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Nervi tesi in casa dem

Presidenza del Pd pugliese alla foggiana Azzarone: Minerva evita lo scontro

Indicato già a febbraio, ha visto saltare l'accordo di cui era stato garante il neo segretario, De Santis, ma non ha voluto andare alla conta in nome dell'unità del partito e dell'esigenza di un deciso cambio di passo. Duro commento del deputato leccese Stefanazzi

LECCE – Il nuovo corso del Pd nasce in Puglia tra scosse di una certa intensità: la più forte è quella che ha portato, oggi, al passo indietro di Stefano Minerva che ha lasciato alla foggiana Lia Azzarone via libera per la presidenza dell’assemblea regionale, rinunciando alla conta dei delegati.

Il presidente della Provincia di Lecce era stato indicato a metà febbraio all’interno di un accordo tre le varie anime del partito prima del ballottaggio del 26 febbraio tra la mozione di Elly Schlein, poi risultata vittoriosa, e quella di Stefano Bonaccini (di cui Minerva era sostenitore). Nelle ultime settimane, però, quell’indicazione è stata messa in discussione fino ad arrivare alla scelta odierna da parte del nuovo segretario, Domenico De Santis, che pure di quell’intesa si era fatto garante.

Minerva, che ha avuto anche un confronto telefonico con la segretaria nazionale, si è quindi fatto da parte, lanciando dal palco dell’assemblea un invito all’unità e ponendosi - non senza un paio di accenni polemici verso coloro che non hanno saputo tenere la barra dritta sugli equilibri maturati -, come esempio di dirigente che sa anteporre l’interesse della comunità politica di cui fa parte al tornaconto personale. Quanto accaduto oggi non dovrebbe, comunque, intaccare il quadro generale. Lunedì si svolgerà l’assemblea provinciale: il segretario del Pd nel Salento sarà Luciano Marrocco che a Minerva è molto vicino.

La delusione di Stefanazzi

Il carico però ce lo ha messo il deputato leccese Claudio Stefanazzi, eletto alla Camera dopo essere stato il capo di gabinetto del presidente della Regione, Michele Emiliano:  “Solo un uomo con il suo spessore umano e intellettuale - ha detto con riferimento a Minerva - avrebbe potuto fare un passo indietro dalla presidenza del partito regionale. L'accordo raggiunto sulla sua presidenza era stato sottoscritto prima delle primarie dalle due mozioni e andava a premiare uno dei migliori amministratori pugliesi e dei giovani leader del partito democratico nazionale. Stefano si è arreso, sbagliando, alla corrente del nuovismo pugliese, che sembra essersi caricato il compito di una esegesi feroce dello spirito e della novità rappresentata dalla vittoria di Elly Schlein alle primarie”.

Il parlamentare ha poi calcato la mano: “Nuovismo, non novità, perché faccio fatica a rappresentare come nuovi i protagonisti di questa stagione (minoritaria in Puglia) legata alla nuova segreteria nazionale. Si è voluto a tutti i costi umiliare la componente ampiamente maggioritaria del Pd pugliese. Se questo è lo spirito di unità inaugurato dal nuovo corso politico che in Puglia rappresenta la segretaria nazionale, non posso che essere preoccupato. Molti dei protagonisti di punta di questa nouvelle vague politica hanno ampiamente beneficiato dello sforzo comune che il partito pugliese, con la leadership di Michele Emiliano, ha posto in essere negli ultimi lunghi anni”.

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