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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Sale parrocchiali come "zone franche". Salvemini scrive al vescovo

Dopo il provvedimento di esenzione dal pagamento della Tarsu, il presidente di Lecce2.0dodici si rivolge a monsignor D'Ambrosio: "Se la religione si insegna anche a scuola, perchè questa differenza di trattamento?"

 

LECCE - Dopo l'approvazione del consiglio comunale del regolamento per la riscossione della tassa sui rifiuti che prevede l'esplicita esenzione delle aule parrocchiali dove si insegna il catechismo - perchè assimilabili ai luoghi destinati esclusivamente al culto - si registra l'intervento di Carlo Salvemini, promotore dell'associazione Lecce2.0dodici. Pur riconoscendo la piena legittimità dell'assise cittadina nell'esercitare i propri poteri regolamentari, il candidato alle primarie del centrosinistra, vinte da Loredana Capone, si rivolge direttamente a Domenico D'Ambrosio, vescovo della città che aveva sollecitato un incontro con l'amministrazione per discutere della questione.
 
Secondo Salvemini il provvedimento è sbagliato per due motivi. "Il primo è legato all’indifferenza rispetto alle gravi difficoltà finanziare del Comune di Lecce, note a tutti. Colpisce e sorprende, negativamente, che mentre il governo nazionale decide, considerata la fase complicatissima del paese, di eliminare le agevolazioni Ici ai luoghi che non siano destinati esclusivamente al culto, qui in città si proceda in direzione contraria: stabilendo che gli  spazi dedicati all’insegnamento religioso siano luoghi di culto a tutti gli effetti. Questa differente valutazione si spiega, a mio giudizio, con il diverso profilo tenuto dagli esecutivi politici, che governano con l'assillo del consenso, rispetto a quello cosiddetti tecnici, che invece dovrebbero badare agli interessi generali. E’ una considerazione, sconsolata, che prescinde da ogni valutazione sull’ammontare del minor gettito Tarsu alle casse comunali per effetto di questo provvedimento".
 
"Il secondo motivo - prosegue Salvemini - scaturisce da un incomprensibile primato che si assegna alle agenzie educative della Chiesa rispetto a quelle dello Stato: gli uffici catechistici assolvono, secondo i nostri amministratori di Palazzo Carafa, un ruolo più importante delle scuole statali comunali e provinciali dove pure è previsto l’insegnamento della religione cattolica. Con la differenza che i primi vengono considerati evidentemente socialmente più preziosi se si consente loro di non pagare la Tarsu; che invece è dovuta al Comune dallo Stato che paga in sostituzione delle scuole. Naturalmente la responsabilità del provvedimento è tutta dell’amministrazione comunale.  Ma per il ruolo che lei assolve nella nostra comunità sarebbe importante conoscere il suo pensiero in proposito. Credo che il dialogo e il confronto siano un valore prezioso che deve essere sempre coltivato per arricchire la coscienza dei cittadini, credenti e non".

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