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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Santa Cesarea Terme

Il mega cantiere di Porto Miggiano finisce in un'interrogazione alla Camera

A tre ministri è stato chiesto da Ermete Realacci del Pd cosa intendano fare rispetto alla questione che da mesi sta animando il dibattito locale. A difesa dell'integrità del sito, in prima fila c'è il comitato di tutela

 

LECCE - Ermete Realacci del Partito democratico ha portato la questione di Porto Miggiano in Parlamento, presentando una interrogazione ai ministri per i Beni culturali e dell'Ambiente e per gli Affari regionali, il turismo e lo sport, rispettivamente Lorenzo Ornaghi, Corrado Clini e Piero Gnudi per conoscere quali interventi urgenti intendano adottare. Il documento sottoposto all'attenzione del governo la scorsa settimana, richiama la vivace mobilitazione organizzata spontaneamente dalle associazioni civiche e ambientaliste e la diffusa trattazione del tema sugli organi di stampa locali ma anche sui social network dove particolarmente attivo è il "Comitato di Tutela per Porto Miggiano". 
 
Nella incantevole località a pochi passi da Santa Ceserea, ha illustrato Realacci, "si sta consumendo un caso emblematico della situazione di sfruttamento selvaggio di territorio, deturpamento, incuria e abuso edilizio risulta essere il tentativo di costruzione, progetto peraltro incurante dei problemi di stabilità geologica della costa dell'area individuata, di un complesso turistico - residenziale, esteso su 15 ettari lungo la provinciale per Vignacastrisi, che prevede la realizzazione di 536 unità abitative divise in 66 sezioni, ristoranti, negozi, piscine, strutture sportive e tutte le opere di urbanizzazione connesse, per un investimento complessivo di 40 milioni di euro".
 
"Una vasta opera di cementificazione di un lembo ancora incontaminato della costa adriatica - prosegue il parlamentare del Pd, già esponente di Legambiente - nella zona a ridosso del parco regionale naturale "Otranto-Santa Maria di Leuca".  Conseguentemente, un'immensa colata di cemento, se non fermata, ricoprirà l'area denominata comparto 13 del comune di Santa Cesarea Terme classificata di notevole interesse pubblico e sottoposta a tutela (articolo 36 del decreto legislativo numero 42 del 2004) in quanto presenta ancora intatta la sua originaria bellezza e forma, degradando repentinamente verso il mare, un altopiano roccioso a guisa di anfiteatro circoscritto da una pineta di origine artificiale, impiantata nel 1933, la quale tende sempre ad espandersi con i nuovi rimboschimenti; inoltre per le sue macchie verdi ed essenze locali costituisce un quadro naturale di grande suggestione, nonché, per i resti di antichi monumenti, un complesso di grande valore estetico e tradizionale".
 
Realacci ha inquadrato il caso di specie nel contesto regionale, purtoppo segnato da un ampio ricorso all'abusivismo e ai reati ambientali. "La Puglia, con i suoi splendidi 865 chilometri di costa, si colloca al quarto posto nella classifica nazionale per reati accertati, con 1,7 violazioni per ogni chilometro di litorale, mille 505 infrazioni accertate (nel 2010) ovvero il 12,7 per cento del totale nazionale, mille 636 persone arrestate o denunciate e 658 sequestri effettuati nel territorio regionale. La Puglia è poi quarta anche nella classifica dell'abusivismo sul demanio pubblico dove le infrazioni accertate a tal riguardo ammontano a 412 solo nel 2010 e hanno comportato 270 sequestri e numerosi arresti".
 
“Legambiente auspica che questa interrogazione costituisca il primo passo per un intervento diretto ed efficace delle istituzioni sulla questione, troppo a lungo ignorata, perlomeno per limitarne i danni" hanno aggiunto Francesco Tarantini e Maurizio Manna, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Puglia. "Il Salento, vero motore del turismo pugliese, è già saturo di cemento e costruzioni abusive, spesso realizzate nel silenzio assenso delle istituzioni. Non possiamo permettere nuove colate di cemento che devastano le coste, condannano il settore del turismo e mettono a repentaglio aree già sottoposte a rischio idrogeologico. La vera vocazione turistica del Salento infatti è, e deve restare, la promozione e la salvaguardia del suo immenso patrimonio storico, artistico e ambientale”.
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