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Cassa integrazione, calo ad aprile. Uil Lecce: “Nessun buon segnale”

Le ore autorizzate nel primo quadrimestre dell'anno, per l'intera provincia di Lecce, sono state oltre un milione e mezzo. Giannetto, segretario Uil: "Sempre più aziende travolte dalla crisi e risorse ancora in bilico, la ripresa economica è decisamente lontana"

LECCE - Meno risorse, meno cassa integrazione e meno occupati in provincia di Lecce. È questo il quadro tratteggiato dal terzo rapporto Uil, servizio politiche del lavoro sulla cassa integrazione relativo al mese di aprile 2015 e al primo quadrimestre dell’anno.

L’analisi dei dati Inps evidenzia una contrazione del meno 58,4 per cento di ore autorizzate nel mese di aprile rispetto a marzo dell’anno in corso (da 453 mila e 125 a 188 mila e 563); dati in controtendenza con la media pugliese che registra un aumento dell’84,8 per cento: in questo caso, pesano i valori relativi alle province di Bari e Taranto dove invece le ore concesse per l’ammortizzatore sociale crescono rispettivamente del 198,6 e del 139,6 per cento. Per Brindisi (meno 49,1 per cento) e Foggia (meno 59,5 per cento) numeri in linea con Lecce.

Il rapporto Uil analizza anche l’andamento dei primi quattro mesi dell’anno. Da gennaio ad aprile sono state garantite oltre un milione e cinquecentomila ore di cassa integrazione in netto calo rispetto allo stesso quadrimestre del 2014: meno 31,5 per cento. In questo caso i valori sono in linea con il resto della Puglia dove la diminuzione media è del 40,8 per cento. In Puglia, ad aprile 2015, i lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione sono 13 mila e 880. Di questi, circa 4 mila sono relativi alla provincia di Lecce.

“I numeri che sembrerebbero positivi – commenta il segretario generale Uil Lecce Salvatore Giannetto – nascondono in realtà un quadro ancora preoccupante che non fa pensare alla ripresa. Questi dati risentono infatti del sostanziale blocco della cassa in deroga che continua, quindi, ad essere poco utilizzata. Solo in queste settimane, va ricordato, sono state sbloccate le risorse per saldare il 2014. In realtà molte imprese, industriali e dei servizi, sono nel pieno di complicati processi di ristrutturazione o, addirittura, di dismissione di intere aree”.

“A tutto questo si aggiungono le tante vertenze irrisolte sul territorio, con gli over 50 che restano tagliati fuori dal mercato del lavoro e la disoccupazione giovanile in aumento – continua Giannetto -. La situazione era e resta drammatica. Finché il tanto ventilato venticello di ripresa non si tradurrà in effetti positivi sull’occupazione crediamo sia opportuno e necessario che il governo riflettesse sull’importanza dello strumento della cassa integrazione, prima di procedere verso una strada che ne ridurrebbe l'utilizzo”.

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