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Psichiatria in carcere: "Giusta direzione, ma organici carenti"

Visita del senatore Francesco Bruni a Borgo San Nicola su invito di Ruggiero D'Amato dell'Osapp. Il reparto ha aperto il 18 settembre. Assunto l'impegno di chiedere al Governo emendamenti per l'assunzione di nuovo personale

LECCE – L’annuncio ufficiale delle istituzioni, Asl e Regione, è arrivato in estate: a Lecce presto avrebbe aperto i battenti il reparto di Psichiatrica all’interno del penitenziario di Borgo San Nicola, primo in Puglia e uno dei più grandi d’Italia, con i suoi venti posti letto. Ma la notizia, che circolava già da molto tempo prima, già a metà settembre del 2016 aveva fatto sobbalzare tutti i sindacati di polizia penitenziaria, timorosi dell’insorgere di nuovi problemi a sovrapporsi su quelli già esistenti. In primis, a causa di una carenza di organico che è ormai uno dei leitmotiv di chi lavora nel carcere di Borgo San Nicola.  

Ora che è operativo dal 18 settembre, proprio per verificare la situazione e rimarcare eventuali criticità, il reparto è stato visitato dal senatore Francesco Bruni di Direzione Italia. Giovedì mattina Bruni si è recato nell’istituto penitenziario, accompagnato dai funzionari e dal dirigente dell’Unità operativa sanitaria, su invito di Ruggiero D’Amato, vicesegretario regionale di uno dei sindacati di polizia penitenziaria, l’Osapp. Il senatore ha avuto quindi anche un incontro con i detenuti e il personale in servizio.

Bruni: "Giusta direzione, ma manca l'organico"

“Ho aderito volentieri all’invito formulatomi dall’Osapp – spiega Bruni - che mi ha chiesto di verificare il funzionamento della sezione psichiatrica nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce. Ho potuto personalmente apprezzare il lavoro che, quotidianamente, svolge tutto il personale impiegato; credo si stia andando nella giusta direzione – aggiunge - soprattutto per quanto attiene agli aspetti sanitari mediante la buona organizzazione offerta dall’Asl”.

Il nodo resta però sempre lo stesso, gli organici troppo snelli rispetto alle esigenze. “Non posso però dire la stessa cosa per il servizio della polizia penitenziaria – dice, infatti, a tal proposito Bruni, non perché non vi sia il personale necessario, ma perché è insufficiente e ciò va a discapito della gestione del carcere di Lecce”.

Lo stesso senatore ricorda quanto più volte segnalato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, e cioè come urga domandare al ministero e al Dipartimento amministrazione penitenziaria un potenziamento del numero di agenti. “Questa struttura – dice - non può continuare in questo modo, né può svolgere funzioni che, seppur previste dalla legge, come per l’appunto l’apertura del nuovo polo di osservazione psichiatrica, pone in seria discussione la sicurezza e l’efficienza del personale che vi opera al suo interno”.

Fra le richieste, emendamenti per nuove assunzioni

D’Amato, ringraziando il senatore di Direzione Italia per l’attenzione posta ai vari problemi, così commenta: “Mi duole constatare ancora una volta quanto la situazione del carcere di Lecce sia in netto peggioramento anzitutto sotto l’aspetto del personale, giacché mancherebbero almeno 200 unità lavorative. Vivo apprezzamento esprimo pure per le dichiarazioni del dirigente sanitario che ci ha accompagnati in questa visita odierna e che ha voluto far proprie le nostre doglianze”.

Al senatore Bruni, invece, l’Osapp chiede “di farsi latore presso il Governo e presso il Dipartimento di quanto noi, da anni, andiamo legittimamente lamentando, fiduciosi come siamo in una possibile proficua e fruttuosa collaborazione”. Dal canto suo, Bruni ha assunto l’impegno di presentare, nella prossima settimana, un’interrogazione al ministro della Giustizia e, in occasione della approvazione della legge di bilancio del 2018, emendamenti che consentano l’assunzione di nuovo personale di polizia penitenziaria. Lo scopo: ridare l’ordinaria funzionalità al carcere leccese, scongiurando episodi incresciosi e consentendo agli agenti di non dover affrontare turni sovrumani.

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