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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Poligono Torre Veneri, Ue apre procedura d’indagine: Italia rischia una maxi multa

La Direzione generale "Ambiente", sulla base di un ricorso redatto anche da Lecce Bene Comune, intende verificare l'eventuale violazione della direttiva Habitat: per l'area militare mai istruita la valutazione di incidenza ambientale

LECCE – Una procedura di indagine della Commissione europea anche sul poligono militare di “Torre Veneri”. La Direzione generale “Ambiente” ha aperto un fascicolo per verificare l’eventuale violazione dell’articolo 6 della direttiva Habitat che tutela i siti di interesse comunitario (Sic) e zone di protezione speciale (Zps) con la previsione di precise procedure di valutazione ambientale per tutte le attività e i progetti ricadenti al loro interno.

Il passo ufficiale dell’organismo europeo è venuto in seguito ad una serie di ricorsi presentati dall’associazione ecologista “Gruppo d’intervento giuridico”. Uno di questi, redatto in collaborazione con Lecce Bene Comune riguarda proprio l’area di addestramento sul litorale adriatico (ma anche di Capo Teulada, in provincia di Cagliari), sulla quale è stato aperto un fascicolo dalla Procura per gestione illecita di rifiuti. Sul procedimento penale pende la richiesta di archiviazione dei pm titolari dell’inchiesta, ma il gip si è opposto congelando la situazione sino a dicembre e aggiornando la sua decisione al 15 dicembre.

In caso di condanna da parte della Corte europea di giustizia, l’Italia dovrebbe pagare una sanzione minima di poco meno di 10 milioni di euro oltre a una penalità tra i 22mila e i 700mila euro per ogni giorno di ritardo. L’applicazione della sanzione è comunque rapida: è la Commissione a decurtare l’importo dallo stock dei finanziamenti comunitari e poi lo stato membro si può rifare, per danno erariale, sull’amministrazione territoriale responsabile o su altro ente pubblico competente. Al momento sono 106 le procedure aperte contro l’Italia, un quinto circa delle quali per violazioni in materia ambientale.

E’ stata la stessa Lecce Bene Comune all’inizio della primavera a notare, tra le carte, l’assenza della valutazione di incidenza ambientale, che invece è obbligatoria. Della questione sono stati informati il ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia, la Provincia di Lecce e il corpo forestale dello Stato. La richiesta è comunque quella di sospendere le esercitazioni che impegnano il poligono per gran parte dell’anno. Anche perché di bonifiche vere e proprie dei fondali marini e dell’area dei bersagli sulla terraferma non ne sono mai state fatte, come appurato nel corso della scorsa legislatura da una commissione senatoriale. 

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