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Verso il ballottaggio, Salvemini apre a Delli Noci: "Ci incontreremo"

Il candidato del centrosinistra disponibile al confronto: "Lo faremo senza mediatori". E a Giliberti dice: "La tua coalizione ti ha già sfiduciato"

LECCE - Carlo Salvemini apre il confronto con Alessandro Delli Noci. Il candidato sindaco giunto secondo alla conta dei voti del primo turno, con 16 punti di distacco da Mauro Giliberti, ha dichiarato in conferenza stampa che incontrerà il terzo, Alessandro Delli Noci, che ha distanziato di 12 punti.

"Non stiamo parlando di scorciatoie politiciste - ha spiegato ai suoi e alla stampa nel comitato elettorale -, come qualcuno potrebbe ritenere. Senza giri di parole, come è mia abitudine, dico che ho seguito il percorso politico di Alessandro Delli Noci al quale nei mesi scorsi ho manifestato, pur nelle divergenze di alcuni passaggi, stima per il suo sforzo di coinvolgere nello spazio pubblico della partecipazione e del protagonismo tantissimi cittadini. Per chi come me crede nel valore della politica, qualunque iniziativa spesa in tale direzione è benvenuta. Abbiamo avuto in questi anni una dialettica civile e rispettosa, sempre. Abbiamo biografie e riferimenti politici diversi che spesso hanno incrociato temi comuni. La sua campagna elettorale per il suo schieramento di forze – all’interno delle quali si sono spesi e misurati convintamente anche esponenti del centrosinistra leccese – ha proposto l’urgenza di mandarla a casa questa amministrazione con parole e frasi perentorie e inequivocabili, e ha declinato il tema del cambiamento come inevitabile e necessario".

"Queste premesse - ha concluso sul punto Salvemini - rendono per me doveroso e naturale il confronto tra di noi. Che per il rispetto che dobbiamo alla città e a chi rappresentiamo io intendo avviare con lui. Lo farò e lo faremo alla luce del sole. Lo farò e lo faremo senza mediatori, sui temi e le proposte per Lecce. Nelle prossime ore ci incontreremo e valuteremo le condizioni per un impegno comune rivolto a dare alla città un nuovo governo".

Ci sono un ragionamento politico e un altro numerico alla base di questa apertura. Il primo verte sul tema del cambiamento e della discontinuità dal ventennio di governo ininterrotto del centrodestra, agitato dall'ex assessore della giunta Perrone come andasse a una crociata, tema che ha ora una opportunità concreta di portare a compimento.

Di contro, questo il secondo punto, l'esponente del centrosinistra sa che, dati alla mano, una preclusione a priori sarebbe un lusso destinato a infrangersi sul muro di una impietosa realtà: quello di una città dove la sinistra sconta, in tutte le sue sfumature, dalle più accentuate alle più sbiadite, uno scollamento profondo soprattutto con certe aree urbane popolose e perifiche, ma non solo. Se nei 17 plessi ai quali fanno riferimento le 101 sezioni cittadine (un'altra è presso il "Vito Fazzi") Salvemini non è mai arrivato primo, una ragione profonda c'è e non può essere rilbaltata da una campagna elettorale, per quanto "bella" e generosa possa essere stata: il gap varia dai due in zona centrale ai quaranta punti di alcune periferie.

Rien va plus? Forse no. Il ballottaggio è tutta un'altra partita, si dice: "Si parte dalla stessa linea" ha dichiarato Salvemini. Ma dimenticarsi della lezione sulle condizioni oggettive del contesto è un lusso che la sinistra ha dimenticato troppe volte, così come ha dimenticato per almeno due decenni una estesa periferia sociale (che non corrisponde necessariamente a quella urbana) alla quale non è stata offerta una vera alternativa: è vero, quando non hai in mano le leve dell'amministrazione è un bel problema affrontare i nodi del disagio e della marginalità, ma rinunciare all'idea di poter presidiare lo spazio pubblico della comunità offrendo almeno la possibilità di una alternativa che si può toccare con mano, con un volto e con delle idee, è una colpa innegabile. Non solo a Lecce, ma in Italia e probabilmente, con contorni diversi, in Europa e negli Stati Uniti.

Eppure in quelle periferie Salvemini, che dopodomani ricomincerà la campagna "strada per strada" in vista del ballottaggio del 25 giugno, ha intercettato qualche crepa - una parola di incoraggiamento, una battuta - che ha preso la forma di un voto disgiunto a suo favore di proporzioni interessanti. Ecco perchè, a Mauro Giliberti che gli ha fatto sapere in mattinata che lui potrà contare sulle simpatie dell'elettorato di destra di Delli Noci, lui ha risposto: "Io posso contare su oltre 2600 simpatie di elettori che hanno votato liste del centrodestra". E per rintuzzare il tentativo lanciato a tutto campo dal suo avversario di puntare sul rischio dell'ingovernabilità, che ci sarebbe in caso di vittoria di Salvemini con un consiglio comunale comunque per metà di opposizione, il diretto interessato ha contrattaccato: "Mauro Giliberti, tu hai già una coalizione che ti ha sfiduciato", con chiaro riferimento alla differenza tra i risultati delle liste e quello del candidato sindaco: una differenza importante che, infatti, ha indispettito l'ex inviato di Porta a Porta.

Infine Salvemini è intervenuto sulle dichiarazioni di Michele Emiliano, che ha giudicato il risultato del centrosinistra leccese come il più deludente di sempre. Dopo aver ricordato che così non è - Loredana Capone ebbe una percentuale più bassa nel 2012 - il candidato ha spiegato: "Sono stato educato a un confronto leale e schietto che mi porta qualche volta a essere in disaccordo con i miei compagni di viaggio e d'accordo con altri. Le sue parole non le condivido, semplicemente perché non sono vere. La mia scelta di non avere big sul palco del comizio finale non era contro nessuno, ma per la città. Sono certo che Emiliano non farà mancare il suo contributo per l'affermazione del centrosinistra in un capoluogo importante della Puglia".

Salvemini e Delli Noci, prove di dialogo dunque: se si approderà ad un apparentamento - termine che stasera non è stato mai pronunciato  durante la conferenza - lo diranno i prossimi giorni, per ora c'è stato lo scambio di un messaggio e una riflessione approfondita. Quando Salvemini è andato dritto al punto, dopo i ringraziamenti a candidati, volontari, staff ed elettori, l'applauso dei tanti presenti è stato lungo, quasi liberatorio e per questo sorprendente: una parte dell'elettorato di sinistra era e resterà riluttante all'ipotesi di un dialogo e probabilmente questa apertura sarà una doccia gelata. Ma forse, questa la convinzione, resta l'unica strada verso l'inizio, almeno, di un cambiamento: Salvemini ha sempre dichiarato, sin dal 4 febbraio, quando ufficializzò la sua candidatura, di voler parlare a tutta la città e dal suo punto di vista quello del confronto è ora l'unico modo per continuare a farlo. Nel calcio c'è la dura legge del gol, nella politica quella dei numeri.

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