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Salvini fa il pienone a Squinzano, ma si palesa una larga diffidenza verso Fitto

Il leader del Carroccio ha richiamato in un capannone lo stato maggiore leghista e tanti sostenitori. Poco distante, con la pioggia incombente e una platea più contenuta, Mattia Santori delle Sardine

SQUINZANO - In circa duecento, ombrelli alla mano, in piazza del Plebiscito per Mattia Santori, il più noto delle Sardine bolognesi. Molti di più i sostenitori accorsi, più o meno alla stessa ora, nel capannone di un'azienda agricola per Matteo Salvini, ma con il vantaggio di un sicuro riparo dalla pioggia battente che si riversa su Squinzano a partire dalle 20.

Da una parte l'organizzazione di un partito che vuole essere protagonista e non comprimario, anche nel Mezzogiorno, nelle sfide elettorali in programma nella tarda primavera e la popolarità di un leader che sta attraversando l'Italia con le ambizioni di un premier in pectore; dall'altra la buona volontà di un gruppo di giovani che, dopo aver portato in un centrosinistra cervellotico e litigioso un'iniezione di adrenalina, devono ora capire come declinare in maniera più sistematica il loro ruolo di stimolo e di sentinelle dei valori costituzionali in difesa dei quali si sono mobilitati in Emilia Romagna, dando il loro buon contributo alla vittoria di Stefano Bonaccini.

La diplomazia del leader, gli umori della platea

Se di sfida si vuol parlare, allora dal punto di vista numerico la bilancia pende senza ombra di dubbio dalla parte del numero uno del Carroccio, tornato nel Salento dopo il passaggio giusto vigilia delle elezioni amministrative leccesi per ribadire il peso di un partito che vuole sventolare la sua bandiera anche da un palazzo di governo del Sud. Ma politicamente, forse, le grane peggiori sono proprio le sue: dal palco e dalla platea, infatti, è emersa chiara l'esortazione a non assecondare la candidatura di Raffaele Fitto, cui però Giorgia Meloni non vuole rinunciare ritenendo la Puglia appannaggio di Fratelli d'Italia in nome di accordi che il Carroccio ritiene sostanzialmente superati. 

Sulla questione, di cui si discute ininterrottamente da molte settimane, Salvini si è speso con parole diplomatiche per non rendere la frattura ancora più visibile di quanto non sia già: il leader leghista ha affermato la necessità di avere un progetto vincente per mandare a casa Emiliano, ma ha fatto capire che questo tormentone troverà una soluzione già nei prossimi giorni. Del resto non sfugge a nessuno il rischio che si corre nel concedere troppo vantaggio in termini di tempo al centrosinistra: un errore che può essere ancora una volta fatale.

Con Salvini c'era tutto lo stato maggiore leghista ad amplificare il messaggio rappresentato da uno striscione sul palco, "Liberiamo la Puglia": da Roberto Marti a Rossano Sasso, da Andrea Caroppo ad Anna Rita Tateo, Massimo Casanova a Nuccio Altieri, dai dirigenti regionali - tra cui l'editore Paolo Pagliaro - ai responsabili locali del partito. Tutti insieme per lanciare un'opa ostile su una regione che da quindici anni è governata dal centrosinistra.

Santori: "Complottismo, un problema per la sinistra"

A qualche centinaio di metri, intanto, si era appena conclusa la manifestazione #Squinzanononsilega. Giusto il tempo di una introduzione musicale della Banda Adriatica, di un intervento di Alessandra Caiulo e di un saluto di Santori, che la pioggia ha iniziato a venir giù sempre più insistente. In precedenza, tuttavia, il giovane bolognese, aveva risposto alle domande dei cronisti. Non si è sbilanciato sulla vicenda elettorale pugliese, ma ha dichiarato di ritenere le primarie un buon punto di partenza da una prospettiva democratica e di non apprezzare coloro che si distinguono per creare fratture invece di compagini unitarie che possano arginare la "deriva populista", con riferimento a Italia Viva di Matteo Renzi. 

E quando gli viene chiesto come ci si sente nella tenaglia delle critiche, da una parte della destra che ritiene le Sardine manovrate dal Pd o peggio ancora da poteri occulti, dall'altra da spezzoni di sinistra che giudicano questi ragazzotti ingenui e inconcludenti, Santori replica senza scomporsi: "Quello che si nota è che dopo l'entusiasmo arrivano sempre la diffidenza e il complottismo: questo è un problema tanto della sinistra parlamentare quanto di quella di strada. Io lo vivo sulla mia pelle ed è molto triste che ciò avvenga: io posso dire che non mi manovra nessuno e che sono libero di fare tutte le mie scelte. Quella che abbiamo fatto a Bologna è di metterci a disposizione di un fenomeno nazionale che chiedeva un coordinamento. Dal coordinamento nascerà una struttura che avrà le proprie gambe e non quelle di un Mattia Santori". Da segnalare la presenza in piazza anche di un gruppo di lavoratori campani della Whirlpool, la cui complicata vertenza è da mesi al centro della cronaca sindacale.

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