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Recupero inerti nell’edilizia stradale. Obbligo del riciclo al 70 per cento

La giunta provinciale ha dato indirizzo agli uffici tecnici di prevedere il recupero e il riutilizzo del materiale inerte dalla demolizione di sovrastrutture stradali. Superati i livelli italiani per mettersi al passo dell'Europa

LECCE – Recupero di inerti nell’edilizia stradale: la giunta provinciale, guidata da Antonio Gabellone, ha dato indirizzo agli uffici tecnici di Palazzo dei Celestini di prevedere nei prossimi capitolati d’appalto e nei relativi progetti il recupero e il riutilizzo del materiale proveniente dall’attività di demolizione delle sovrastrutture stradali.

È infatti noto che l’inerte presente all’interno dei conglomerati bituminosi di cui sono piene le strade provinciali, essendo totalmente privo di catrame, ha caratteristiche tali da consentire il re-impiego nella formazione di miscele di aggregati destinati ad essere nuovamente utilizzati nel settore. Questa pratica comporterà un notevole risparmio nell’attività della estrazione dei materiali dalle cave e un immediato risparmio ambientale, oltre che un miglioramento della stessa qualità del nostro territorio, risparmiato da continue estrazioni.

“In questo senso la delibera della giunta provinciale – spiega lo stesso Gabellone - richiama ad un ricorso sempre più frequente delle tecniche di re-impiego dettate dalla direttiva dell’Unione europea 98 del 2008 che prevede per gli stati membri il raggiungimento entro il 2020 di una percentuale di riciclo degli inerti e dei materiali pari al 70 per cento, mentre l’attuale quadro normativo italiano si ferma solo ad una soglia di 30% di re-impiego dovuto per legge”.

“La Provincia di Lecce – prosegue - ha inteso guardare più in avanti, alzare questi livelli di riciclo e avvicinarsi sempre di più agli standard di efficienza dei paesi del Nord Europa, anche recependo le sollecitazioni della Confindustria di Lecce e delle associazioni di categoria degli edili che da sempre caldeggiano una svolta in questa direzione”.

L’ente, già da qualche tempo, aveva avviato la sperimentazione di alcuni appalti che hanno seguito questa logica, prevedendo il riutilizzo degli inerti per percentuali sempre più alte (è accaduto per il progetto della Nardò – Avetrana), ma ora si muoverà in questa direzione uniformemente, per tutti i suoi progetti e cantieri.

 

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