rotate-mobile
Politica

Rifiuti, la grande azzuffata: violento scontro politico e accuse incrociate

L'emergenza fa paura, e scatta la disputa Blasi-Gabellone, con incursioni di Conservatori e riformisti e Palese

LECCE – La grande azzuffata. Sull’emergenza rifiuti, spettro sempre incombente, lo scontro in atto è feroce. Un’ammucchiata in cui non ci si risparmia accuse reciproche. Una vicenda contorta per un nodo in cui non se ne viene a capo, ma che fa registrare il tutto esaurito in tema di colpi bassi. Da sinistra a destra, volano accuse con Sergio Blasi, consigliere regionale del Pd, che mette sulla graticola il presidente della Provincia, Antonio Gabellone. Per Blasi, i timori di Gabellone in vista dell’estate, celerebbero “la volontà aprire Corigliano”.

Blasi menziona anche le quattordici associazioni che di recente hanno diffidato la Regione sulla possibilità di mettere in funzione l’impianto di Corigliano d’Otranto (Cittadinanzattiva Maglie, Comitato pugliese acqua bene comune Bari, Lip pugliese rifiuti zero, Lilt, Consulta ambiente Csv Lecce, Forum terzo settore Lecce, Forum ambiente e salute Lecce, Radice Neviano, Forum difesa del territorio Cutrofiano, Adoc LecceS sveglia cittadina San Cesario di Lecce, Scisciula San Donato di Lecce, Nuova Messapia Soleto).

La popolazione a suo dire sarebbe già a forte rischio tumori “a causa dell’inquinamento delle acque profonde”. E aggiunge: “Quello che Gabellone chiama approssimativamente stallo burocratico in merito alla discarica di Corigliano - riferendosi a recenti dichiarazioni - nella realtà si chiama Piano regionale di tutela delle acque ed è uno strumento che serve a garantire la salubrità delle acque che i cittadini consumano”.

Blasi riannoda poi i fili della memoria e spiega che “dalla falda sulla quale l’allora presidente Fitto fece costruire questa discarica, l’Acquedotto Pugliese preleva proprio quell’acqua che arriva nelle nostre case attraverso i rubinetti”. Ergo, “è assolutamente di buon senso non farlo entrare in funzione, perché c’è il rischio di avvelenare i pozzi da cui preleviamo l’acqua con cui cuciniamo, ci laviamo o che beviamo”.

Il suo suggerimento: “Alleggerire il carico dei rifiuti a Cavallino o a Ugento, e di conseguenza a Statte, attraverso il riciclo della frazione umida, costruendo gli impianti di compostaggio per i quali il compagno di partito di Gabellone, l’ex presidente dell’Oga, Paolo Perrone, non è riuscito a bandire in tempo utile le gare, nonostante ne abbia avuto tutto il tempo”.

Ma Gabellone proprio non ci sta e a stretto giro richiama Blasi a un esercizio di autocritica “per restituire la verità ai cittadini che attendono la soluzione dei problemi”. Chiedendosi cos’abbia fatto in questi anni e soprattutto perché non abbia partecipato alla Commissione ambiente, “a cui era invitato al pari dei rappresentanti istituzionali della sua stessa formazione politica, che erano presenti, preferendo disertarla per concedersi a comunicati fuorvianti”.

Soprattutto, Gabellone vuole mettere ordine sulla questione del Piano dei rifiuti varato dalla Giunta di Raffaele Fitto quindici anni or sono “con la ‘ipotesi’ di una discarica di servizio-soccorso a Corigliano”. E spiega a tal proposito che Blasi scorderebbe “che a quella decisione si giunse per volontà dell'Ato Lecce 2, in cui lui era vicepresidente”.

“Dimentica Blasi di ricordare – aggiunge il presidente di Palazzo dei Celestini - che il Piano di tutela delle acque adottato nel 2008 dalla Regione Puglia, con presidente Vendola, prevedeva l'impossibilità di insediare discariche nell'area di Corigliano, ma contestualmente indicava con espressa deroga la possibilità di utilizzo di quella già prevista nel Piano dei rifiuti”. Insomma, rispedisce al mittente ogni responsabilità.

Il tema agita anche gli animi del gruppo regionale dei Conservatori e riformisti, formato da Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola, che hanno chiesto al presidente della Commissione ambiente, Filippo Caracciolo, l'audizione di Michele Emiliano, dell'assessore Domenico Santorsola e del presidente della Provincia di Lecce, Gabellone.

20160412_135838-2A Emiliano, in particolare, gli esponenti di Cor addebitano inerzia, dopo essersi impegnato in Consiglio regionale rispondendo a un ordine del giorno a loro presentato, il 31 luglio scorso, freschi d’insediamento, “proprio perché apparve chiaro che una delle emergenze principali di questa legislatura era quella dei rifiuti, visto che si stavano utilizzando solo discariche private alle quali attraverso deroghe era stata data l’autorizzazione a smaltire rifiuti solidi urbani indifferenziati. Un procedimento che si è soprattutto pesato sulle tasche dei pugliesi costretti a pagare una tassazione altissima. Una delle più alte in Italia”.

Fra loro, Ignazio Zullo in particolare, gli attribuisce di avere la memoria corta come consigliere regionale di maggioranza della Giunta Vendola. “I primi incontri alla Regione Puglia per l’assegnazione dei Pon Fers 2007/2013 – dice - sono avvenuti solo alla fine del 2013” e “furono promessi per all’Ato Lecce 14 milioni e 720mila euro, di cui 13 milioni per l’integrazione funzionale degli impianti esistenti e per la realizzazione di impianti di compostaggio e 1 milione 720mila per la rifunzionalizzazione degli impianti per la raccolta differenziata di Campi Salentina ed Ugento”.

Ma, prima “riunioni su riunioni, cercando di far quadrare i conti e le situazioni nei vari Comuni”, poi nel settembre del 2014 “l’invio di tutte le delibere approvate alla Regione Puglia, chiedendo più volte e incessantemente agli uffici di poter sottoscrivere i disciplinari per l’assegnazione di suddette somme”.

Quindi, stop per le elezioni e il 23 luglio scorso “la doccia fredda: di tutti quanti i finanziamenti che erano stati promessi nel 2013, all’Ato Lecce sarebbero pervenuti solo 1 milione 894mila 765 euro e 91 per la realizzazione dell’impianto di recupero di materia dai rifiuti nel Comune di Cavallino, 4 milioni 200mila per la realizzazione dell’impianto di compostaggio sempre nel Comune di Cavallino e 2 milioni per la realizzazione dell’impianto di compostaggio di Tricase. Praticamente quasi la metà in meno”. E non solo. “A oggi questi disciplinari non sono stati firmati”.

L’ombra della temporanea chiusura della discarica di Statte (problema previsto a suo tempo con la prima emergenza delle scorse settimane) e dell’immondizia per le strade di Lecce, ma anche del basso Salento e delle marine, dove “la raccolta porta a porta non partirà prima di giugno”, fa rabbrividire Rocco Palese, vicepresidente della Commissione bilancio della Camera dei deputati.  

“Una vergogna di cui la Regione Puglia, unica colpevole, deve assolutamente farsi carico - tuona - ordinando immediatamente la rimozione dei rifiuti, stanziando un apposito fondo in favore dei Comuni e trovando quanto prima la soluzione”.

Palese trova poi “inaccettabile il rimpallo di responsabilità politiche ma anche il tentativo maldestro di qualche esponente della maggioranza di far ricadere colpe su sindaci e Provincia dinanzi ad una situazione che denunciamo ininterrottamente da undici anni in ogni sede, istituzionale e non”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rifiuti, la grande azzuffata: violento scontro politico e accuse incrociate

LeccePrima è in caricamento