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Pronto soccorso in affanno, a rischio l'assistenza: Uil punta i piedi

Il sindacalista Riso mette sotto accusa i vertici della sanità: "Il personale è insufficiente negli ospedali della Asl e la qualità del servizio ne risente"

LECCE - Il Pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce torna nell'occhio del ciclone. Ad accendere un riflettore sui problemi dell'ospedale leccese questa volta è stata la Funzione pubblica della Uil.

Il segretario Mario Riso, in particolare, ha lanciato l'allarme sulle dure condizioni di lavoro del personale, "stressato dalle condizioni di sottorganico e da turni massacranti e disagevoli", da cui dipende la tenuta dei livelli minimi di assistenza garantita ai pazienti. 

Il sindacalista si è rivolto direttamente al governatore della Puglia, Michele Emiliano e al direttore della Asl leccese, Silvana Melli, lamentando "scarse condizioni di sicurezza nei Pronto soccorso degli ospedali della provincia" e chiedendo ai vertici della sanità l’adeguamento degli organici.

Questo il contenuto della lettera-denuncia, riportato dal periodico Salutesalento: "Interminabili sono le attese di pazienti e dei loro familiari, talvolta ammassati nei Pronto soccorso degli ospedali dell’Asl di Lecce privi di adeguate sale di attesa e astanterie".

E ancora: "A causa della grave carenza di personale, gli operatori, che pur dimostrano abnegazione e professionalità, non riescono ad erogare al meglio il servizio. Tale situazione è destinata ad aggravarsi con l’arrivo della stagione estiva a causa del notevole incremento della popolazione ingenerato dall’afflusso crescente dei turisti, ma anche per la necessità di garantire il godimento delle ferie a medici, infermieri e Oss e soprattutto legato alla chiusura di alcuni presidi ospedalieri forniti dei punti di Pronto soccorso".

"Pertanto chiediamo al presidente ed assessore Emiliano ed al direttore generale Melli se sono a conoscenza della persistente e grave situazione di disagio nei Pronto soccorso della Asl di Lecce, dove, in mancanza di personale non è possibile garantire i livelli minimi di assistenza e si mette a rischio la sicurezza dei lavoratori e degli stessi pazienti", prosegue il sindacalista.

La sua proposta è quella di rendere "operativi" i Pronto soccorso che vivono situazioni estremamente critiche, prima che si verifichino ulteriori e gravi disservizi. "La progressiva e ormai cronica riduzione di risorse umane, tecnologiche e finanziarie – conclude Riso - ha pregiudicato gravemente l’efficienza del servizio dei Pronto soccorsi, sui quali inevitabilmente incidono anche le decisioni assunte nella rimodulazione del piano di riordino ospedaliero regionale".

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