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Sabato, 20 Aprile 2024
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Referendum, "Locomotiva" traina verso il no seguendo le indicazioni di D'Alema

Lunedì 11 luglio, il segretario della “Locomotiva” Giulia Gigante e il responsabile dell’organizzazione Giacomo Bevilacqua, hanno partecipato alla riunione organizzativa presieduta e coordinata da Massimo D’Alema

COMUNICATO STAMPA "LOCOMOTIVA"

LECCE - Lunedì 11 luglio, il segretario della “Locomotiva” Giulia Gigante e il responsabile dell’organizzazione Giacomo Bevilacqua, hanno partecipato alla riunione organizzativa presieduta e coordinata da Massimo D’Alema, presso l’Hotel “Parco dei Principi” a Bari, in vista del referendum costituzionale che verrà sottoposto alla volontà popolare nel mese di ottobre.

“La Locomotiva” è pronta a sostenere la linea tracciata dal presidente D’Alema e a promuovere una campagna di “controinformazione” per contribuire alla vittoria del "no" in questa battaglia referendaria.

“Renzi ha trasformato il Referendum in una scelta plebiscitaria: “O con me o contro di me”. Soffocando qualsiasi tipo di riflessione, eliminando ogni opportunità di confronto all’interno del Partito, sradicando la tradizionale prassi del metodo dialettico che deve, sempre, precedere qualsiasi tipo di decisione e indirizzo politico”, afferma Giulia Gigante.

“Abbiamo partecipato all’incontro promosso da Massimo D’Alema, a Bari, assieme ai sindaci, agli amministratori e ai rappresentanti democratici. Non possiamo che condividere l’azione del Presidente. Una delle principali qualità della nostra Costituzione è la stabilità. E, tengo a precisare, che la stabilità dei governi non è data dalla legge elettorale, ma dalla credibilità dei partiti e dalla forza del sistema democratico.

Il Pd sta attraversando tempi bui, è obbligato ad agire all’interno di logiche carrieristiche, privo dell’appoggio del suo elettorato storico, delle forze sociali provenienti dal mondo studentesco e dei lavoratori. La sinistra dei club e dei cocktail sta bruciando ogni possibilità di instaurazione di un riformismo serio e responsabile.

Perdiamo un milione di voti e veniamo ripudiati dalle periferie, dalle fasce sociali più disagiate, dagli ultimi, insomma da quella categoria che ontologicamente la sinistra è chiamata a difendere e ad emancipare.

Non siamo disfattisti, abbiamo una proposta, un’alternativa come ha dichiarato D’Alema. Il Presidente ha illustrato tre punti a La Stampa, che comprendono la riduzione del numero dei parlamentari: 200 alla Camera, 100 in Senato, una commissione di conciliazione che snellisca l’iter legislativo, decidendo l’esito di un disegno di legge ove vi sia diversità di voto tra le due Camere.”

“E’ un problema di metodo” spiega Giacomo Bevilacqua “ Un problema di metodo e di comunicazione. Questa riforma non abolisce il Senato, ma abolisce il voto popolare per eleggerlo. Infatti, non sono ben chiare le procedure di elezione. L’unico fattore certo è che, il nuovo Senato, sarà costituito da “dopolavoristi”, come dichiarato dal Presidente D’Alema. Siederanno tra i banchi di Palazzo Madama sindaci e consiglieri regionali, che dovranno trascurare la loro attività negli enti locali per poter operare a Roma cinque giorni su sette. E’ un pastrocchio scritto in politichese. Noi non vogliamo distruggere nè l’operato del governo né “il quieto vivere” del nostro partito, anzi intendiamo salvarlo e migliorarlo. E lo faremo attraverso una battaglia politica di merito. Non intendiamo mollare il campo e lasciare spazio al più becero dei populismi.”

“Ci attiveremo da democratici che intendono risollevare le sorti di questo Partito e di questo Paese, con coscienza e lungimiranza.” Concludono il vice segretario Dario Bello e il coordinatore della segreteria Alberto Colucci.

“Per fare ciò, necessitiamo di un rapporto reale con il territorio, di politiche sociali credibili e in sintonia con la natura della sinistra italiana. Il PD deve essere un partito plurale, di massa e organizzato, non un partito liquido con una maggioranza di governo risicata e composta di transfughi. E’ finito il tempo dei “rottamatori”, è giunto, invece, il tempo dei “costruttori”, e potremo adempiere al ruolo che la vicenda storica reale pone davanti a noi se possediamo una “costituzione” adeguata.

Questo traguardo richiede sacrificio e lotta. E si lotterà…in prima linea”.

COMUNICATO STAMPA "LOCOMOTIVA"

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