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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Rifiuti, niente spending review. I Comuni devono restituire le somme ai gestori

Accolti i ricorsi di Ecotecnica, Progetto ambiente e Bianco igiene ambientale e annullati i provvedimenti di riduzione del canone. L’eliminazione del settore dei rifiuti dall’ambito di applicazione della spending review era peraltro già stata riconosciuta a livello ministeriale

LECCE - La spendind review non si applica al settore dei rifiuti. Si tratta di un principio affermato ieri dalla prima sezione del Tar di Lecce (presidente Antonio Cavallari, relatore Jessica  Bonetto). I ricorsi erano stati avanzati da aziende quali Ecotecnica, Progetto ambiente e Bianco igiene ambientale, in seguito alla riduzione del canone di gestione dei servizi del 5 per cento da parte dei Comuni di Lecce, San Donato di Lecce, Aradeo e Castrì di Lecce, in seguito all’entrata in vigore del decreto legge 66/2014 (il decreto Irpef), per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di risparmio di spesa di 360 milioni di euro indicato dal governo.

I gestori si sono sentiti penalizzati dalla riduzione ed hanno quindi contestato i provvedimenti davanti al Tar, evidenziando come la finalità della norma, che è quella di far conseguire alla pubblica amministrazione un risparmio di spesa, fosse incompatibile con la sua applicazione ai contratti di concessione nella materia dei rifiuti.

Questo, come illustrato dagli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto, perché nella materia oggetto di discussione la legge di stabilità del 2014 impone alle pubbliche amministrazioni di far pagare il servizio interamente dall’utenza. Un’eventuale riduzione del canone, dunque, non avrebbe prodotto alcun riflesso sulla spesa delle pubbliche amministrazioni.

I giudici amministrativi hanno condiviso tali argomentazioni, annullando i provvedimenti di riduzione del canone, rilevando, peraltro, come l’eliminazione del settore dei rifiuti dall’ambito di applicazione della spending review fosse stata riconosciuta a livello ministeriale, poiché il codice relativo a quei servizi era stato cancellato dall’elenco delle attività che dovevano concorrere al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione.  E i Comuni ora dovranno restituire gli importi ai gestori.

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