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Primarie: vigilia tra veleni e tentate riconciliazioni

Boccia chiude la campagna elettorale a Lecce, dove l'aveva iniziata, e torna ad attaccare Vendola, sui programmi: D'Alema rilancia il "problema politico", ma se vince Vendola, rischia anche lui

LECCE - Ultimo giorno di campagna elettorale per le primarie in Puglia: domani in tutto il territorio regionale, i simpatizzanti del centrosinistra si ritroveranno nei gazebo per designare il candidato ufficiale della propria coalizione in vista delle elezioni del prossimo marzo. Ma le polemiche non tardano ad acquietarsi e vanno in scena le "scintille" della vigilia. Vendola a Lecce ha rimarcato la sua linea politica, in un vero e proprio bagno di folla, all'Hotel Tiziano. Boccia è, invece, tornata ad accusare il governatore uscente, definendolo "uomo delle scissioni", mentre il Pd ha accettato le primarie nell'ottica dell'unione.

A Lecce, sono sfilate prima dell'intervento di Vendola alcune delle storie di uno spaccato di Puglia, in qualche caso, dolorose e piene di ansie: Giuseppe Muscatello, pittore disabile, Lory De Donno, operai in cassa integrazione di Adelchi, Maria Marotta, precaria da vent'anni all'opsedale di Nardò, Paolo Medici, dottoranda in sociologia, grazie al progetto "Ritorno al futuro", Irene Strazzeri del comitato "Donne pugliesi per Vendola presidente", Carlo Salvemini, esponente politico locale, che solo qualche giorno fa per sostenere il governatore si è dimesso dal Pd leccese.

Il suo intervento, in particolare, coglie nel segno: "Ci hanno detto dallo stesso palco qualche giorno fa che noi saremmo vittime di un paradosso e di un incantesimo politico, che il bene della Puglia passa attraverso l'alleanza con l'Udc, le sue arroganti decisioni e l'alibi di una fantomatica alleanza per il mezzogiorno, che sarebbe l'unica a permettere di vincere: siamo stati messi davanti alle stesse profezie fallimentari che abbiamo sentito nel 2005". "Ho inviato un sms dal mio cellulare - ha concluso - scrivendo che la Puglia Migliore non si Boccia".

L'economista barese Boccia, dal canto suo, replica a Vendola con un video su youtube in cui ribadisce di rispondere alle "aggressioni verbali" con la politica: "Raccontami piuttosto - afferma Boccia - le tue proposte, parlami dei temi, delle questioni reali, della sanità, del lavoro precario, del rapporto tra diritti e famiglie. Noi stiamo costruendo una proposta politica che può essere il futuro del Pd". Massimo D'Alema, a Foggia, lancia messaggi di pace, definendo il proprio rapporto di "affetto e stima", ma rilanciando il "problema politico". E, intanto, stasera Francesco Boccia chiude la propria campagna per le primarie proprio a Lecce, all'Hotel Tiziano, dove era iniziata cinque giorni fa: presenti al suo fianco Enrico Letta, Sergio Blasi e Salvatore Capone, con una serata presentata da Mauro Pulpito, mentre fa discutere la scelta dell'animazione serata e i suoi presunti costi. Saranno al Tiziano, infatti, Franco Califano e i Tiromancino.

E si moltiplicano in queste ore gli appelli del Pd pro Boccia: Teresa Bellanova, con un documento condiviso da altri quattro parlamentari pugliesi del partito, riconosce che le primarie "non sono una consultazione contro Vendola", ma una scelta tra due "opzioni politiche", cioè, o affidarsi alla vecchia coalizione, da un lato, e allargare all'Udc e all'Idv, dall'altro, mantenendo dentro anche "una risorsa importante come Nichi Vendola".

"L'allargamento della coalizione a Udc e Idv non è solo tattico ma strategico - precisa - questa alleanza, che è stata chiamata Alleanza per il Mezzogiorno, è un progetto politico di ampio respiro che va al di là anche delle elezioni regionali. Riunire le forze che in Parlamento si oppongono al Governo nordista di Berlusconi e Bossi, vuol dire costruire un'alternativa forte e concreta a quel Governo. In Puglia, grazie alla capacità ed alla determinazione di D'Alema, questa Alleanza è stata già sperimentata, per esempio nei Comuni di Bari e Foggia e nelle Province di Brindisi e Taranto, rivelandosi vincente. In realtà come quella di Lecce, invece, in cui questa coalizione più larga non è stata messa in piedi, si è concretizzata una drammatica sconfitta, ben riassunta dal 36% di consensi conseguito. È naturale, quindi, che questo progetto ampio muova i suoi primi passi in Puglia".

Dello stesso avviso il segretario provinciale, Salvatore Capone: "La Puglia corre il grosso rischio di ritornare nelle mani di quella stessa destra - afferma - che sta mortificando l'intero Paese ed il Mezzogiorno in particolare. La destra di Berlusconi e Bossi, con l'avallo di Fitto, potrebbe cancellare quello splendido lavoro da noi fatto e riportare la nostra Regione al disastro che abbiamo conosciuto fino a cinque anni fa. Il Pd sente il dovere di impedire che questo accada. Per fare questo è necessario aggregare alla coalizione che ha trasformato la Puglia tutte quelle forze che, come in Parlamento, avvertono l'esigenza di opporsi alla destra, a partire dalla Puglia. L'Unione di Centro e l'Italia dei Valori ci propongono di gettare qui in Puglia le basi di questo progetto, con la grande prospettiva di tornare a Governare il Paese e sottrarlo così alle disponibilità personali del Premier".

Ma le certezze dei democratici di Puglia vacillano dinanzi al sondaggio dell'Istituto Piepoli, che vedrebbe Vendola largamente favorito alle primarie, con un rapporto di 64% contro il 20% dei consensi di Boccia: e, a certe cifre, in genere, appare difficile spostare o ribaltare l'esito. Il Pd se lo augura, ma, al di là del sondaggio, se Vendola dovesse vincere le primarie, si porrebbe un dato politico molto serio, che va ben oltre le richieste o i veti (piuttosto discutibili dell'Udc): ancora una volta si sarebbe verificata una netta separazione tra le scelte dei dirigenti e la pancia del partito e della coalizione di cui il Pd vuole essere guida. E forse D'Alema dovrebbe iniziare a pensare che il vero problema politico si trovi da qualche altra parte rispetto ai suoi calcoli.

E dal centrodestra, il parlamentare del Pdl, Ugo Lisi, ironizza sugli sforzi elettorali di Francesco Boccia: "Se un marziano passeggiasse in questi giorni nelle città di Puglia penserebbe che l'amico Francesco Boccia si stia candidando alla presidenza dell'Onu… Mai avevamo assistito ad uno spiegamento di manifesti 6x3 di così grande entità, nemmeno quando tale forma di comunicazione fu portata alla ribalta da Silvio Berlusconi. Anzi, in tale occasione, assistemmo alle critiche e alle accuse da parte di tanti esponenti del centrosinistra e della loro cosiddetta ‘intellighenzia'".

Lisi trova strano che quello strumento di "prevaricazione mass-mediatica" si sia trasformato oggi in "un mezzo pubblicitario democratico per definizione": ciò a riprova, secondo il deputato, che per il centrosinistra italiano e pugliese, le azioni e le attività della politica e dell'amministrazione non sono "buone o cattive in sé, a seconda dell'impatto che generano sulla collettività che le riceve", ma "angeliche" o "diaboliche" a seconda che a promuoverle "siano loro o i loro avversari politici": "Personalmente - chiosa Lisi - non ero infastidito dai 6x3 del centrodestra e non lo sono ora da quelli di Francesco Boccia. Ma tutti quei ‘professori' che sono saliti in cattedra per accusare quella forma di comunicazione adesso che ne pensano? Sarebbero ancora disposti a pontificare sulla violazione della par condicio elettorale, oppure hanno cambiato semplicemente idea?"

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