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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Giovani atleti senza "casa": la protesta nel cuore delle istituzioni

Lo stallo nell'iter di affidamento del palasport provinciale farà saltare l'attività agonistica per diversi mesi. Salvo una soluzione in tempi ragionevoli

LECCE – Si alleneranno nell’atrio di Palazzo dei Celestini, portandosi dietro per quanto possibile le attrezzature della rispettive discipline: scherma, ginnastica, basket, volley, calcetto, danza. Chissà che faccia faranno i turisti.

L’obiettivo è quello di spronare la Provincia di Lecce ad accelerare l’iter per l’affidamento in gestione del bel palazzetto dello sport “San Giuseppe da Copertino”, che sorge sulla via per Merine. Solo con la disponibilità dell’impianto, infatti, i giovani atleti di undici società sportive potranno allenarsi regolarmente, onorando così gli impegni agonistici e, soprattutto, la propria passione.

Insieme ai genitori, ai tecnici, agli amici, si sono ritrovati oggi davanti al cancello chiuso del palasport, inaugurato in pompa magna nel 2006 e ben presto attraversato da una serie di problemi gestionali sempre più acuti che hanno portato le associazioni a farsi carico delle pulizie, dell’apertura e della chiusura, senza per questo venir meno al versamento del canone di locazione stabilito nel disciplinare d’uso. Una determina dirigenziale ha stabilito la chiusura dell’impianto in attesa di una nuova fase gestionale, e per questo è stata sollecitata una manifestazione di interesse alla quale, pare, hanno risposto più soggetti, tra cui alcune società che già svolgono le proprie attività nel palazzetto. Mancherebbero alcune autorizzazioni, tanto che le associazioni hanno firmato a suo tempo una sorta di liberatoria.

La vera e propria gara, tuttavia, non è stata ancora bandita e l’incertezza sull’immediato futuro è massima. Le associazioni, infatti, sono rimaste tagliate fuori anche dalla richiesta di usufruire di altre strutture, facendo affidamento sulla possibilità di continuare ad allenarsi in sede. Il consigliere provinciale di Sinistra Italiana, Danilo Scorrano, ha presentato un’interrogazione al presidente Antonio Gabellone per comprendere quali motivi stiano rallentando la procedura già avviata e i tempi previsti per l’affidamento.

L’idea di trasferirsi, armi e bagagli, nel salotto istituzionale della città, è venuta ad uno dei genitori che sono intervenuti durante una sorta di assemblea pubblica che, per la prima volta, ha sancito una sorta di fronte comune in un ambito in cui, purtroppo più spesso di quello che si pensi, si marcia più divisi che uniti.

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Il problema dell’impiantistica sportiva non è esclusivo della Provincia di Lecce e non sarebbe corretto liquidarlo come conseguenza del declino dell’istituzione, costretta ad una sopravvivenza con poche deleghe, risorse e personale. Si tratta invece di una questione atavica a Lecce: pochi gli spazi pubblici fruibili e allora per garantirsi una sede, naturalmente condivisa con altre realtà, diventa fondamentale il ruolo del “politico” di turno che promette, che si interessa, che concede. Sarà probabilmente così anche in questo anno elettorale: le società sportive hanno un bacino di utenza molto ampio e fanno gola agli amministratori, a quelli in carica e agli aspiranti. Se lo aspettano i promotori dell’iniziativa odierna (tra questi Sandro Laudisa e Patrizia Tamburrano), nella quale hanno garantito la massima diffidenza nei confronti dei futuri “corteggiamenti”.

Guerra tra poveri, divide et impera. Insomma, un’espressione vale l’altra e rende bene l’idea di quanto poco importante sia ritenuto lo sport di base in città: eppure ci sono giovani talenti in odor di squadre nazionali e più in generale oltre un migliaio di ragazzi sottratti alla noia, alla strada e alle cattive frequentazioni. All’incontro di oggi era stato invitato lo stesso Gabellone, il sindaco Paolo Perrone (ma si trova all’estero), e il delegato del Coni: l’assenza dei rappresentanti locali del comitato olimpico è stata severamente stigmatizzata. A Rio piovono medaglie, a Lecce si chiudono i cancelli. 

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