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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Via i sigilli all’ex convento dei Domenicani. Cantiere restituito al Comune

Il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento di sequestro dei cantieri dell'ex convento dei Domenicani e della scuola dell'infanzia "Pisanello" di Parabita disposto dalla Procura nell'ambito dell'inchiesta sulle procedure dell'appalto. Accolto il ricorso del legale Quinto

PARABITA – Un nuovo tassello a favore dell’amministrazione comunale di Parabita sulla vicenda legata alle procedure per l’affidamento dei lavori di recupero ed efficientemento  energetico  dell’ex Convento dei Domenicani e della scuola dell’infanzia “Pisanello”. Il tribunale del Riesame infatti ha disposto l’annullamento del provvedimento di sequestro probatorio dei due cantieri riguardante i due immobili comunali, emesso il 10 settembre dal sostituto procuratore Paola Guglielmi, titolare del fascicolo, e ordinando la restituzione degli stessi al Comune che già a fine giugno aveva provveduto a completare l’affidamento del relativo appalto

. La vicenda si è dibattuta dapprima in sede amministrativa, ma ora ha avuto anche i suoi risvolti penali a seguito degli esposti di alcuni professionisti riguardo alle procedure legate alle nomine per la progettazione e la direzione dei lavori. A seguito anche di un crollo del solaio della scuola dell’infanzia “Pisanello” di via Ferruccio, la Procura aveva accelerato e disposto i sigilli dei cantieri rigettando la successiva richiesta di dissequestro avanzata al magistrato inquirente dal legale del Comune di Parabita, l’avvocato Pietro Quinto. Da qui l’istanza di ricorso presentata dallo stesso legale al Tribunale del Riesame nelle scorse ore ha annullato il provvedimento di sequestro.               

Secondo quanto rende noto lo stesso avvocato Pietro Quinto “il Tribunale ha accolto in particolare le censure afferenti la carenza di motivazione del provvedimento di sequestro probatorio, adottato dal pm al dichiarato fine di svolgere ulteriori indagini sulle procedure di affidamento dell’appalto in relazione alla ipotesi di reato di abuso d’ufficio a carico di ignoti avuto riguardo alla nomina di un direttore dei lavori non conforme alla vigente normativa in materia di interventi di ristrutturazione sui beni di interesse storico artistico”. Nel dettaglio il difensore del Comune ha rilevato che la tipicità del procedimento amministrativo e la questione interpretativa in ordine alla necessità di una specifica qualifica (ingegnere o architetto) del direttore dei lavori “erano documentalmente acquisiti e risolvibili in termini di stretto diritto”.

Di particolare importanza, secondo la prospettazione dell’avvocato Quinto, gli esiti dei giudizi amministrativi (Tar e Consiglio di Stato), che, con riferimento al procedimento d’appalto della progettazione esecutiva e della direzione dei lavori, avevano respinto i ricorsi dell’architetto Cataldo, partecipante alla gara, avverso l’aggiudicazione in favore della ditta D’Apollonia. La questione dibattuta in sede amministrativa, ma ripresa anche in sede penale dopo l’esposto, riguardava l’interpretazione applicativa della norma che riserva agli architetti gli interventi di restauro degli immobili di rilevanza culturale, ma per la parte tecnica prevede anche la competenza degli ingegneri. Dopo le sollecitazioni e le diffide giunte anche della Soprintendenza e dall’Anac (l’autorità nazionale anticorruzione) a carico del Comune, si era mossa la procura che aveva disposto il sequestro dei cantieri per una ipotesi di abuso d’ufficio a carico di ignoti.

In difesa del Comune di Parabita, nell’ambito dei ricorsi anche al tribunale del Riesame per ottenere il dissequestro, è stato sostenuto “che i lavori di efficientamento energetico dei due edifici, per la loro intrinseca natura tecnica, potevano essere diretti da un ingegnere e non necessariamente da un architetto, come statuito dal giudice amministrativo, in contraddittorio, peraltro, con i rispettivi ordini professionali”. Con la riconsegna dei cantieri nelle mani del Comune si potrà quanto prima definire la ripresa dei lavori e questo, a quanto rammenta sempre il legale Quinto, eviterà l’irreparabilità del danno evidenziata dal sindaco del Comune di Parabita, Alfredo Cacciapaglia, per la possibile perdita dei finanziamenti. Una circostanza che secondo Pietro Quinto viene avallata  d’altro canto “anche dallo stesso funzionario della Soprintendenza, nelle dichiarazioni rese al pm, che aveva affermato che il Soprintendente, di fronte ai diversi orientamenti interpretativi della giurisprudenza sulla portata dell’articolo 52 del Rd 2537 del 1925, ed alla formulazione poco chiara della norma, aveva ritenuto di non sospendere i lavori del cantiere per non cagionare un eventuale danno erariale all’ufficio”.  Per i lavori di recupero ed efficientemento energetico del palazzo ex convento dei Domenicani in via Fratelli De Jatta e della scuola dell’Infanzia “Pisanello” in via Ferruccio, l’amministrazione comunale di Parabita ha ottenuto un finanziamento di 2milioni e 250 mila euro.

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