogni livello istituzionale, come l'anno orribile in cui i partiti hanno perso ulteriormente consenso e le istituzioni credibilità. A livello nazionale, il 2013 si caratterizzerà come il tempo della restaurazione, dove il giro a vuoto delle elezioni ha riconsegnato un governo pasticciato, non votato dal popolo e incapace di far uscire il Paese dallo stallo, un parlamento di nominati, grazie ad una legge elettorale dai tratti fortemente anticostituzionali, come dalla recente pronuncia della Consulta, e con il bis di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.

È stato l'anno delle larghe intese tutt'altro che stabili, della vittoria elettorale di Grillo, della decadenza di Berlusconi, su cui si sono concentrate le attenzioni delle Camere per ben cinque mesi, del ritorno a Forza Italia e della definitiva scalata di Matteo Renzi alla guida del Partito Democratico. Tanta cronaca politica, senza però una effettiva svolta che trascinasse l'Italia fuori dalle sacche della crisi e con il fardello dell'Europa che chiede da tempo un cambio di passo.

Chi sembra avere davvero la volontà di stupire è il cardinale Jorge Mario Bergoglio, assurto al soglio pontificio con il nome di papa Francesco. Il suo approccio diretto e umile con i fedeli, unito alle pratiche di rinnovamento con cui sta assestando colpi poderosi alla struttura vaticana lo rendono un sicuro punto di riferimento anche per molti non credenti.

A livello regionale, si è avuta la conferma delle difficoltà di Nichi Vendola, che, dopo il trionfo del 2010 e la volontà di tentare di prendere la leadership nazionale del centrosinistra, il governatore ha perso popolarità in questa aspirazione, dovendo fare i conti con le grane di un'amministrazione che ha smarrito la propria spinta propulsiva e con il nodo irrisolto della sanità a cui si sono aggiunte vicende giudiziarie e le grandi problematiche occupazionali, a partire dall'Ilva, tutti elementi che hanno comunque gettato ombre sull'operato della Regione.

La crisi di consensi alle primarie del centrosinistra prima e la sconfitta elettorale in Puglia alle nazionali hanno segnato un campanello d'allarme, che hanno convinto Vendola a riprendere più attivamente il controllo amministrativo, per traghettare il governo ad una positiva fine legislatura. La seconda parte dell'anno è stata dedicata alla discussione sul piano paesaggistico territoriale.

papa_francesco_napolitano-2In ambito provinciale, diverse le situazioni da sottolineare: a partire dall'ordinaria amministrazione a Palazzo dei Celestini, perennemente condizionata da precarie condizioni di bilancio e nella prospettiva di essere all'ultima partita (visto il destino parzialmente segnato dell'ente), passando soprattutto per la vicenda del gasdotto Tap, che coinvolge anche Regione e governo centrale. Il progetto del gasdotto che non piace al territorio (e che, a parole, non convince neanche i politici, che poi però lo hanno approvato nelle sedi istituzionali), sembra essere l'unica battaglia che, anche alla luce della recente manifestazione di protesta, riesce a creare una qualche forma di aggregazione ed interesse. Il coinvolgimento dei territori nelle decisioni che contano sarà probabilmente la sfida del futuro anche nel Salento.

È stato anche l'anno delle rivelazioni e dei dubbi sulla presenza dei rifiuti tossici nel Salento, della movida gallipolina che, nel bene e nel male, ha portato il territorio alla ribalta delle cronache nazionali, del cambio di segreteria provinciale nel Pd, con l'elezione di Salvatore Piconese, dopo un sofferto congresso. È stato l'anno della scomparsa di due amministratori comunali come Fernando Capone e Luigi Zacheo, dell'esordio dei parlamentari salentini grillini e del singolare caso della giunta di Santa Cesarea Terme, senza donne e in alto mare dopo due sentenze dei tribunali amministrativi competenti.

E ancora di Paolo Perrone, del suo successo nelle classifiche di gradimento dei sindaci italiani, sull'onda lunga della vittoria amministrativa dell'anno scorso. E dell'impegno di una città, Lecce, finora giocato al meglio, per candidarsi a capitale europea della cultura per il 2019, nella speranza di trarne vantaggi sensibili per tutto il Salento. 

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