rotate-mobile
Politica

Cura dimagrante per la casta che verrà: consiglieri regionali ridotti da 70 a 50

Il parlamentino pugliese approva all'unanimità la riduzione dalla prossima legislatura dei rappresentanti presenti in assise. Per Vendola, segno di "sobrietà". Congedo critico: "Si poteva fare di più". Scoppia l'ira dell'Udc

La Regione Puglia riduce da 70 a 50 i consiglieri che presenzieranno nell’assise consiliare nella prossima legislatura: dal 2015, dunque, a Viale Capruzzi, una drastica cura dimagrante, sancita dal voto all’unanimità di tutti i rappresentanti del parlamento regionale, nella seduta di consiglio, proprio nel giorno in cui sono scattate le manette per Fiorito, dopo giorni di polemiche sugli sprechi attorno al “caso Lazio”.

La casta si assottiglia, attraverso l’approvazione della proposta di legge dell’ufficio di presidenza che ha modificato ed integrato lo statuto della Regione Puglia, nella parte riguardante il numero dei consiglieri regionali. Il testo ha assorbito altre due proposte analoghe, una a firma di Palese (Pdl), Damone (Ppdt) e Bellomo (I Pugliesi) e l’altra a firma di Losappio (Sel) e Disabato (PpV), prevedendo un plenum di 51 consiglieri regionali, comprensivo del presidente della Regione eletto.

Nello statuto, è inoltre prevista una norma che affida ad un collegio dei revisori dei conti i compiti di verifica e controllo dei bilanci dei gruppi consiliari. A voler trovare il cosiddetto “pelo nell’uovo”, qualcuno potrebbe eccepire sul fatto che le modifiche statutarie non riguardino l’attuale consiglio, che, quindi, resta immune da ogni “dieta”. Ma resta, comunque sia, un importante segno di discontinuità con la logica del “poltronificio”.

Il presidente Nichi Vendola parla di “segnale di sobrietà”, ma non “il primo” in assoluto, visto che “in passato il consiglio regionale pugliese ne ha dati molti di segnali di sobrietà”: “Siamo – precisa in una nota - il consiglio regionale d’Italia che spende di meno, la metà di quello che spendono gli altri consigli regionali. Ora si tratta di continuare in questa opera”.

Soddisfatto in parte il consigliere Pdl, Saverio Congedo, che afferma: ”La riduzione del numero dei consiglieri regionali e il contenimento dei costi della politica erano punti qualificanti del programma elettorale sulla base del quale il centrodestra ed io personalmente avevamo chiesto e ottenuto il consenso degli elettori, e che con la votazione di oggi ho inteso doverosamente rispettare. Ciononostante, credo che si potesse fare di più e meglio, elaborando  nei tempi giusti una proposta organica e complessiva realmente risolutiva delle tematiche della riduzione dei costi della politica a cominciare dalla eliminazione delle infinite sacche di sprechi che si annidano nell’amministrazione regionale”.

Per Congedo, si sarebbe dovuto intervenire con rigore “sui veri nodi del costo della politica in Puglia, quali la mancanza di una legge sul controllo di assessorati, agenzie, enti e società partecipate la cui gestione sfugge ad ogni tipo di controllo”, sulla “moltiplicazione di carrozzoni clientelari in cui si assume e si largheggia negli incarichi politicamente corretti”, sulla “gestione della sanità i cui costi sono ormai fuori controllo a fonte di un servizio sanitario scadente”, su “una burocrazia insostenibile la cui inefficienza è una delle reali cause della protesta e dell’indignazione popolare in atto, senza trascurare i sette assessori esterni a carico delle casse regionali per otto milioni di euro nei cinque anni”.

Chi sembra non aver preso bene l’esito della discussione è il gruppo Udc, dopo la bocciatura di un emendamento sulla riduzione immediata del numero degli assessori esterni. E scoppia la polemica con l’accusa rivolta ad una “maggioranza sotto scacco, che viene costantemente limitata nelle sue funzioni dalle minacce di dimissioni da parte del presidente della giunta”.

“Restiamo critici e contestiamo il comportamento del presidente del consiglio Introna che ha dichiarato inammissibile l’emendamento Udc – ha sottolineato Salvatore Negro –. La riduzione da subito del numero degli assessori esterni avrebbe consentito un risparmio di un milione e seicentomila euro all’anno e avrebbe dato ulteriore sobrietà, autorevolezza e credibilità al consiglio regionale”.

“Tra l’altro – spiega Negro - l’esperienza di questi anni ci ha dimostrato che, tranne per pochi casi, gli assessori esterni non hanno rappresentato un valore aggiunto per il governo regionale e rappresentano un’offesa nei confronti dei consiglieri della maggioranza probabilmente non considerati all’altezza di tale compito. Siamo certi che se si fosse votato su quell’emendamento e fatto ricorso al voto segreto molti esponenti della maggioranza avrebbero espresso la stessa nostra opinione”.

“Purtroppo – ha concluso Negro – ancora una volta abbiamo dovuto assistere al penoso spettacolo di un consiglio regionale mortificato nel suo libero pensiero e nelle sue funzioni perché sotto la minaccia di dimissioni da parte del presidente della giunta”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cura dimagrante per la casta che verrà: consiglieri regionali ridotti da 70 a 50

LeccePrima è in caricamento