“Trasferire punto cottura nell’ex pronto soccorso”: Ugl organizza nuovo sit-in
La manifestazione nella mattinata di domani, tra le 9 e le 12, davanti all’ospedale “Vito Fazzi”. Il sindacato scrive intanto a vertici sanitari e prefetto e chiede tavolo tecnico con Michele Emiliano
LECCE – La proposta è quella di trasferire il centro cottura dell’ospedale nei locali che ospitavano l’ex pronto soccorso, prima che fosse spostato al Dea. È l’idea di Ugl Terziario Lecce che, per la mattinata di domani, ha indetto un sit-in di protesta, dalle 9 alle 12, davanti al “Vito Fazzi”. Dal sindacato non ritengono sufficiente il motivo di Innova Puglia addotto per escludere i punti cottura, nell’ambito del tanto contestato restyling regionale: non basta, a dire di Ugl, sostenere che i locali non siano agibili.
Nello specifico fa riferimento a quello del nosocomio del capoluogo salentino: se si dovessero chiudere gli edifici per non agibilità, allora bisognerebbe farlo “per il 90 per cento delle strutture sanitarie di Puglia”, scrivono i portavoce dell’organizzazione sindacale che invocano “buon senso e razionalità per trovare soluzioni e recuperare i titoli di agibilità”. Sempre a detta dei referenti sindacali, inoltre, i locali dell’ex pronto soccorso ben si presterebbero a un punto cottura perché moduli prefabbricati e quindi riutilizzabili con adeguamenti minimi. Trattandosi dell’ospedale più grande della provincia, per Ugl è inammissibile che un punto cottura non venga lasciato nel "Vito Fazzi": sia per garantire una migliore qualità a pazienti e personale, sia perché il nosocomio è anche utilizzato dagli studenti universitari di Medicina.
Ultimo, e più urgente, il risvolto lavorativo: per Ugl spostare il punto cottura significherebbe perdere il 50 per cento della forza lavoro. Un motivo in più per chiedere un tavolo tecnico alla presenza del governatore Michele Emiliano. Il sindacato ha infatti convocato per domani un sit-in, tra le 9 e le 12: il provinciale Maurizio Lezzi ha inoltrato una missiva alle istituzioni per chiedere loro un incontro: ha infatti scritto al prefetto di Lecce e ai vertici della Regione Puglia e della Asl di Lecce, oltre che al direttore dell’ospedale del capoluogo salentino.