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Schiaffo alle donne. Con voto segreto silurata la legge del 50/50 in consiglio

Sorpresa in regione, dove è stata bocciata la proposta di legge popolare per la parità di genere nelle liste elettorali: 30mila firme affossate dai franchi tiratori del parlamentino pugliese. E in rete scatta l'indignazione

LECCE - “Nel segreto delle urne, Dio vi vede, Stalin no”. Era questo uno dei più divertenti adagi messi in bocca dalla penna di Guareschi a don Camillo, il prete in perenne amore-odio col sindaco comunista Peppone. Una massima che in questo conflitto di posizioni strappava sorrisi e risate, dentro un’Italia di un’altra epoca. Dopo quanto accaduto oggi nel consiglio regionale pugliese, invece, c’è poco da ridere.

Infatti, è stata bocciata la proposta di legge di iniziativa popolare sulla parità di genere, che prevedeva liste elettorali composte per il 50 per cento dalle donne e con la possibilità di una doppia preferenza nell’espressione del voto. E se già la bocciatura è una cattiva notizia, per certi aspetti inspiegabile dopo tutti i buoni propositi espressi sulla materia delle pari opportunità e dopo la campagna mediatica giocata dallo stesso presidente Vendola sul valore simbolico della normativa, quello che ancora fa più specie è la richiesta da parte di alcuni consiglieri di esprimersi con un voto segreto, risultato alla fine determinante per i “giochi” di conservazione.

La domanda più immediata è quale sia la necessità di dover tutelare il proprio parere sulla legge nell’anonimato? E di fatti sulla rete è già scoppiata la polemica, con utenti che da ogni parte chiedono di sapere i nomi di quanti hanno deciso di porre il veto sul provvedimento. Qualcuno, in realtà, come i rappresentanti dell’Udc ha provato a dare una spiegazione, seppur controversa, di questa scelta, evidenziando che le colpe siano del comitato promotore “50&50” che avrebbe, in qualche modo, calcato la mano sul tema, senza inserirlo in un disegno più ampio di riforma della legge elettorale.

C’è chi, invece, quasi certamente proverà ad appellarsi all’assenza di alcuni esponenti di maggioranza alla seduta di voto, ma, da qualsiasi parte la si guardi, anche questa potrebbe essere una scelta voluta: tutto è opinabile. Ma il voto segreto, i due no arrivati all’interno della maggioranza di governo e le assenze difatti danno un unico sorprendente risultato.

Trentamila firme affossate dai franchi tiratori seduti nel parlamentino pugliese, in entrambi gli schieramenti. Si scrive democrazia, si legge paradosso. E probabilmente tra quanti hanno votato contrariamente ci saranno quanti avranno anche manifestato solidarietà nei giorni scorsi al genere femminile nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Difficile non cogliere una contraddizione. Il sopruso spesso prima che fisico è culturale.

 

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