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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Referendum anti-trivelle: a Porto Cesareo è mobilitazione

Il volantino in distrubuzione dal gruppo politico Progetto Futuro per la Campagna Referendaria contro le trivellazioni nel mare salentino.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Anche a Porto Cesareo è partita la Campagna Referendaria per dire no alle trivellazioni nel mare salentino.

Presso il Municipio di Porto Cesareo in via Petraroli, tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.00, sono disponibili i moduli per raccogliere le firme necessarie a indire il Referendum.

Tra gli altri appuntamenti in corso di organizzazione, sabato 12 settembre dalle 17.00 alle 21.00 e domenica 13 settembre dalle 9.00 alle 13.00, in Piazza N. Sauro, area adiacente la chiesetta, uno stand appositamente allestito per la raccolta firme di residenti e turisti.

Si tratta di un'iniziativa avviata dal movimento "Possibile" guidato dall'ex esponente della minoranza del Pd Pippo Civati, poi sostenuta da diversi politici tra cui Rocco Palese del Movimento "Oltre con Fitto", e sposata dall'Amministrazione Comunale di Porto Cesareo, guidata dal Sindaco Salvatore Albano, che la sta portando avanti insieme al movimento politico di appartenenza Progetto Futuro.

Il Referendum proporrà l'abrogazione di quelle norme che hanno reso semplice alle multinazionali petrolifere investire nei nostri mari per l'estrazione di petrolio.

Per esprimere il proprio dissenso l'Amministrazione Albano si è mossa da tempo con diverse azioni: ben tre delibere di consiglio comunale all'unanimità contro la ricerca a mare di idrocarburi e contro le trivellazioni; inoltre nel novembre 2014 il Sindaco Albano, insieme al Presidente della Provincia Gabellone, ha scritto una lettera di proprio pugno al Presidente del Consiglio Renzi per invitarlo a soggiornare a Porto Cesareo, convinti come ancora sono tutt'oggi, che la conoscenza della realtà locale avrebbe distolto il premier dal perseguimento di una strategia politica industriale nelle coste salentine.

La battaglia perseguita, su cui ormai converge tutto il Salento, si fonda su un importante principio di derivazione comunitaria, ovvero che "il soddisfacimento dei bisogni delle popolazioni presenti non deve mettere a repentaglio la qualità della vita e le possibilità per le generazioni future".

Proprio questo principio comporta, nel caso di specie, il divieto di intraprendere attività di ricerca idrocarburi che anche solo potenzialmente possano provocare dei danni all'ambiente e all'ecosistema delle aree oggetto delle attività di ricerca.

Per il Sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albano "appare inverosimile che con un sistema normativo nazionale e comunitario orientato a tutelare in via principale l'ambiente da ogni pericolo anche in via preventiva, si possa arrivare ad autorizzare anche solo la ricerca della presenza di petrolio con spari di pericolose onde d'urto che, come già ampiamente dimostrato, causano danni irreparabili all'ecosistema naturale e ai fondali marini, fino ad arrivare a distruggere la riproduzione di intere specie di pesci e a provocare lo spiaggiamento e la morte di mammiferi marini. Porto Cesareo, come tutto il Salento, ormai vive e sopravvive di turismo, un turismo che ha come punto di forza irrinunciabile le risorse ambientali. Il mare cristallino, i fondali unici, la flora e la fauna protette, sono ciò su cui gira tutto il resto della strategia turistica attuale e su cui si sta programmando la strategia turistica e ambientale futura."

Per l'assessore all'ambiente Paola Cazzella, coordinatrice delle iniziative intraprese dal gruppo Progetto Futuro, "si tratta di una battaglia trasversale senza colore politico. Rivolgo un appello a tutti i cittadini, senza distinzione di collocazione politica, affinché tutti "appongano una firma" per la riuscita della causa e collaborino nelle attività di sensibilizzazione, di comunicazione e di raccolta firme. E' in gioco il futuro del nostro territorio!"

Nello specifico, due sono i quesiti a cui si chiede l'adesione per l'indizione del referendum:

QUESITO : ELIMINAZIONE DELLE TRIVELLAZIONI IN MARE

L'obiettivo del quesito è abrogare quelle parti dell'articolo 35 del cosiddetto "Decreto-sviluppo" (governo Monti, 2012) che derogano al divieto generale di trivellazioni entro le 12 miglia dal perimetro delle aree protette marine e terrestri, per quanto riguarda gli iter autorizzativi già in corso.

QUESITO: ELIMINAZIONE DEL CARATTERE STRATEGICO DELLE TRIVELLAZIONI

Si tratta di un quesito strettamente legato al quesito precedente. Attraverso lo "Sblocca Italia", il Governo ha incluso le attività di ricerca e coltivazione (estrazione) di idrocarburi tra le attività strategiche indifferibili e urgenti che, pertanto, possono usufruire di iter autorizzativi facilitati e in deroga (cancellando importanti elementi di garanzia e di controllo quali il vincolo preordinato all'esproprio e depotenziando la partecipazione delle Regioni e degli enti locali ai relativi procedimenti amministrativi), oltre a prevedere tempi più lunghi per le concessioni di esplorazione (fino a 12 anni) e di sfruttamento del giacimento.

Il quesito mira a eliminare il carattere strategico della ricerca e trivellazione di idrocarburi, riportando l'iter autorizzativo alla procedura ordinaria e, al contempo, riducendo la durata delle autorizzazioni di esplorazione e sfruttamento (rispettivamente 6 e 30 anni).

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