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Gasdotto, prime schermaglie di battaglia giudiziaria: “Integrazioni fornite oltre i termini”

Il Comitato No Tap pronto a rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale. La documentazione sollecitata dalla commissione Via sarebbe stata presentata dopo la scadenza. Ma il consorzio replica: "E' un abbaglio, tutto secondo i tempi richiesti"

LECCE – Dopo il via libera del ministero, pronti a seguire la via giudiziaria. Per opporsi alla realizzazione del gasdotto progettato da Tap, gli attivisti stanno allestendo un’offensiva basata sulla mole di documentazione acquisita fino ad oggi. Le contestazioni sono sostanziali, cioè su aspetti tecnici dell’opera proposta, ma anche formali.

Tra queste ultime, il comitato segnala la violazione del termine perentorio per la presentazione delle integrazioni allo studio di impatto ambientale e sociale. Il 18 marzo, infatti, la commissione di valutazione d’impatto ambientale del ministero aveva sollecitato il riscontro alle 48 prescrizioni emesse entro lo scadere del 45esimo giorno e in una “soluzione unica”.

Tap avrebbe invece consegnato quanto richiesto in più fasi, producendo addirittura documentazione sostitutiva e non integrativa di quella già depositata. Per il Comitato No Tap l’intera procedura è viziata da falle che verranno allo scoperto davanti ai giudici. E questa annunciata appare solo come una prima schermaglia. Ma per il consorzio si tratta della consueta svista degli attivisti: le risposte al ministero sono state depositate, assicurano dal quartier generale di Tap, il 17 aprile, ben prima dunque della scadenza. Di più: successivi documenti sono stati presentati come integrazioni volontarie in un secondo momento, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

In attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato i tecnici ministeriali ad esprimere un parere positivo, ma anche le indicazioni tecniche che dovranno essere necessariamente seguite, il comitato infatti sta preparando il terreno ad una nuova fase della battaglia che adesso è certamente ancora più complicata. La Regione Puglia, in sede di Conferenza dei servizi, può opporsi al via libera al progetto, ma in quel caso la decisione finale passerà al Consiglio dei ministri, la cui volontà politica è ampiamente nota: il gasdotto s’ha da fare, perché considerato strategico per l’Italia e per l’Europa. Tant’è.

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