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"Premio per i Boc, Naccarelli restituisca 350mila euro"

Rotundo torna alla carica e dopo aver richiesto la rimozione del dirigente per i fatti di via Brenta, attaccando il sindaco, adesso vuole che tornino i soldi incassati. "I Boc? Un pessimo affare"

LECCE - E' un fiume in piena, Antonio Rotundo. Ancora oggi il capo dell'opposizione di centrosinistra a Palazzo Carafa insiste sulla questione di via Brenta, chiede la rimozione del dirigente comunale Giuseppe Naccarelli, che addita come colui che "ha concretamente istruito e sottoscritto quegli atti che lo stesso sindaco afferma essere contrari alla legge" e si spinge oltre: "Restituisca i 350mila euro di premio regalatigli per i Boc".

Ieri alcuni esponenti della maggioranza, fra cui l'assessore alle Attività produttive, Attilio Monosi, e al Personale, Michele Giordano, avevano risposto pan per focaccia al capo dell'opposizione. Monosi, definendo Rotundo "difensore di Adriana Poli" e parlando di "fumo negli occhi" per sviare, a suo dire, le vere responsabilità del pastrocchio; Giordano, anticipando quella che potrebbe essere la linea dell'amministrazione, almeno in questa fase: "Non fare processi sommari e non anticipare gli esiti dei percorsi giudiziari". Specificando come Naccarelli sia oggi non più dirigente del settore Economico finanziario, ma di quello Programmazione e gestione risorse comunitarie.

Ma Rotundo non ci sta e torna alla carica, spaziando dagli immobili del polverone, alla vicenda dei Boc. "Siamo convinti che anche i consiglieri della maggioranza voteranno il nostro ordine del giorno per sospendere immediatamente, almeno a livello cautelativo, il dirigente che ha istruito e sottoscritto il contratto di leasing di via Brenta, contratto che lo stesso Perrone ha più volte affermato essere contro la legge, in violazione delle norme urbanistiche, un malaffare tenuto nascosto e segretato e che rappresenta un danno per il Comune che sempre il sindaco ha quantificato in 21 milioni di euro, tanto da portare, se non annullato, al dissesto Palazzo Carafa", dice oggi il politico del Pd.

Rotundo chiede dunque "un segnale forte alla città nella direzione della trasparenza e del rigore morale" e si dice convinto che tutti i consiglieri "prenderanno le distanze da chi, come Perrone, ha invece deciso, per ragioni forse inconfessabili, di proteggere Naccarelli che per quello che ha fatto è francamente indifendibile". Parole dure, quelle di Rotundo, in uno scontro politico che non accenna a calare di tono. "Non si tratta di fare la caccia all'untore - specifica, quindi, il politico di centrosinistra -, ma di adottare scelte all'altezza della gravità e dell'allarme che ha suscitato in città lo scandalo di via Brenta. Per essere chiari, noi pensiamo che nel momento in cui la città è chiamata a stringere la cinghia a causa della crisi economica e sociale, nel momento in cui il sindaco aumenta le tasse ai leccesi e parla di possibile dissesto del bilancio comunale, è necessario fare scelte nette, tagliare gli sprechi e le spese inutili se si vuole essere credibili".

"Come si fa a chiedere sacrifici ai cittadini, come sta avvenendo in questi giorni con i lavoratori della Lupiae se non si ha il coraggio e la forza di recuperare il vero e proprio tesoretto che è stato ‘regalato' a Naccarelli dalla Giunta Poli-Perrone - aggiunge Rotundo - e che l'attuale sindaco non ha nemmeno per un attimo pensato di far rientrare nelle casse comunali, prima di aumentare l'Irpef e la Tarsu ai leccesi? Con quale credibilità il sindaco - prosegue - può parlare alla città, alla sua parte sofferente, ai giovani disoccupati, ai precari, ai cassaintegrati, alle tante persone in difficoltà, a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese se consente la vergogna che Naccarelli si goda il premio di ben 350mila euro?"

"Noi abbiamo presentato, in questi giorni, una mozione sui Boc che - contrariamente alle chiacchiere della campagna elettorale - si stanno rivelando un pessimo affare per il bilancio comunale e proprio per queste ragioni chiediamo che venga riconsiderata quella operazione. Ma questo esito dei Boc ci dice che non c'era affatto bisogno di dare alcun premio. Per questo - conclude Rotundo - quei soldi devono rientrare subito nelle casse del Comune".

Nella mozione si legge che "in questi anni si è registrata una crescita a livelli esponenziali del capitolo riguardante gli oneri finanziari per l'ammortamento dei prestiti ed il loro rimborso; nel 2008 - come certificato dal Conto Consuntivo approvato - il Comune ha pagato tra quota capitale e interessi la somma di 11 .910,000 euro; se consideriamo che solo nel 2006 il Comune pagava 8.617.000 euro, ci rendiamo conto di come nel giro di appena 2 anni gli oneri finanziari a carico del bilancio comunale siano spaventosamente cresciuti di oltre 3 milioni di euro; tale spirale perversa la dice lunga sulla convenienza e opportunità dell'operazione Boc e derivati e sui riflessi pesantissimi che essa ha auto sulle finanze comunali e sui contribuenti leccesi, ai quali l'attuale amministrazione Perrone ha inasprito la pressione fiscale con un prelievo aggiuntivo di oltre 10 milioni di euro all'anno".

E ancora: "Tale stato di cose se non radicalmente corretto, prospetta all'orizzonte una situazione di forte preoccupazione per la tenuta degli equilibri di bilancio ed i possibili rischi di dissesto". Da qui, l'impegno richiesto al sindaco Paolo Perrone ed alla Giunta che lo sostiene di "effettuare una verifica tecnico-amministrativa […] e ricercare ogni possibile soluzione tesa ad azzerare i rischi a carico del bilancio del Comune derivanti dalle condizioni proibitive dell'operazione dei Boc".

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