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Regione contro Provincia sulla delega per la Formazione

L'assessore Toma contesta alcuni rilievi fatti dalla Regione al settore formazione della Provincia: "Solo noi siamo stati così criticati". Capone replica: "Scuse per nascondere ritardi della giunta"

LECCE - Regione contro Provincia e Provincia contro Regione sull'avvio delle attività di formazione professionale in regime di delega in provincia di Lecce. L'assessore al ramo a Palazzo dei Celestini, Ernesto Toma, critica i rilievi mossi da Viale Capruzzi, a firma del dirigente del servizio formazione professionale, al settore formazione provincia. Alla vicepresidente regionale, Loredana Capone, Toma rimprovera di aver omesso "di considerare che, con una nota del 22/5/2009, quando cioè era ancora Vicepresidente della Provincia di Lecce, la Regione Puglia, che è l'autorità di gestione del Fondo Sociale Europeo, aveva rilevato pesanti criticità nei sei avvisi pubblici che il competente servizio provinciale si apprestava ad emanare, di tale entità da inficiare la complessiva legittimità degli atti e porre seri pregiudizi per il prosieguo della azione amministrativa".

I rilievi mossi dalla Regione Puglia sono i seguenti: mancata contestualità della pubblicazione dei bandi sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia e sul sito istituzionale della Provincia, con violazione del principio della pari opportunità di accesso e di informazione nei confronti dei potenziali beneficiari; attività individuate negli avvisi non univocamente inquadrabili rispetto alle attività assegnate alla Provincia in regime di delega: tale criticità permane anche nella correlazione tra le "priorità di intervento" e le "azioni specifiche" indicate negli avvisi e le attività individuate, che talvolta manifestano sovrapposizioni con le attività di competenza regionale; incoerenza tra i contenuti degli avvisi e gli obiettivi ‘specifici' ed ‘operativi' in essi indicati, cosa che potrebbe essere causa di contrasto con il caricamento dei dati nell'istituendo sistema di monitoraggio; sottocriteri di selezione per l'esame delle proposte presentate non perfettamente coincidenti (in alcuni casi) con quelli deliberati nel Comitato di Sorveglianza Por Puglia Fse nella seduta dell'8/08/2008; assenza nel piano finanziario, per gli avvisi relativi all'asse "adattabilità", dell'obbligatorio contributo privato: manca cioè la previsione di inserimento della quota di cofinanziamento privato a carico dell'impresa beneficiaria, in difformità con la normativa regionale e comunitaria; possibilità di costituire raggruppamenti temporanei di impresa (RTI), non ammessa però da parte della Regione negli avvisi che prevedono la partecipazione, in forma singola o associata, di soggetti senza scopo di lucro; assenza della doverosa limitazione, nell'accesso ai bandi, alle candidature che vengono avanzate solo da organismi di formazione aventi sedi accreditate operanti nella provincia di Lecce o da imprese aventi unità produttive nel territorio salentino.

"E' purtroppo triste rilevare - ammette Toma - che solo il settore formazione professionale della Provincia di Lecce ha ricevuto rilievi di tale pesante criticità da parte della Regione Puglia. E' ancor più triste ed inspiegabile constatare che gli uffici non si sono allineati alle indicazioni fornite dalla Regione, ma hanno inteso invece perseverare nell'errore, senza porre in essere i necessari provvedimenti rettificativi nelle procedure di bando: nonostante i rilievi regionali si è cioè continuato a ritenere corretti i procedimenti avviati, esponendo la Provincia a responsabilità amministrative e probabilmente erariali".

"Questa Amministrazione - precisa l'assessore provinciale - intende invece operare sempre con chiarezza ed efficacia, chiamando a responsabilità se necessario ogni soggetto in essa operante, in ordine al rispetto della legge e delle procedure: e nello specifico caso delle indicazioni dell'autorità di gestione, dei rilievi cioè, formali e sostanziali, che i competenti servizi della Regione Puglia hanno posto". Toma ritiene doveroso ridurre l'eventualità dell'instaurarsi di contenziosi ed evitare carichi sul bilancio provinciale, favorendo responsabilità e chiarezza di fronte alle prescrizioni regionali, nel reciproco apprezzamento e nell'atteggiamento di cooperazione tra le istituzioni: "La Giunta Provinciale - assicura - prenderà sempre, oggi e nel futuro, le misure opportune e necessarie per qualificare in senso positivo la spesa relativa alle iniziative di formazione da realizzare sul territorio provinciale, per consentire ai soggetti destinatari delle risorse pubbliche impegnate, a quanti fruiranno dei corsi di formazione professionale, alle imprese operanti nel territorio salentino, di investire nei progetti approvati, con l'obiettivo di ottenere il miglior risultato in termini di efficacia, efficienza, qualità e prospettiva". Toma si domanda come mai la provincia di Lecce sia esposta al rischio di contenzioso o di non vedersi approvate le operazioni in sede di auditing da parte dei servizi comunitari, "peraltro in presenza di significative criticità rilevate dall'autorità di gestione": "Non è assolutamente pensabile - conclude - che la Provincia di Lecce, dopo aver proceduto con cospicui impegni di spesa alla pubblicazione di una serie di avvisi pubblici, non si adegui alle condivisibili prescrizioni e indicazioni regionali: peraltro, e questo chiude definitivamente la questione, ribadite proprio in data odierna dalla Regione Puglia, con una nuova nota puntualmente confermativa della prima, che sottolinea con chiarezza il ‘permanere delle criticità' ed evoca ‘eventuali difficoltà nella fase di valutazione dei progetti' da parte della Provincia".

La replica della Capone: "La giunta Gabellone nasconde la sua inerzia"

Pronta arriva in serata la replica della vicepresidente regionale, Loredana Capone, nonché capogruppo di opposizione a Palazzo dei Celestini: "Quelle osservazioni erano semplici suggerimenti che non avevano alcun peso sulla operatività dei bandi e quindi sulla valutazione dei tanti progetti presentati. La giunta Gabellone cerca altri escamotage per nascondere la sua inerzia e cerchi altri alibi per i gravi ritardi sulla Formazione Professionale".

La Capone rinfaccia a Toma di averci messo tre mesi e mezzo per valutare quei tanti progetti presentati dagli enti e dalle scuole, cercando ora "di inficiare ulteriormente la spesa di ingenti risorse, ben 11 milioni di Euro, che l'amministrazione provinciale tiene nel cassetto, mettendo in ginocchio il sistema territoriale della Formazione Professionale e impedendo alle scuole di mettere in atto i progetti presentati per tempo".

L'ex vice di Pellegrino sottolinea come i riferimenti alla Regione siano escamotage "mal riusciti", per riparare al danno che si sta creando al territorio: "Dopo tanti anni di attesa - afferma - le Province hanno finalmente ottenuto la delega alla Formazione Professionale per gli specifici temi in discussione e la Provincia di Lecce, che da sempre ha sostenuto la battaglia politica per il riconoscimento della delega, aveva messo in atto tutte le procedure per il rilancio del settore".

"Tale lavoro - prosegue - rischia ora di essere dissipato dall'inerzia colpevole di chi disconoscendo la delega si aspettava e si aspetta autorizzazioni regionali che non sono previste dalle norme e non sono dovute, ne arriveranno mai. La Dirigente regionale del servizio della Formazione Professionale ha sempre e solo espresso suggerimenti, anche da ultimo in una recentissima nota in cui precisa che ‘rientra nella piena autonomia dell'amministrazione provinciale di Lecce la predisposizione delle modalità operative utili a garantire il superamento delle eventuali criticità'. L'assessore avrebbe potuto sin dal suo insediamento chiedere alla Regione qualsiasi tipo di chiarimento e o informazione, avesse voluto, senza aspettare inutilmente il decorso di oltre tre mesi per chiedere un incontro e chiarimenti che hanno ulteriormente confermato la piena autonomia delle province. La sensazione comune è che questa amministrazione provinciale non abbia ancora consapevolezza piena dell'importanza della delega alla Formazione Professionale rispetto alla quale tanto si aspettano le aziende, gli enti, gli studenti e tutti coloro che hanno perso il lavoro o non l'hanno mai avuto".

"Aspettare altri due mesi - conclude la Capone -, come oggi ha dichiarato l'assessore Toma, è gravissimo specialmente in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo. Aspettare senza una valida ragione sarebbe davvero un delitto".

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