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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ricorso di Quinto al Tar per cinque candidati esclusi dal consiglio

Al noto avvocato si sono affidati Angelo Tondo, Attilio Monosi, Giorgio Pala, Laura Calò e Federica De Benedetto. Francesca Mariano contesta anche la stessa elezione di Carlo Salvemini

LECCE – A nome di cinque aspiranti consiglieri comunali, l’avvocato Pietro Quinto ha depositato al Tar di Lecce il ricorso contro l’attribuzione del premio di maggioranza al sindaco Salvemini.

La decisione dell’Ufficio elettorale centrale ha infatti escluso dall’assise cittadina, tra gli altri, anche Angelo Tondo, Attilio Monosi (Direzione Italia), Giorgio Pala (Fratelli d’Italia), Laura Calò (Grande Lecce), Federica De Benedetto (Forza Italia) che hanno deciso di affidarsi all’esperienza del noto amministrativista per condurre la battaglia legale.

Secondo Quinto l’ufficio elettorale preceduto da Alcide Maritati sarebbe incorso in chiari errori, sia dal punto di vista del merito che della forma. Un capitolo che assorbe parte delle 30 pagine del ricorso è dedicato alla procedura seguita: “Si è dapprima letto in data 19 luglio un dispositivo, e, successivamente, in data 24 luglio, si è depositata la motivazione articolata in dodici pagine, allegata allo schema del verbale. Solo che il verbale elettorale, articolato in paragrafi, non è una sentenza, ma un atto amministrativo ricognitivo, predisposto su modelli ministeriali, che richiamano le norme di legge applicabili per l’attribuzione dei seggi, e segnatamente, l’articolo 73, decimo comma, del Testo Unico e le corrispondenti operazioni aritmetiche. Si tratta – come precisato dal Consiglio di Stato – di un atto a contenuto vincolato, che non necessita in  quanto tale di una motivazione. Ciò perché l’Ufficio centrale elettorale applica un metodo aritmetico assolutamente vincolato nell’effettuare la proclamazione degli eletti”.

Per Quinto dunque, la motivazione di 12 pagine allegata al verbale da Maritati dimostrerebbe la “disapplicazione della lettera e della ratio della disposizione, che, attraverso il voto disgiunto per il calcolo dei voti validi al primo turno ai fini dell’attribuzione del premio di maggioranza, ha inteso salvaguardare sia la governabilità che la rappresentanza delle liste. Finalità del precetto normativo clamorosamente disattesa e violata dalla anomala decisione della commissione elettorale, di per sé esorbitante dai compiti istituzionali propri di un organo amministrativo”.

Entrando nel nocciolo della questione, invece, il legale ritiene errato il calcolo fatto dalla commissione per individuare il bacino dei voti validi: “Il montante da prendere in considerazione per la verifica del superamento della soglia del 50 per cento sarebbe pari a 93.053 voti con la conseguenza che il 50 per cento di tale cifra corrisponderebbe a 46.526,5 voti, sicché nessuna lista al primo turno avrebbe ottenuto tale risultato (secondo tale logica, sarebbe stato necessario conseguire l’inverosimile risultato del 90 per cento delle preferenze di lista al primo turno senza ottenere l’elezione del sindaco collegato). Ma proprio tale esemplificazione dimostra la irrazionalità di siffatta lettura della disposizione. Il meccanismo invocato sterilizzerebbe la scelta del legislatore che, come ripetutamente affermato dalla giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, ha inteso salvaguardare il voto degli elettori e la rappresentatività delle liste”.

Il ricorso firmato da Quinto è stato preceduto, di due giorni, da quello dell’avvocato Luigi Mariano a nome della ex consigliera Francesca Mariano (candidata in Direzione Italia e in ogni caso esclusa dalla ripartizione dei seggi) la cui strategia è quella di appellarsi contro l’attribuzione del premio di maggioranza e, in via incidentale, contro la stessa elezione del sindaco Carlo Salvemini.

Il presidente del Tar, Antonio Pasca, ha intanto emesso il decreto di fissazione dell’udienza per la discussione del merito. Si svolgerà l’11 ottobre. Sarà lo stesso Pasca relatore l'istruzione del ricorso. "È una ulteriore dimostrazione – ha commentato l’avvocato Pietro Quinto – della tempestività della giustizia amministrativa avuto riguardo anche alla sospensione dei termini per il periodo feriale".

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