Se l'amministrazione non conclude mai il suo mandato
Si fa prima a chiedersi da quanti anni l'amministrazione comunale salita a Palazzo Falconieri non riesce a finire il proprio mandato elettorale. Una eternità. E a Monteroni si è quasi perso il conto
Redazione
10 luglio 2011 10:50
MONTERONI - Si fa prima a chiedersi da quanti anni l'amministrazione comunale salita a Palazzo Falconieri non riesce a terminare il mandato elettorale. Una eternità. Fine degli anni 90 forse. Si è quasi perso il conto.
E l'ultima amministrazione, guidata da Lino Guido per benedizione del Pdl, è miseramente fallita l'altro giorno, dopo tre anni di governuccio cittadino per le dimissioni di ben 11 consiglieri, sei di questi eletti nelle fila del centro destra, che hanno mandato a casa l'ormai ex primo cittadino. Il motivo? Tutti e nessuno.
Dagli scossoni/allarmi della magistratura di gennaio scorso che portarono all'operazione trasparenza (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25557), voluta proprio da Guido, all'etichetta del sindaco-padrone per il fatto che l'ex primo cittadino avesse preferito tenersi deleghe strategiche come urbanistica, lavori pubblici, attività produttive, tanto per fare alcuni esempi, piuttosto che intraprendere un'azione amministrativa corale. Mancanza di fiducia? Di accordi politici non mantenuti? Di delusioni sorte in corso d'opera? Chissà.
Ma la questione Monteroni oggi è un'altra: ci vorrebbe forse uno studio più approfondito per tentare di sviscerare le problematiche di una cittadina che vive la politica locale dettata esclusivamente più dagli interessi di partito piuttosto che dalla risoluzione delle tante problematiche di natura sociale, economica e culturale di un comune che non riesce a trovare una propria identità.
La complessità, anche, di una classe politica che è sempre la stessa, stessi nomi, stesse facce che si impastano e rimpastano vestendosi all'occasione elettorale come di un nuovo che avanza ma che in realtà nuovo non è. La difficoltà di trovare una classe politica emergente autonoma e svincolata dalle cordate di voti familiari che di fatto, invece, bloccano le occasioni di crescita politica. Sono in buona sostanze queste le cause principali per le quali un esecutivo eletto direttamente col voto popolare non riesce e terminare mai il suo mandato elettorale.
La risorsa università, buona per tutte le stagioni è stata spesso utilizzata solo per le campagne elettorali. Proprio nel momento in cui, per esempio, il consiglio comunale avrebbe dovuto discutere sul campus universitario che dovrebbe nascere alle porte del paese, l'argomento è stato ritirato.
Ed ora si aspetta il nuovo commissario straordinario. Tocca sempre a loro, i commissari inviati dal prefetto di Lecce, preparare il terreno amministrativo al nuovo sindaco che verrà. È ormai prassi anche questa.
E l'ultima amministrazione, guidata da Lino Guido per benedizione del Pdl, è miseramente fallita l'altro giorno, dopo tre anni di governuccio cittadino per le dimissioni di ben 11 consiglieri, sei di questi eletti nelle fila del centro destra, che hanno mandato a casa l'ormai ex primo cittadino. Il motivo? Tutti e nessuno.
Dagli scossoni/allarmi della magistratura di gennaio scorso che portarono all'operazione trasparenza (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25557), voluta proprio da Guido, all'etichetta del sindaco-padrone per il fatto che l'ex primo cittadino avesse preferito tenersi deleghe strategiche come urbanistica, lavori pubblici, attività produttive, tanto per fare alcuni esempi, piuttosto che intraprendere un'azione amministrativa corale. Mancanza di fiducia? Di accordi politici non mantenuti? Di delusioni sorte in corso d'opera? Chissà.
Ma la questione Monteroni oggi è un'altra: ci vorrebbe forse uno studio più approfondito per tentare di sviscerare le problematiche di una cittadina che vive la politica locale dettata esclusivamente più dagli interessi di partito piuttosto che dalla risoluzione delle tante problematiche di natura sociale, economica e culturale di un comune che non riesce a trovare una propria identità.
La complessità, anche, di una classe politica che è sempre la stessa, stessi nomi, stesse facce che si impastano e rimpastano vestendosi all'occasione elettorale come di un nuovo che avanza ma che in realtà nuovo non è. La difficoltà di trovare una classe politica emergente autonoma e svincolata dalle cordate di voti familiari che di fatto, invece, bloccano le occasioni di crescita politica. Sono in buona sostanze queste le cause principali per le quali un esecutivo eletto direttamente col voto popolare non riesce e terminare mai il suo mandato elettorale.
La risorsa università, buona per tutte le stagioni è stata spesso utilizzata solo per le campagne elettorali. Proprio nel momento in cui, per esempio, il consiglio comunale avrebbe dovuto discutere sul campus universitario che dovrebbe nascere alle porte del paese, l'argomento è stato ritirato.
Ed ora si aspetta il nuovo commissario straordinario. Tocca sempre a loro, i commissari inviati dal prefetto di Lecce, preparare il terreno amministrativo al nuovo sindaco che verrà. È ormai prassi anche questa.
Redazione
10 luglio 2011 10:50
