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"Salvemini contro gli interessi dei cittadini": Perrone all'attacco sul nodo Corte dei Conti

L'ex sindaco ammonisce il primo cittadino: "Ha glissato su alcune vicende che avrebbe permesso di fare un quadro più roseo del bilancio del Comune per sventare l'ipotesi del dissesto"

LECCE - Carlo Salvemini, al cospetto della sezione pugliese della Corte dei Conti, chiamato a rispondere sull’andamento finanziario che l’amministrazione ha avuto dal 2015 fino ad adesso, non avrebbe agito nell’interesse dei cittadini. Ma avrebbe preferito proseguire nel solco dell’opposizione politica al governo di centrodestra che lo ha preceduto.

Questa, in estrema sintesi, è la tesi sposata dall’ex primo cittadino del capoluogo, Paolo Perrone, che ha convocato la stampa per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Una premessa per inquadrare la situazione è doverosa: il 13 giugno i magistrati hanno convocato sindaco e dirigenti per fare chiarezza sul bilancio di Palazzo Carafa. Il sindaco ha risposto in merito al credito vantato nei confronti del ministero della Giustizia per le spese di funzionamento degli uffici giudiziari che il Comune ha quantificato in oltre 12 milioni di euro. In seconda battuta, ha riferito riguardo al mancato versamento dell’imposta di soggiorno da parte di varie strutture ricettive, per un totale di 440mila euro dal 2013 al 2017.

L’ipotesi di pre-dissesto economico aleggia sul Comune di Lecce da quel momento, sebbene non vi siano certezze in merito. Perrone, però, ritiene che si potesse fare qualcosa di più per confortare i giudici rispetto al risanamento dei conti pubblici nel prossimo futuro.

“Salvemini è andato lì ma non ha difeso le ragioni dell’amministrazione, come avrebbe dovuto fare. Ha risposto pedissequamente alle domande della Corte senza rappresentare una serie di questioni che si sono rappresentate dal 2015 in poi e che hanno sicuramente migliorato la situazione del Comune – ha spiegato -: il debito è infatti diminuito di 15 milioni di euro e la nostra amministrazione ha incassato 14 milioni di euro, recuperati dai contenziosi Ici - Imu e Spending review”.

“In più – ha precisato -grazie a quei contenziosi vinti contro il governo centrale, il Comune di Lecce dal 2017 riceverà per sempre, ogni anno, 2 milioni e 650 mila euro di trasferimenti statali”.

Volendo essere più precisi, lo stock di debito a lungo del Comune, sarebbe in calo progressivo di circa 4 milioni di euro l’anno.

E ancora: “Nel 2015 abbiamo anche finito di pagare i debiti per la tangenziale est per un importo complessivo di 22, 8 di euro (8,4 milioni nel 2013 e 14,4 milioni nel 2015), senza alcun carico sul bilancio del Comune”.

Il sindaco avrebbe anche “glissato” sulla possibilità di recuperare gli importi dell’Imu non versati, e quindi non iscritti in bilancio, che nel 2013 ammontavano a 18 milioni di euro: “La previsione dell’Imu iscritta in bilancio nel 2018 ammonta ad appena 1 milione di euro mentre un’efficace lotta all’evasione fiscale potrebbe permettere di recuperare cifre ben più consistenti. Ma anche questo non è stato detto".

Lo stesso Perrone avrebbe rilevato anche un “massiccio ricorso all’anticipazione di tesoreria” mentre, al contrario, “l’attività di riscossione dei crediti non ha finora prodotto risultati degni di nota”.

“Salvemini sembra tifare per il dissesto e l’unico suo obiettivo sembra essere quello di dimostrare che il centrodestra non teneva in ordine i conti pubblici, in contrasto con il suo dovere di sindaco – conclude Perrone -. Voglio infatti ricordare che, nella malaugurata ipotesi che la Corte dei Conti aprisse una procedura di dissesto, i cittadini si troverebbero a pagare tasse con aliquote al massimo possibile, come previsto dalla legge”.

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