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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Rimpasto, coro unanime dal centrodestra: "Vendola discrimina il Salento"

Gabellone punta il dito contro l'ennesimo cambio di gestione della sanità, dopo "i disastri di questi tre anni". Congedo: "Di male in peggio, si conferma cronico baricentrismo". Pagliaro (Mir): "La nostra terra dimenticata"

LECCE - “Siamo ormai ad una giunta regionale da ultimi saldi, in cui continua l’umiliazione delle professionalità operanti da tempo in consiglio regionale e si inaugura la stagione dei cambi retribuiti di casacche. Nelle scelte di Vendola registriamo, per di più, la conferma di un ormai cronico Bari-centrismo e la discriminazione ai danni della Provincia di Lecce, ridotta ad un solo assessorato e privata anche della vice-presidenza".

È questo il parere del consigliere regionale del Pdl, Saverio Congedo, che sottolinea come Vendola sia "ormai abbarbicato al suo estremo fortilizio dopo l’amaro risveglio dai dolci sogni di promozione, si continua ad andare di male in peggio”.

Anche il coordinatore provinciale del Pdl, Antonio Gabellone, non si esimi da alcune considerazioni politiche: “taglio” dei costi e abbattimento del numero degli assessori interni o esterni non ci sono stati. "Anzi, un piccolo - spiega - ridimensionamento da 14 a 12 si concretizza maggiormente in una mossa tutta politica del governatore, che apre alla stampella dei centristi assicurando alla sua fragile maggioranza in consiglio il sostegno dei montiani".

"Fatto ancor più importante, grave e penalizzante - spiega Gabellone - il Salento si vede dimezzato nella rappresentanza all’interno del governo regionale. Si passa da 2 assessori e 1 annessa vicepresidenza a un assessorato ridimensionato e stop, senza la forte rappresentatività della vicepresidenza, con l’altro assessorato centrale (Agricoltura) che torna appannaggio di altre espressioni territoriali".

"Ora un solo esponente del Governo Vendola - prosegue Gabellone - è espressione della provincia di Lecce. Un dato eloquente; da coordinatore provinciale del Pdl non posso che prendere atto del fallimento completo della disastrosa politica sanitaria di tagli e chiusure di ospedali portata avanti da ben 3 assessori alla Sanità negli ultimi 3 anni. L’ultimo a farne le spese anche Attolini, sostituito dalla Gentile, a cui andrà il compito di rifare per l’ennesima volta il modello sanitario della nostra Regione, oramai nel caos ospedaliero più totale".

"Sempre da Coordinatore provinciale del Pdl - conclude - non posso che assistere impotente al regolamento di conti interno alla maggioranza del centrosinistra, da dove vengono allontanate personalità di spicco, colpevoli solo di orientamenti talvolta difformi dalla linea del Governatore. Non è un segnale confortante, per una giunta regionale che dovrebbe essere la massima espressione di collegialità e confronto della nostra Puglia.

Pagliaro: "Il rimpasto di Vendola allunga l’agonia della Puglia, dimenticando il Salento"

"L’esito nefasto delle elezioni politiche per Sel e l'intera sinistra ha convinto Nichi Vendola a ricordarsi della Puglia, ma, tanto per cambiare, a dimenticarsi ancora una volta del Salento". Anche Paolo Pagliaro, neo coordinatore regionale di Mir Puglia, interviene sul rimpasto della giunta regionale, che di salentino "ha davvero ben poco, pur essendo il Salento quasi la metà del territorio regionale".

"Solo - dichiara - tre esponenti. Niente più vicepresidenza e Vendola estrae dal suo cilindro due nuovi assessori esterni semi-sconosciuti. Alla Provincia di Lecce resta soltanto Loredana Capone. Una rappresentanza per nulla in linea con la dignità di un territorio che vuole e deve contare di più. Per noi, però, non è solo una questione di rappresentanza geografica, ma piuttosto di coerenza politica e di qualità amministrativa".

"Sulla prima - insiste Pagliaropagliaro-3-2 -, Vendola rinnega tutto il repertorio di critiche e offese fatte a Monti e ai montiani. Sulla seconda, appare proprio difficile che basti un semplice rimpasto della Giunta, a fronte di numerose richieste di azzeramento, per dare slancio a una Regione incartata, a un sistema economico moribondo e a una politica della sanità pubblica disastrosa. Non è con i colpi di teatro che si può aiutare il territorio a venir fuori dalla crisi che lo soffoca".

"La scelta migliore per Vendola e per i cittadini - conclude - sarebbe stata quella di lasciare e cambiare aria, anzi ché insistere in una politica fallimentare. Ma la verità è che alla Sinistra interessa solo poter conservare quel minimo di potere ancora rimasto, prima che il vento nuovo spazzi via tutto e che il Presidente della Regione Vendola resti solo un brutto ricordo per tutti i pugliesi".

Baldassarre: "Vendola fa il rimpasto per riscattarsi dopo che il suo modello è stato bocciato"

"Dopo aver tenuto in 'ostaggio' la Puglia per mesi e mesi, adesso il Presidente Vendola tenta il 'riscatto', si fa per dire, con una nuova giunta che non ci sembra abbia le caratteristiche della squadra da combattimento di cui si parlava". È questo il commento dell'europarlamentare del Pdl, Raffaele Baldassarre: "L’improvviso ritrovato interesse per la Regione, da parte del governatore, è figlio dell’incertezza post elettorale e assomiglia molto al solito fumo negli occhi lanciato tante volte in passato".

"Dopo aver viaggiato verso Roma - prosegue -, girando l’Italia in lungo e in largo, Vendola fa ritorno a casa con le pive nel sacco. Sostituisce qualche assessore e pensa di aver trasformato la sua sconfitta totale in un armistizio per ricompattare un po’ di spiriti inquieti a sinistra. Forse farebbe meglio a fare compagnia al suo ex assessore Stefàno a Roma e dare respiro ai cittadini di questa terra, ricca solo delle sue illusioni".

Simona Manca: “Rimpasto old style: Vendola ci riporta indietro nel tempo"

“Vendola ha scelto chiaramente di riportarci indietro nel tempo, attingendo ai più obsoleti metodi della vecchia politica”. Così il vice della Provincia di Lecce Simona Manca commenta la composizione della nuova Giunta della Regione Puglia guidata da Nichi Vendola e resa nota questa mattina.

“Le logiche dei partiti ed il consociativismo - puntualizza - hanno guidato il presidente della Regione in un rimpasto old style. In questa fase Vendola ha due problemi: il rilancio dell’azione di governo e l’allargamento della maggioranza. Problemi che egli stesso ha confermato a più riprese. Sul primo abbiamo dubbi profondissimi che questa Giunta dei compromessi sappia far ripartire la Puglia massacrata su tutti i fronti, sanità e lavoro in particolare. Sul secondo, invece, crediamo che Vendola abbia raggiunto in effetti il risultato di allargare la maggioranza, ma a cui non corrisponde certo un allargamento del consenso dei pugliesi. Anzi, le urne hanno dimostrato il contrario".

"L’arrugginita giostra delle poltrone e delle ricompense politiche gli consentiranno di sopravvivere, non di interpretare al meglio la volontà dei cittadini e tanto meno di dare risposte. Basti osservare il singolare percorso del neo assessore Di Gioia (un ex aennino!), passato alla velocità della luce dal centrodestra al centro di Monti e approdato ad una giunta di centrosinistra. Anche i più vivaci saltimbanchi impallidiranno. Vorrà dire che Vendola non è poi così tanto allergico al montismo e che Monti non è poi così lontano da Vendola e dalle logiche di partito, visto che ha scelto deliberatamente di svendersi per un assessorato in Puglia".

Questa operazione - puntualizza ancora Simona Manca - sa di muffa. Non è più ammissibile sacrificare merito e competenza sull’altare degli equilibri politici. Mi chiedo come faccia il presidente della Regione Puglia ad ignorare completamente l’avviso di sfratto alla vecchia politica che gli italiani hanno inviato con il voto di febbraio”.

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