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Polverone sul Pug, accuse e richieste: "Si addotti dopo le elezioni"

Dopo la conferenza di Salvemini e la replica di Martini, il dibattito. Ricci difende le linee, Delli Noci vuole un rinvio, Melica contro la Giunta e Fornari attacca: "Falso in atto pubblico"

LECCE – La conferenza stampa di ieri sul Pug, convocata dal consigliere di minoranza Carlo Salvemini, candidato sindaco per il centrosinistra, ha sollevato un polverone. Salvemini ha chiesto il ritiro della delibera perché vi sarebbero “false attestazioni”. Vi è scritto, infatti,  che “in sede di seconda conferenza di copianificazione del  15 gennaio 2016 sono stati acquisiti i pareri degli enti sovraordinati”, obbligatori per legge. Ma “quello favorevole dell’Autorità di bacino, necessario per verificare la coerenza tra le previsioni del Pug e tutte le dinamiche ambientali relative alla struttura idrogeomorfologica del territorio, non è stato ancora ottenuto”, ha sottolineato Salvemini (qui l'articolo completo).

Pronta la risposta dell’assessore all'Urbanistica, Severo Martini, che ha replicato a stretto giro: “Le sue critiche nel merito del Piano sono chiaramente strumentali, smentite dal parere favorevole dato dalla Regione nella conferenza di copianificazione, che ha invece apprezzato l'impianto generale del Piano, soprattutto per la sua flessibilità”. Insomma, per Martini l’iter è in regola e può proseguire (qui la replica completa).

Ma intanto, oggi si apre un dibattito dai toni anche aspri, con il consigliere dell’Udc, Luigi Melica, che accusa, senza giri di parole: “L’obiettivo è far sì che durante la campagna elettorale si possano presentare le osservazioni dei cittadini sul Piano urbanistico così da avere terreno fertile per le ennesime promesse da fare ai propri elettori”. Ma, come Salvemini, anche Melica rimarca l’assenza del parere dell’Autorità di bacino, e accusa l’amministrazione per quella che definisce una vera e propria balla: “Far finta che il parere sia stato dato. La Giunta Perrone, infatti, ha approvato il Piano dando per acquisito il parere dell’autorità di bacino: dicono una balla, insomma, e poi trasmettono la delibera in commissione iniziando l’iter di approvazione”.

“Quando le minoranze se ne accorgono – prosegue Melica, ripercorrendo la storia - l’assessore ed il presidente della commissione urbanistica Angelo Tondo, dapprima prendono tempo affermando che un valente amministrativista sarebbe venuto in aula a sostenere che nonostante la balla si poteva andare avanti; poi, quando li ho incalzati avendo scoperto che avevano detto la seconda balla (il docente, infatti, non è mai venuto in commissione), replicano di essere in attesa del parere dell’Autorità di bacino e finalmente ammettono che per ottenere tale parere hanno inviato due tavole tecniche”.

alessandro delli noci cand. sind (4)-2Un altro candidato sindaco, l’ex assessore Alessandro Delli Noci, che a suo tempo era stato fra i primi chiedersi quanto fosse opportuno ratificare il Pug prima delle elezioni, ribadisce quanto già espresso in passato: “Può anche essere adottato da quest’amministrazione ma spetterà alla prossima approvarlo”. 

“Per potersi esprimere sul Piano urbanistico generale, al netto delle strumentalizzazioni, occorre un'analisi complessa e articolata che non può essere prodotta in poche settimane, a fronte di cinque anni di progettazione”, ritiene Delli Noci. “Di certo, tutte le obiezioni e i dubbi attorno al Pug evidenziano l'ipocrisia di una partecipazione condivisa che lo ha reso uno strumento conosciuto da pochi e sconosciuto a tanti”.

“Dai tavoli del nostro osservatorio, già dalla lettura delle linee guida, sono state rilevate le criticità di una programmazione che pianifica il territorio senza tenere conto del sistema dei flussi e delle percorrenze urbane ed extraurbane o che, ancora, non si rapporta al piano del commercio”, sostiene. “Inoltre, non esiste un piano della mobilità che dovrebbe essere approvato prima del Pug al fine di integrarsi allo stesso. In sostanza, le planimetrie di progetto sono avulse dalle dinamiche reali della città”.

“A dimostrazione di ciò – spiega -, ricordo che non vi sono indicazioni in rapporto ai Comuni della prima fascia (Cavallino e Surbo ad esempio, con Castromediano e Giorgilorio, che sono ormai parte integrante della città) o ancora non sono chiare le indicazioni che riguardano la fascia costiera,  finalizzate a  sviluppare infrastrutture nel più totale equilibrio tra tutela e valorizzazione”.

Ancora: “Rispetto al cambio di destinazione del centro storico vorrei ricordare che il valore è nel suo insieme, un tessuto urbano armonioso "delicato" stratificato da dettagli di una storia sempre in equilibrio, dove il dentro e il fuori vanno oltre le singole facciate. Non tenere conto delle tipologie originarie e la mancanza stessa di un piano commerciale scatenerà di certo una "guerra tra poveri", commercianti, movida e residenti l'un contro l'altro armati”, teme l’ex assessore.

“Rispetto al parere dell'Autorità di bacino – poi - spero che si tratti di un ritardo burocratico e mi auguro che la comparazione tra il progetto e i vincoli sia già avvenuta nella fase preventiva e non a consuntivo”. Ma di una cosa appare certo: “Che il Pug diventi strumento della campagna elettorale di qualcuno è inopportuno e scorretto giacché, mi preme sottolinearlo,  questo importante strumento di governo avrà ricadute per i prossimi venti anni”.

Nel dibattito interviene anche l’architetto Mosè Ricci dell’Università di Genova, il consulente scientifico del Pug di Lecce. Che, risponde anche a molte delle obiezioni, sul lato tecnico: “Il Pug – esordisce - è stato concepito, pianificato e creato in quella che abbiamo definito una “stanza di vetro” con le porte sempre aperte. In tanti, mi riferisco a professionisti ma anche ai cittadini, sono venuti per presentare progetti e idee. E’ stato un processo partecipativo”.

In merito ai dettagli, poi, spiega: “Questo è uno dei primi Piani urbanistici nato in Italia durante questo particolare contesto storico definito “di crisi”. Sono cambiate tantissime cose, non è possibile pensare allo sviluppo edilizio della città attraverso grandi interventi che non avrebbero obiettivo sostenibile, né economico, né sociale o ambientale. Questo Pug – continua l’architetto -lascia una grande possibilità di intervento sulla città esistente, dal centro, alle marine, passando per le campagne, incentivando la rigenerazione di tutto il sistema delle masserie con delle misure che favoriscono interventi di restauro e rigenerazione funzionale”.

“Per quanto riguarda le marine: incentiva moltissimo la riqualificazione del tessuto edilizio attraverso possibilità di ampliamenti, demolizioni e costruzioni, a patto che gli interventi garantiscano la messa a norma degli edifici sia dal punto di vista ambientale-energetico, sia estetico di miglioramento del paesaggio urbano”.

Il piano, inoltre, “prevede un sistema di continuo aggiornamento dal basso dello strumento urbanistico che apre senza nessuna preclusione alle possibilità concrete di nuovi interventi coerenti con gli obiettivi, anche di valorizzazione turistica”.  Mentre sul porto turistico di San Cataldo spiega, che potrà realizzarsi “nel momento in cui sarà presentato un progetto adeguato”. Ovvero, il porticciolo al momento non sarebbe previsto, per “non bloccare quell’area, affinché non resti un cappello inamovibile facendo decadere la qualità urbana di quella parte di terreno e quindi l’appeal dell’intera marina”.

Insomma, per Ricci Lecce ha delle caratteristiche e il Piano doveva essere conforme queste e alla vocazione della città. “Per Lecce non si è pensato a grandi centri commerciali o grandi interventi infrastrutturali per due motivi: Lecce non ne ha bisogno, la città non è vocata a questo. Gli interventi di rigenerazione vertono verso gli obiettivi della cultura, del turismo balneare e anche rurale, attraverso il sistema di costellazione delle masserie”.

“In più – conclude Ricci – il Piano è stato costruito in osmosi con i centri limitrofi, ed infatti abbiamo presentato strategie di riammaglio radiocentrico del sistema della mobilità, in modo che dagli snodi con la grande maglia territoriale, si possa arrivare ai parcheggi e proseguire per vie pedonali e commerciali, che si estendono oltre il cento storico nel sistema della città consolidata”.

16129446_10210050001679314_1425568177_o-2-2-2L’avvocato Giuseppe Fornari, promotore di “Una buona storia per Lecce”, come altri chiede al sindaco Paolo Perrone di spiegare ai cittadini perché tanta fretta di adottare il Piano urbanistico generale. “Perché, a fine mandato, il sindaco Perrone costringe i componenti della maggioranza in commissione urbanistica all'adozione a tappe forzate di uno dei più importanti, se non il più importante provvedimento di un'amministrazione comunale che scrive e determina il futuro dei prossimi venti anni della città?”

E ancora: "Perché, quando siamo già in campagna elettorale, pur di arrivare all'adozione del Pug, si è portato in Commissione urbanistica un atto pubblico che dava per acquisito il parere (in realtà mai rilasciato) da parte dell'Autorità di bacino?”

“Si tratta di un falso in un atto pubblico – è l’accusa di Fornari - ed è un fatto di una gravità inaudita. Ecco perché, a suo dire, “non è affatto strumentale la richiesta di ritiro della delibera avanzata da Carlo Salvemini e dagli altri consiglieri di minoranza”. “È invece una richiesta di legalità e trasparenza di fronte ad un’arroganza che sembra giustificarsi solo con l'urgenza di tutelare importantissimi interessi particolari a scapito di quelli dell'intera comunità”.

Parole forti, cui segue una richiesta: “Si lasci che del Pug si occupino il nuovo governo cittadino e il nuovo consiglio comunale che verranno scelti dai cittadini leccesi. Si fermi questa assurda prepotenza che ricorda tanto gli ultimi colpi di coda da fine impero”.

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