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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"Il Salento senza ulivi è un luogo spettrale": agricoltori in due piazze

Due manifestazioni in centro a Lecce per chiedere un intervento deciso in agricoltura. Coldiretti chiede la testa dell'assessore Di Gioia; Confagricoltura propone la riconversione decisa dal basso

LECCE – Due manifestazioni in due piazze diverse, a Lecce. Ma con un obiettivo comune: quello di rilanciare l’agricoltura salentina messa in ginocchio dalla piaga della xyella.

Piazza Sant’Oronzo è stata occupata da agricoltori, vivaisti e frantoiani che sostenevano le ragioni di Coldiretti e Unaprol. Le due associazioni sono state le prime a chiedere le autorizzazioni per il corteo che è partito alle 9.00 dal Foro Boario e si è snodato per le vie centrali del capoluogo. I trattori di Coldiretti hanno sfilato in via XXV luglio e poi si è tenuto un comizio gremito nella piazza centrale.

Il secondo corteo invece è partito da piazzale Vittime del Terrorismo ed è approdato in piazza Mazzini: qui si è tenuto il comizio dei rappresentanti di Confagricoltura, Cia, Confcooperativa Copagri e Lega Cooperative.

La differenza nelle due proteste era tutta nel taglio politico che hanno voluto dare Coldiretti e Unaprol: il loro dito era ben puntato contro i ritardi della Regione Puglia e le presunte inadempienze dell’assessore regionale al ramo, Leonardo Di Gioia.

La prima manifestazione di Coldiretti in piazza Sant’Oronzo

“Fermiamo la Xylella E' #disastrocolposo”, “Burocrazia fa più danni della Xylella”, “Piu' scienza e meno stregoni”, sono solo alcuni degli slogan che si leggono su striscioni e cartelli della protesta  a firma Coldiretti e Unaprol.   Le due associazioni, nel corso della mattinata, hanno anche scaricato tonnellate di legna infetta davanti ai palazzi del potere.

Il batterio, è bene ricordarlo, è avanzato rapidamente verso il Nord del Salento, infettando 21 milioni di piante e provocando danni per oltre un milione di euro. Il territorio pieno di uliveti rigogliosi si è trasformato in un paesaggio lunare e, secondo gli agricoltori, non c’è più tempo da perdere.

I rappresentanti leccesi, brindisini e tarantini delle due associazioni di categoria salvano poco e niente di quanto fatto finora. Hanno definito il decreto Centinaio “una misura vuota” e hanno puntato il dito contro i cavilli burocratici che hanno legato le mani a tutti. coldiretti 2-2-2

“Gli agricoltori non sono il bancomat della politica. A Di Gioia chiediamo lumi sul da farsi: gli ulivi della zona infetta devono essere eradicati? Possiamo procedere con gli innesti? Non sappiamo come muoverci: abbiamo bisogno di risposte chiare. I vivai stanno morendo e stiamo smantellando i frantoi mentre il batterio avanza. La xylella è una piaga che ha trovato nella politica i propri complici. Gli agricoltori sono rimasti senza fondi e senza indicazioni sul da farsi. Ma l’agricoltura non può morire di burocrazia e pavidità”, hanno spiegato dal palco i referenti di Coldiretti.

“Se non verrà fermata l’epidemia nei prossimi cinque anni –  hanno aggiunto - rischia di essere infettato l’intero mezzogiorno d’Italia dalla Basilicata alla Calabria, dalla Campania al Molise. Dall’autunno 2013, data della prima segnalazione di anomali disseccamenti su un appezzamento di olivo a Gallipoli – sottolinea Coldiretti – la malattia si estende senza che sia stata applicata una strategia efficace per fermare il contagio. Il conto dei danni causati dalla Xyella è salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi di euro mentre si assiste a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate”.

Video: il corteo dei trattori sfila per la città

Coldiretti ha attaccato apertamente sia la Regione Puglia, chiedendo le dimissioni di Di Gioia, sia l’Unione Europea a causa di un sistema di controllo, “con frontiere colabrodo” che si sarebbe rivelato inefficace.

“Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che – ha concluso la Coldiretti – devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati”.

Il consorzio olivicolo Unaprol, per parte sua, ha deciso di procedere all’acquisto di 100 mila piante di ulivo leccino resistenti alla xylella che verranno consegnate ai nostri olivicoltori.  Lo ha annunciato il presidente di Unaprol, David Granieri: “Siamo qui  per denunciare l’assoluta distrazione della Regione Puglia che, negli anni, non ha prodotto alcun atto concreto in favore del Salento. Se da quando si è scoperto il primo focolaio si fossero stanziate delle risorse adeguate, ora avremmo la possibilità di ricostruire almeno metà degli uliveti salentini infetti. Chiediamo al governo di via Capruzzi azioni concrete perché gli agricoltori salentini hanno mantenuto in vita le aziende a proprie spese, pur non avendo colpe. Nessuno è stato risarcito per il danno della xylella, gli unici fondi disponibili sono quelli Cipe che non sono ancora stati spesi”.

La seconda protesta di Agrinsieme in piazza Mazzinicoldiretti 3-2

Gli olivicoltori, i frantoiani e le associazioni agricole che si riconoscono nel coordinamento di Agrinsieme (Cia, Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza per le Cooperative) insieme ai rappresentanti delle comunità locali si sono date invece appuntamento in piazza Mazzini, sotto lo slogan “Il Salento vuole vivere”.

Tutte le organizzazioni unite  nella seconda piazza hanno espresso posizioni più morbide sulle determinazioni della politica, accogliendo con favore il decreto del ministro Centinaio relativo a gelate e xylella.

A loro dire si tratta di un primo passo, a cui dovrà seguire l’elaborazione e l’attuazione di un più vasto piano di sostegno agli agricoltori pugliesi e rilancio dell’agricoltura della regione.

“Questa è un’emergenza che richiede interventi urgenti, era necessaria una nuova manifestazione nel territorio caldo di Lecce e dovevamo farlo adesso – ha precisato Luca Lazzaro, presidente di Confagricoltura Puglia -. Servono misure di emergenza per eliminare gli alberi infetti, riconvertire la produzione e rilanciare l’economia del territorio che è bloccata, così come sono bloccati gli investimenti e lo sviluppo. Occorre intervenire al più presto con misure di contenimento per impedire che il vettore della xylella continui a viaggiare; servono risorse”.

Confagricoltura, ha ricordato il presidente, ha già presentato una proposta di legge di iniziativa popolare che parte proprio dai territori: “Le comunità locali devono decidere autonomamente quale sarà il futuro dell’agricoltura salentina e quale direzione prendere. il progetto di riconversione agricola non può essere calato dall’alto ma va concordato dal basso”.

Pantaleo Greco, presidente nazionale sezione olivicola Confagricoltura, ha invece denunciato “l’immobilismo totale della politica” a ogni livello, dalla provincia fino all’Unione Europea.

“La xyelella è un cataclisma che ha prodotto almeno 1,2 miliardi di euro di danni,  ma nessuno in 5 anni è ancora riuscito riesce a prendere il torno per le corna. Ormai siamo alla distruzione totale: ci sono stati 2 decreti, uno rilasciato in sede di conferenza Stato – Regioni e uno approvato ieri dal Consiglio dei ministri, entrambi privi di concretezza. Il piano di sviluppo rurale è vergognosamente fermo. È necessario procedere, invece, con un piano straordinario d’interventi che consiste nell’esportazione delle piante secche e nel reimpianto con 2 varietà di ulivo resistenti, cioè tolleranti alla xylella, che sono il leccino e la favolosa. L’anno scorso iniziato gli espianti e per 30 ettari abbiamo dovuto aspettare 9 mesi per ottenere i relativi permessi. La burocrazia ci sta strangolando”.

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