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Salvemini e Delli Noci tracciano la via: “Lecce sarà la città di tutti, con il Pug”

Il candidato sindaco ha tracciato gli obiettivi del Piano urbanistico per centro storico, marine, ingressi della città, commercio, quartieri e turismo. “Troppo tempo sprecato, pronti a programmare il futuro”. L’iter dovrà ripartire con una gara di evidenza pubblica ed in modo partecipato

LECCE – Il cammino verso la città pubblica e fruibile da tutti i cittadini leccesi non può prescindere dalla strada maestra dettata dal nuovo Piano urbanistico generale di Lecce. Un capisaldo sul quale Carlo Salvemini e Alessandro Delli Noci hanno le idee ben chiare. Perché per la coalizione progressista, che ripresenta e sostiene la candidatura dell’ex sindaco uscente, “il futuro è l’unico posto nel quale si può andare”, cercando di recuperare il gap e i ritardi atavici del passato che le precedenti amministrazioni di centrodestra hanno accumulato nell’adozione, mai avvenuta, di un valido strumento di pianificazione urbanistica. Sono andati subito nel concreto Salvemini e Delli Noci, evitando qualsiasi altra diatriba di natura politica (dalla contestuale presentazione del candidato del raggruppamento della Sinistra, Mario Fiorella, alla contrapposizione con gli altri candidati sindaco Cangedo, Poli Bortone e Baglivo). Nell’ambito della conferenza stampa indetta oggi presso il comitato elettorale di viale Japigia, l’attenzione è stata focalizzata esclusivamente sul tema all’ordine del giorno: il Pug. Strumento di vitale importanze e ramificazione urbanistica per  rendere Lecce un lembo di territorio coeso con l’hinterland, una città più unita al suo interno, tra i quartieri, annullando le barriere fisiche, sociali ed economiche che separano e disgregano le diverse zone della città.         

“Noi abbiamo chiaro un punto” ha precisato in premessa Carlo Salvemini, “sui temi strategici noi prendiamo posizione. Non ci camuffiamo e non ci nascondiamo perché chi si candida alla guida della città ha il dovere di definirsi per farsi riconoscere ed eventualmente per farsi scegliere. Il Piano urbanistico generale, che noi oggi non presentiamo, ma che indichiamo come punto cardine di un obiettivo strategico di mandato, va precisato in alcuni contenuti che individuano obiettivi e sfide”. Ma solo se sarà condiviso con i cittadini, perché sono “le persone al centro della pianificazione urbanistica”, il Pug potrà assolvere alla sua funzione, secondo il candidato sindaco della coalizione progressista, civica e moderata: ovvero quella di attivare un percorso di crescita collettiva della città. Per questo l’iter, nel caso di riconferma alle redini di palazzo Carafa, ripartirà con una gara di evidenza pubblica ed in modo partecipato, coinvolgendo ogni quartiere e professionisti, imprese e università con incontri pubblici e laboratori aperti per mettere insieme bisogni, aspettative, desideri ed energie, ed utilizzando il contributo regionale ottenuto per la redazione. “Chi vive, lavora, investe, visita Lecce, ha bisogno di trovarsi in una città più facile da attraversare, più confortevole da vivere” precisa Salvemini, “dove è più agevole spostarsi e svolgere le attività quotidiane. Per questo gli spazi pubblici devono definire l’ossatura della Lecce del futuro, vincendo alcune importanti sfide urbanistiche”.

Su tutte spiccano le scelte e le sfide per il centro storico, nel quale favorire “attraverso i cambi di destinazione d’uso e una politica di diversificazione commerciale”, secondo le indicazioni annunciate da Salvemini e Delli Noci, una nuova vivacità e la valorizzazione delle ricchezze monumentali. E ancora le marine, che per Salvemini rappresentano il futuro, da rilanciare attraverso il Piano delle Coste, che “valorizza il patrimonio naturalistico della città e promette nuove opportunità all’economia del turismo attraverso usi diversificati della costa: balneari, sportivi, naturalistici, residenziali. Le nuove porte della città come l’ingresso da Brindisi da ridisegnare per valorizzare un unicum urbanistico tra Mura urbiche, Agostiniani e Parco di Belloluogo, offrendo nuovi servizi di trasporto e parcheggi a chi arriva in città da nord. Il quartiere Ferrovia da ridisegnare dopo il prossimo ribaltamento della stazione. Prevista anche l’individuazione di un’area per grandi eventi musicali, fieristici e congressuali che Lecce attende da tempo per entrare in nuovi circuiti nazionali e internazionali. “Attraverso il nuovo Pug sottolineiamo qualcosa che per noi è scontato ma che è necessario ribadire” chiosa Salvemini, “la città è di tutti. Di tutte le persone che vivono, abitano e lavorano a Lecce, i cui bisogni per noi diventano da subito il centro della pianificazione urbanistica”. Salvemini fissa degli obiettivi precisi e in divenire per disegnare la Lecce del futuro nel medio e lungo termine. Una città coesa con l’hinterland e al suo interno, tra i quartieri. Una città che è il cuore di un territorio abitato da più di 200mila persone. Ogni giorno è vissuta da tante persone residenti nell’hinterland che a Lecce studiano, lavorano o vengono per svago o per fare acquisti. Per questo il nuovo Pug dovrà servire a condividere accessi semplificati alla città e un sistema di trasporto pensato su scala extraurbana. Un piano dei quartieri servirà anche a ridurre le distanze fisiche e sociali nella città, pianificando le infrastrutture primarie e servizi innovativi per eliminare le barriere che li separano.

“Se fino ad oggi Lecce non ha ancora un Pug” ammonisce l’ex sindaco, “è stato per l’incapacità delle amministrazioni precedenti di definire una sintesi chiara di quale assetto dovrà avere la città nei prossimi anni. Tra il 2003 e il 2017 il Comune di Lecce ha coinvolto due università, ha accumulato studi e ricerche, speso risorse per oltre un milione di euro, senza mettere a fuoco in modo consapevole il passato e il futuro. Ancora oggi non è dato sapere se quattordici anni sono trascorsi invano per divergenti idee di futuro o inconciliabili mediazioni tra portatori di interessi. L’amministrazione Salvemini era pronta a far ripartire il lavoro” ha spiegato Salvemini nel corso della conferenza stampa, “tenendo salvo il documento di programmazione disponibile e integrandolo delle carenze di cui soffriva e dei nuovi obiettivi politici. Si sarebbe proceduto con un programma di coinvolgimento della cittadinanza e un bando pubblico per l’assegnazione dell’incarico di chiusura del Piano. Perché tutti potessero sentirsi coinvolti e misurarsi. Il lavoro è stato interrotto, nella prossima amministrazione siamo pronti a continuarlo e raggiungere l’obiettivo”.

Sulla stessa direttrice viaggia, ovviamente, anche Alessandro Delli Noci, nel tandem ormai consolidato con il sindaco uscente. “Il Pug è uno strumento fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Uno strumento bloccato per quattordici anni dalle passate amministrazioni e che oggi abbiamo il dovere di avviare” ha aggiunto Alessandro Delli Noci, “quei ritardi nell’approvazione del Pug hanno creato gravi danni alla città da un punto di vista sociale, costringendo per esempio tante coppie a cercare alloggio economicamente più vantaggioso fuori da Lecce. L’assenza di una pianificazione del commercio ha creato problemi alle piccole attività di vicinato, sostituite dai grandi ipermercati senza poter in nessun modo essere ascoltate. Come ho già avuto modo di dire, nei 18 mesi di governo abbiamo lavorato all’atto di indirizzo del Pug. Un lavoro interrotto proprio da chi non aveva interesse che si giungesse ad una svolta importante per Lecce e per i leccesi. Da lì ripartiremo” ha concluso Delli Noci, “se saremo noi a governare, restituendo protagonismo a tutti i portatori di interesse che sono, di certo e a più livelli, i cittadini stessi”.

Le “sfide” del Pug lanciate da Salvemini

Nell’ambito della conferenza stampa Salvemini e Delli Noci hanno reso noti, attraverso slide e il comunicato a corredo,  alcuni dei punti strategici sui quali dovrà agire l’azione “regolatrice” del nuovo Pug, di seguito schematizzati:

Il Centro storico, nuovi legami con la città. Il centro storico è patrimonio di tutti i leccesi. Il Piano urbanistico dovrà definire nuovi legami della città antica con il resto della città, utilizzando le aree limitrofe con funzione “cuscinetto” e servizio, per ridurre volume e sosta delle auto, migliorare i servizi di carico e scarico per gli esercizi commerciali e per la raccolta differenziata. All’interno del centro storico il Pug favorirà i cambi di destinazione d’uso e i processi di rigenerazione degli immobili, rispettando le tutele e salvaguardando la presenza di più funzioni: residenza, cultura, commercio, accoglienza turistica e attrezzature. Garantirà vitalità ai piani terra di vicoli e piazze, favorendo una offerta diversificata: dal commercio di prossimità a nuove botteghe artigianali e del design a spazi per la creatività. Il Piano dovrà garantire ai commercianti che oggi vivono nell'incertezza della natura della propria licenza una possibilità di riconversione, nel rispetto degli standard igienici ed urbanistici e delle esigenze dei residenti.

Lecce è il suo mare: le marine nel futuro di Lecce. Tutte le marine possono essere quartieri della città. Il Piano dovrà valorizzare i 6 siti naturalistici di interesse comunitario e tutti i beni ambientali e culturali della costa, per restituire decoro, bellezza e sicurezza idro-geomorfologica. La strada indicata è quella del Piano delle Coste e dei progetti finanziati dalla Regione per Frigole ed Acquatina: attrattori naturali, eliminazione di immobili fatiscenti, creazione di spazi pubblici, servizi, percorsi e parcheggi, usi demaniali diversificati: balneari, naturalistici, sportivi e culturali. Nel Pug occorre definire nuove strutture ricettive sostenibili, approdi a Frigole e San Cataldo,  riconvertire alcune aree edificate a ridosso delle dune, oggi troppo vulnerabili. Sere recuperare spazio e creare occasioni per nuovi servizi turistici: infrastrutture balneari con più spazio verso il mare, chioschi e servizi commerciali per la ristorazione, attrezzature sportive e campeggi sostenibili.

Una area grandi eventi. Lecce ha bisogno di un nuovo attrattore per rispondere alla domanda di grandi eventi musicali che oggi gravano sul centro città per assenza di adeguati spazi attrezzati; per intercettare il filone del turismo congressuale, per dotarsi di un spazio fieristico adeguato alternativo a quello situato oggi a Piazza Palio. Uno spazio attrezzato e flessibile, ben inserito nel paesaggio, dove tenere concerti, spettacoli, manifestazioni e fiere espositive con per attrarre visitatori su scala nazionale ed europea.

Una nuova “porta” della città: l’ingresso da Brindisi. Dopo aver recuperato Mura Urbiche ed Agostiniani, c’è un nuovo “biglietto da visita” per chi arriva a Lecce, che bisogna valorizzare. Il Piano dovrà ridefinire l’accesso in città da Brindisi, migliorando il sistema viario, realizzando nuovi parcheggi di interscambio efficienti, valorizzando le possibilità di spostamento in bici e in bus e le visuali delle Mura della città. L’obiettivo è ricucire le fratture tra viale Porta d’Europa, via Calasso e viale Ugo Foscolo (oggi unite da una sola rotatoria spesso congestionata) e valorizzare il percorso turistico-culturale che tiene insieme Mura Urbiche e Agostiniani, il Cimitero Monumentale, il Parco di Belloluogo e le sedi Universitarie.

L’altra nuova porta: il quartiere ferrovia. Il Parco delle Cave e il ribaltamento della stazione ferroviaria impongono il ripensamento di edifici e spazi vuoti lungo la ferrovia, tra i binari e le vie Don Bosco e di Ussano. Occorre pensare alla stazione come una nuova Porta della città grazie alla quale rigenerare tutto il quartiere ferrovia, favorendo la creazione di un parco continuo da via Diaz a via San Cesario, teste di ingresso alla città e al parco con parcheggi di interscambio, residenze per studenti, edifici multifunzionali per nuove manifatture e turismo, piccolo commercio e attrezzature sportive.

Le strategie di rigenerazione

Dismettere l’abbandono invece di espandere la città. La città non si trasforma più per espansione, consumando ancora suolo e risorse, si modifica rigenerando se stessa, riconvertendo gli edifici e le aree che hanno perso la loro funzione originaria e sono in abbandono, in attesa di nuova vita. Il Piano dovrà mettere in atto un programma di censimento e mappatura periodica degli edifici pubblici e privati abbandonati e incentivarne il riuso con bonus volumetrici e cambi di destinazione d’uso compatibili con i quartieri dove collocati. Ambiti di rigenerazione prioritari saranno quei contesti urbani dove insistono numerose dismissioni: Borgo Pace e San Pio.

Casa e Social housing. Sempre più giovani coppie, studenti e lavoratori, non rientrando tra i destinatari degli alloggi popolari, non riescono ad accedere al mercato immobiliare libero. Una tendenza che bisogna contrastare con nuove politiche abitative pubbliche e private per  promuovere l’inclusione e la coesione sociale. La rigenerazione del patrimonio edilizio esistente con incentivi ah hoc dovrà promuovere la realizzazione di edilizia sociale mista a residenza tradizionale, intercettando bisogni emergenti e domanda di residenze in affitto a canoni accessibili. L’obiettivo è rendere la città più attrattiva e accessibile per famiglie a basso reddito, mono-genitoriali e single, un obiettivo di interesse generale.

Turismo. Per migliorare l’attrattività della città il Pug dovrà partire da una attenta analisi della domanda e offerta esistente e definire nuovi percorsi turistici in città, per consentire una permanenza maggiore da parte dei turisti che la visitano. Puntare sul patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e rurale, valorizzare gli spazi espostivi e i centri di produzione creativa, puntare su un modello di accoglienza misto: ostelli di nuova generazione, agriturismi sostenibili, piccoli alberghi e b&b, riconvertendo immobili dismessi.

Una città accessibile. Insieme al Pums avviato, il Piano dovrà porsi l’obiettivo di fare di Lecce una città accessibile e senza barriere. Promuovere la mobilità pedonale, ciclabile e condivisa, allargare la Ztl, incrementare le zone 30 nelle aree sensibili, favorire un sistema di parcheggi pubblici d’interscambio. La circonvallazione e la tangenziale devono diventare due grandi cinture verdi, che abbracciano la città. Una “green belt” urbana, la circonvallazione, con un progetto di riqualificazione con percorsi protetti e alberature. Una green belt extraurbana, con un progetto di paesaggio per ridurre l’impatto ambientale di questa importante infrastruttura e farla diventare un anello di accesso alla città servita da parcheggi di interscambio attorno alle radiali di ingresso.

Il Commercio come rigenerazione urbana. Il Documento strategico del Commercio, definendo il ruolo delle attività commerciali alla scala dei quartieri e della città, è un documento fondamentale da integrare al Pug. La nuova programmazione servirà a investire sul rilancio del piccolo commercio essendo stato saturato lo spazio della grande e media distribuzione. Il commercio sarà un elemento di rigenerazione dei quartieri, favorendo il ripopolamento di quartieri oggi svuotate di attività. Un piano condiviso con i cittadini e gli abitanti dei quartieri e con le associazioni dei commercianti rappresentative.

Promuovere la qualità dell'architettura. Nelle regole del nuovo Pug sarà favorita la pratica dei concorsi di progettazione per innalzare la qualità dell'architettura, lo spazio pubblico e il paesaggio. In applicazione alla legge regionale 14/2008 il Piano dovrà garantire incentivi sugli oneri per i privati che nei progetti di trasformazione intendono avvalersi della procedura del concorso di progettazione.

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