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Segreteria Pd, la corsa di Salvatore Piconese per "rigenerare il partito"

Il sindaco di Uggiano spiega la sua candidatura, ridimensiona lo scontro tra correnti e rilancia: "La fase difficile può favorire un reale rinnovamento". Sulla vicinanza della Capone e Fritz Massa: "Intorno a me ampia adesione"

LECCE – Classe 1975, sposato con due figli, con una laurea in scienze politiche ed una carriera amministrativa che lo ha visto in pochi anni passare da capogruppo di opposizione ad Uggiano La Chiesa, ad imporsi nelle amministrative come sindaco del proprio Comune, prima di ottenere persino uno scranno da consigliere provinciale in quota Pd, per la rinuncia dell'assessore regionale, Loredana Capone: eppure Salvatore Piconese si vuole preparare ad una nuova sfida, quella per la segreteria provinciale del suo partito.Salvatore Piconese.-7-2-2

In una intervista a LeccePrima, spiega le ragioni della propria disponibilità, convinto che la propria candidatura possa facilitare una fase di cambiamento.

Si è di fatto aperta la fase congressuale per la scelta del nuovo segretario del Pd salentino. Lei ha già manifestato da tempo l’intenzione di correre per la guida del partito: da dove nasce questa volontà?

"Ho dato la mia disponibilità ad aprire una fase di cambiamento, così come richiesto dalle varie realtà locali e dallo stesso corpo militante del partito democratico. Per dare vita ad una nuova stagione capace di rigenerare il partito sul territorio e di creare una nuova classe dirigente, in grado di intercettare le dinamiche e le trasformazioni in atto nella società salentina".

Facciamo un passo indietro. Il Pd è in difficoltà a tutti i livelli. Come giudica la gestione uscente del partito salentino? Intende porsi in continuità o in discontinuità con essa?

"Il Pd vive una fase difficile, che essendo però una fase di passaggio può favorire le condizioni per un reale rinnovamento del  partito. E quello che succede in ambito nazionale si ripercuote anche a livello locale, seppure con le dovute differenze. Il Pd salentino esce da un periodo negativo, sia per i risultati elettorali, nelle singole tornate, che per le distanze accumulate tra il vertice e la base. Bisogna ripartire proprio da qui: dall’azzeramento delle distanze tra le vertenze dei territori e le politiche attuate. Avviando, al contempo, un’apertura del Pd verso quelle realtà di associazionismo civile e politico che potrebbero riconoscersi nelle sensibilità di un partito democratico e  riformista".

Anche in provincia di Lecce la perdita di consensi riflette la percezione di una guerra latente tra capi corrente e anime diverse. C’è chi, all’interno, la accusa di essere vicino a Loredana Capone e Fritz Massa, entrambi non eletti per un soffio. Ci sono rancori nel Pd salentino?

"Tutti i grandi partiti hanno al loro interno componenti, correnti o riferimenti politico-culturali differenti. Ciò che è importante è rimanere all’interno di un dibattito sereno e franco, anche nell’asprezza dei contenuti e dei toni. Intorno alla mia candidatura si è creato un gruppo vasto, che mette insieme sia componenti di provenienza popolare-cattolica come Loredana Capone, sia componenti che fanno riferimento alla sinistra storica, di estrazione diessina, come Fritz Massa o Ernesto Abaterusso. Ma è la vicinanza a giovani amministratori locali, come Marcello Risi, Sindaco di Nardò, Gabriele Abaterusso, Vice Sindaco di Patù, Roberto Casaluci, Vice Sindaco di Castrignano de’ Greci e a tanti altri, che evidenzia la forza inclusiva del percorso che da qualche mese abbiamo avviato. Per il resto, penso che nel Pd salentino non vi siano rancori tali da impedire una ripresa del partito".

Più in generale, i risultati elettorali confermano, uno dopo l’altro, il fatto che alcuni errori sono stati commessi dal capoluogo alla periferia. O no?

"Tutti dobbiamo interrogarci sugli errori commessi, dal capoluogo alla periferia. E nessuno si deve sentire esente da sbagli o da errate valutazioni. Per questo è giusto discutere, dibattere e aiutare il partito ad aprire una nuova fase".

Lei viene da una storia politica più a sinistra del Pd, prima con Rifondazione, poi con la scissione vendoliana del movimento per la sinistra. Teme che la sua “provenienza” possa essere un limite rispetto al ruolo a cui si candida?

"Nel 2009 ho partecipato alle primarie del Pd votando Bersani. Poi nel 2010 mi sono iscritto al partito condividendo interamente il percorso politico che, mettendo insieme responsabilità di governo e spinta riformista, ha reso oggi il Pd  l’organismo politico più avanzato in Italia. Non credo assolutamente che la mia storia personale sia un limite. Mi piacerebbe davvero mettere la mia formazione politica al servizio del mio partito, per apportare elementi nuovi di apertura e rigenerazione. E mettere a disposizione l’esperienza amministrativa che ho maturato dal 2010 come Sindaco del Comune di Uggiano La Chiesa".

Nell’eventualità di una sua elezione, ha pensato alla conciliabilità del suo ruolo politico rispetto a quelli istituzionali? Come intende comportarsi?

"Non credo che ruolo politico e ruolo istituzionale siano inconciliabili tra loro. E da parte mia intensificherò i miei sforzi affinché ogni impegno possa sempre essere svolto con l’autorevolezza e la serietà richieste".

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