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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Salvini divide la piazza: contestazione durante il comizio con Congedo

A Lecce per il patto per la sicurezza urbana, il vicepremier ha partecipato a un evento elettorale in via Alvino, applaudito dai suoi sostenitori. Poco distante, sull'Ovale, centinaia di manifestanti

LECCE - Mentre i suoi sostenitori si accalcavano su via Ernesto Alvino e sul sagrato della chiesa di Santa Maria della Grazia e i contestatori prendevano posto, più o meno altrettanto numerosi sull'ovale di piazza Sant'Oronzo e separati dai primi da un ingente dispositivo di forze dell'ordine, il ministro dell'Interno e vice premier, Matteo Salvini, firmava in prefettura il patto per la sicurezza urbana. Il provvedimento predispone essenzialmente la connessione tra la sale operative di polizia locale e forze dell'ordine e l'incremento della videosorveglianza, anche con la collaborazione dei privati. Ad accoglierlo il prefetto, Maria Teresa Cucinotta e il commissario prefettizio, Ennio Mario Sodano.

La firma del protocollo in Prefettura

Si tratta di misure predisposte da molto tempo, prima ancora che il leader del Carroccio prendesse le redini del Viminale. La prima bozza del patto, infatti, era stata presentata - proprio lì, nella Sale degli specchi - dal prefetto Claudio Palomba nel febbraio 2018 e il governo gialloverde non aveva ancora visto la luce. In calce a quel documento c'era la firma dell'allora sindaco di Lecce, Carlo Salvemini e a ricordarlo è stato il presidente della Regione, Michele Emiliano, che poco prima ai cronisti aveva manifestato la sua perplessità per una convocazione giunta solo domenica sera per poi ribadire, comunque, la collaborazione istituzionale che si deve tra organi dello Stato.

Il sospetto, insomma, è quello di un prestesto elettorale e del resto già ieri la Cgil, che pure aveva collaborato nel percorso preliminare insieme alle altre sigle, aveva comunicato la propria indisponibilità alla firma proprio per questa ragione oltre che per alcune riserve sui contenuti e sulle carenze ravvisate nel patto. Salvini ha definito politica la scelta del sindacato e ha aggiunto di non stabilire la sua agenda di ministro in base al calendario della Cgil o della scadenza elettorali. Poi, sollecitato sulle imminenti elezioni europee, ha dichiarato di non voler mettere limiti alla provvidenza e di attendersi con fiducia un risultato magari in doppia cifra anche nelle città del Mezzogiorno, dove due anni addietro la Lega era rimasta ben al di sotto della media nazionale, il 17 per cento.

Video | tra supporter e sostenitori

Inevitabile un passaggio sull'aggressione verificatasi domenica mattina, in piazza Sant'Oronzo, quando lo stand del Carroccio è stato preso di mira da un gruppetto di giovani, che sarebbero già stati identificati, e una ragazza è rimasta contusa: "Io contrasto la violenza in ogni piazza di qualunque colore essa sia", ha detto Salvini che si avvicina alle elezioni europee con l'obiettivo di raccogliere il dividendo di una politica all'insegna del "prima gli italiani" e dei "porti non chiusi, ma blindati". A corroborare la sua posizione intransigente, il ministro ha fatto riferimento a un episodio di cronaca accaduto in nottata a Mirandola (Modena): un'anziana e la sua badante sono rimaste uccise per le conseguenze di un rogo che un giovane di origine straniera avrebbe appiccato negli uffici della polizia locale come vendetta per per un presunto torto subito. Altre persone sono rimaste ferite, di cui due gravemente.

Il comizio elettorale in piazza

manifestante-3Terminata la conferenza stampa, Salvini si è recato poi sul palco allestito in via Alvino, dove ad attenderlo c'erano, oltre ai dirigenti della Lega con in prima fila il senatore Roberto Marti, il candidato sindaco, Saverio Congedo, e alcuni degli aspiranti consiglieri della coalizione di centrodestra. I sostenitori presenti hanno acclamato il breve intervento, mentre da un centinaio di metri giungevano i fischi e i cori dei cittadini che hanno voluto fare pesare il loro dissenso. Il vice premier li ha provocati, definendoli "figli di papà con poca voglia di lavorare". Non ci sono stati incidenti di alcun tipo.

Variegati e per lo più ironici gli slogan per il ministro: c'è stato chi gli ha ricordato la stora dei 49 milioni di euro - che la Lega è stata condannata a restituire -, chi la storia di emigrazione propria di tanti italiani, chi ancora la sua vicinanza a Putin e a formazioni di estrema destra se non apertamente fasciste. La contestazione in piazza ha fatto il paio con quella, silenziosa ma significativa, affidata agli striscioni comparsi su diversi balconi in città. Uno dei primi a essere notato, questa mattina, proprio quello voluto del presidente della Provincia, Stefano Minerva: "Salvini benvenuto nel Salento, terra di pace e accoglienza".

La visita del ministro in venti foto

Congedo: "Sicurezza, non abbassiamo la guardia"

Il candidato sindaco del centrodestra, Congedo, a margine del comizio è tornato sulla questione sicurezza in città. Poco prima, sia in prefettura che sul palco, il ministro aveva commentato con soddisfazione i dati che raccontano di un calo dei reati dell'11 per cento rispetto all'anno precedente per quanto riguarda il territorio leccese.

"Ma oggi - ha rilanciato Congedo -  non dobbiamo abbassare la guardia di fronte alla recrudescenza di fenomeni di microcriminalità, come i furti, le spaccate, lo spaccio o i fenomeni di degrado e inciviltà che caratterizzano alcune vere e proprie zone franche della città. Si tratta di questioni che non possono essere esclusivamente delegate alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma che ci devono vedere tutti impegnati in prima fila. A nessuno può essere consentito tirarsi indietro. Strumenti come il decreto sicurezza e il patto siglato oggi da Prefettura, Regione e Comune di Lecce sono indispensabili per garantire la necessaria tranquillità a famiglie, imprese e turisti, così come per contrastare l’abusivismo, l’illegalità o il degrado e innalzare la qualità della vita ed il decoro in città".

Il candidato del centrodestra ha però voluto rassicurare sul fatto che non ci sarà bisogno, se lui dovesse diventare sindaco, di affidare poteri sostitutivi al prefetto: "L’amministrazione comunale non è chiamata a sostituirsi alle forze di polizia, ma a collaborare attivamente con loro per garantire ordine e sicurezza. Al ministro Salvini consegno sia un impegno che una sfida: se i cittadini leccesi decideranno di affidarci la guida della città, io da sindaco, la sua Lega e l’intera coalizione faremo fino in fondo la nostra parte e non ci sarà alcun bisogno di affidare al prefetto nessun potere sostitutivo".

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