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Tar annulla il vincolo storico-monumentale nella baia del porto

Nuova vittoria legale del Comune di Otranto, che, dopo aver fatto annullare dai giudici amministrativi il vincolo archeologico, ottiene il medesimo risultato con quello storico-monumentale. Per il porto strada in discesa

OTRANTO – Il porto di Otranto ora ha la strada in discesa. È crollato al Tar di Puglia il vincolo storico monumentale, pendente sul destino dell’infrastruttura, come già accaduto con quello archeologico, entrambi posti con decreto dalla Soprintendenza regionale. La sezione prima di Lecce (presidente Cavallari, estensore Viola) ha accolto, infatti, il ricorso proposto dal Comune di Otranto, con l’avvocato Mauro Finocchito, contro il decreto di vincolo indiretto sull’area demaniale marittima prospiciente il centro antico.

In buona sostanza, con l’atto della Soprintendenza, era stata vietata, nell’intera area, ed in particolare in quella portuale, la costruzione a mare di ogni nuova opera che potesse alterare la visuale prospettica dei monumenti quali il castello, il fortino Casamatta, la cattedrale, le mura Idrusa, il fortino sulla Riviera degli Haethey e la torre del serpe, consentendo solo la manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere già presenti nello specchio d’acqua, purché non avessero determinato aumento di volumi. La conseguenza più immediata del vincolo sarebbe stata l’inibizione per il futuro per la realizzazione di qualsiasi nuova opera nella baia, e, quindi, anche del porto turistico in fase progettuale.

Il Comune ha sostenuto, nel ricorso, la “singolare coincidenza temporale del decreto di vincolo” con l’avvio della conferenza di servizi per l’approvazione del porto turistico, a ben 21 anni dall’ultima tutela posta dalla Soprintendenza (quello sul Fortino Casamatta 1990). Pur concordando nell’interesse dell’attenzione paesaggistica ed ambientale, l’ente ha sottolineato tuttavia che, in un così ampio e particolare contesto territoriale, qualsiasi provvedimento adottando debba preliminarmente farsi carico di ponderare adeguatamente tutti gli ulteriori interessi in gioco, alcuni dei quali - anch’essi - di rilevanza costituzionale, ponendoli in comparazione con quelli ritenuti a fondamento della misura di tutela paesaggistica. In tale logica, la tutela degli interessi culturali ed architettonici non sarebbero incompatibile con progetti di sviluppo sostenibile, quali quelli del nuovo porto turistico, i quali, lungi dal comprometterne la godibilità estetica e la fruizione pratica, possono anzi contribuire a valorizzarli.

Luciano Cariddi, sindaco di Otranto.-3-2-2Il Comune, dunque, ha contestato alla Soprintendenza di aver “calato” dall’alto vincoli che come quello di specie vietino a monte qualsiasi tipo di intervento, a prescindere dalla sua concreta incidenza sul contesto territoriale preesistente. Accolte, pertanto, le sue ragioni, che portano all’annullamento del decreto discusso: “Esprimiamo soddisfazione per il risultato ottenuto in quanto ci consentirà di continuare a portare avanti la nostra programmazione tesa allo sviluppo della portualità turistica di cui la città ha fondamentale bisogno – è il commento immediato del sindaco Luciano Cariddi - Proprio nei prossimi giorni verrà pubblicata la gara per l’affidamento dei lavori relativi al porto interno, mentre a gennaio 2012 è fissata la riunione della conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto del nuovo porto esterno”.

Cariddi chiarisce che il Comune non ha contestato le esigenze e le opportunità di tutela dei beni monumentali, quanto piuttosto le modalità generiche ed indiscriminate di imposizione del vincolo, non correlate ai singoli beni, ma esteso ancora una volta ad un tratto di mare sproporzionato rispetto alle effettive esigenze e “scevre da qualsiasi considerazione di tutti gli ulteriori interessi di diversa natura gravitanti sull’area portuale ed all’interno della baia”: “Non escludiamo – ribadisce - di aprire un nuovo confronto con la Soprintendenza, nel reciproco rispetto dei ruoli istituzionali, teso ad individuare le soluzioni necessarie per tutelare i luoghi senza vessare inutilmente l’iter procedurale legato ad alcune attività e agli interventi portuali, compatibili, che si vogliono realizzare ad Otranto”.

 

 

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