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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Le reazioni: “Tutto più semplice se il sindaco Perrone ci avesse ascoltato”

Codacons e Lecce Bene Comune, in prima fila nella vicenda della revisione degli estimi, ricordano a Perrone le esortazioni ad annullare le delibere che diedero via libera al classamento. Ma anche Palazzo Carafa esulta

LECCE - Soddisfazione, naturalmente da parte del Codacons che sin dall’inizio aveva chiesto all’amministrazione comunale di ritirare in autotutela quelle delibere. L’associazione cogli l’occasione per “sottolineare che, per rendere effettiva la sentenza, chi non ha fatto ricorso alla Commissione tributaria dovrà necessariamente fare istanza all’Agenzia del territorio finalizzata a chiedere il ripristino dei vecchi valori qualora ciò non fosse fatto d’ufficio dall’agenzia stessa”.

Infine, una stilettata al primo cittadino: “Adesso però il sindaco Perrone non ci venda la favoletta che ha vinto lui e la sua amministrazione. Tutta questa perdita di tempo, tutti i soldi spesi dai cittadini di Lecce per fare i ricorsi e per consentire alle associazioni dei consumatori di approntare una adeguata difesa, si sarebbe potuta tranquillamente evitare se solo il Comune di Lecce avesse preso atto delle evidenti illegittimità degli atti che aveva posto in essere”. Secondo un calcolo effettuato nei mesi scorsi, per le migliaia di ricorsi alla giustizia tributaria è stato pagato dai leccesi oltre un milione e mezzo di euro. Una cifra sicuramente stimata per difetto.

La città ha avuto contezza del procedimento di revisione, quando questo era già stato perfezionato ed iniziavano ad arrivare i primi avvisi di accertamento: la vicenda è diventata dunque oggetto di dibattito politico con l’interessamento di Lecce Bene Comune e poi delle altri componenti della minoranza consiliare. Carlo Salvemini, così commenta: “Trova così conclusione una tormentava vicenda politica amministrativa che Lecce Bene Comune ha avuto il merito di rendere pubblica, perché a lungo tenuta nascosta; di portare all'attenzione delle forze politiche in consiglio comunale; di tenere sempre viva anche mediante la spedizione di un volantino informativo alla cittadinanza. E che, per responsabilità di un immotivato pregiudizio politico del sindaco, ha costretto migliaia di leccesi a doversi difendere davanti alla Commissione tributaria provinciale per chiedere l'annullamento di avvisi di accertamento palesemente illegittimi. Costringendoli a sostenenere il peso degli esborsi finanziari legati al pagamento del contributo unificato e delle competenze dovute a consulenti e associazioni che in questi mesi hanno presentato i ricorsi.

"Una situazione che si sarebbe potuta evitare - prosegue il capogruppo di Lbc -, a beneficio di tutti, se il 20 novembre 2012 l’amministrazione Perrone avesse votato a favore della mozione presentata da Lecce Bene Comune con la quale si chiedeva la revoca della delibera di incarico all'Agenzia del Territorio al fine di disinnescare quella che s’annunciava come la bomba degli estimi”.

perrone_frotnale-3Esulta anche il Comune: “Ristabilite giustizia ed equità”.

Nonostante l'auspicio del Codacons, soddisfazione per la sentenza del Tar di Lecce è stata espressa anche il sindaco, dall’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, e da quello al Contenzioso, Luigi Coclite: “Con la sentenza emessa sugli estimi catastali, di fatto, il Tar annulla il procedimento di riclassamento attuato dall'Agenzia delle Entrate, già Agenzia del territorio, dichiarandolo illegittimo e mettendo la parola fine ad una fase di incertezza che ha esposto i cittadini leccesi a inutili contenziosi. Si sarebbe potuto evitare tutto ciò se l'agenzia, invece di avviare una spiacevole querelle, avesse recepito tempestivamente l'invito del sindaco di Lecce Paolo Perrone che, per ben due volte, ha tentato di risolvere la questione alla radice. E, invece, sono stati necessari due ricorsi al Tar, uno da parte del Condancos in cui il Comune di Lecce si è era costituito al fianco dei consumatori, e l'altro interamente portato avanti dall’amministrazione comunale, per vedere risolta una situazione certamente imbarazzante e sulla quale il Comune si era fin da subito dimostrato convinto delle proprie ragioni”.

Per Luigi Melica, dell’Udc, è necessario ora rivedere tutte le microzone: “Con la decisione di oggi, si dimostra che quando il sindaco e la giunta ascoltano le legittime insistenze delle minoranze, forse qualche buon risultato si ottiene. Paolo Perrone sia onesto e dica che se non fosse stato per le minoranze, non ci sarebbe stato l'ordine del giorno congiunto, né il ricorso al Tar e tanto meno quello delle associazioni dei consumatori, alle quali va il nostro plauso. Se non fosse stato per queste ultime, infatti, la situazione si sarebbe persa in partenza, visto che il ricorso presentato dal Comune è stato dichiarato improcedibile. Quando si fanno le battaglie per i cittadini bisognerebbe ascoltare anche le minoranze. E poiché avevamo visto giusto, a questo punto è obbligatorio e necessario rivedere tutte le microzone. È una vittoria di tutti e i cittadini devono essere soddisfatti”.

“E adesso chi risarcirà tutti i cittadini che sono stati costretti a spendere soldi per ottenere giustizia presso la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce”? La domanda è di Andrea Imbriani, segretario cittadino del Pd : “La verità – sostiene l’esponente democratico - è che nell’intera vicenda  questa amministrazione si è mostrata da un lato sorda alle sollecitazione costruttive del Pd e della minoranza in consiglio comunale e dall’altro insensibile rispetto ad una palese situazione di ingiustizia sociale prodotta dal provvedimento di riclassamento nei confronti dei cittadini leccesi”. 

Infine il commento di Pier Luigi Portaluri, che ha rappresentato in giudizio il ricorso ad adiuvandum della minoranza consiliare: “Viva soddisfazione per il successo di un’iniziativa processuale che ha sancito l’illegittimità di atti che aumentavano la pressione fiscale del contribuente senza considerare la consistenza oggettiva del suo patrimonio immobiliare. Positiva è anche la convergenza tra governo cittadino e opposizione a tutela dei legittimi interessi dei cittatini leccesi”.

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