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Settelacquare ed i box fantasma

"Sciatteria? Incompetenza? Malafede?Spreco del pubblico denaro?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

Ricordate i box costruiti a Settelacquare per ospitare i commercianti del mercatino di Piazza Libertini? Sapete quanto sono costati e che fine hanno fatto e perché tutti (maggioranza e opposizione) tacciono?

Novembre 2009, l’assessore Monosi, ostentando orgoglioso il grafico della struttura, afferma: “….non sono a conoscenza del progetto, dei materiali che verranno utilizzati per la realizzazione dell'opera, vetro antisfondamento e acciaio, materiali non deteriorabili ...questo progetto invece lo difendo a spada tratta perché non si tratta di strutture che rischiano di trasformarsi in una baraccopoli e oggi dimostreremo dal punto di vista progettuale che i materiali impiegati sono pregevoli …..I tempi di realizzazione? La gara di appalto si aprirà agli inizi di dicembre e la consegna chiavi in mano è prevista entro la prossima estate “.

A sei anni di distanza che fine ha fatto quella inossidabile struttura? Gli 89 commercianti hanno lasciato Piazza Libertini e si sono insediati nei loro nuovi alloggiamenti con tanto di vetri antisfondamento e strutture a prova di tempo e di usura?

Per dare una risposta a queste e ad altre domande ci siamo recati sul posto per vedere questa futuribile e fantasmagorica struttura dal vivo. Ovviamente come tutta la città sa bene i commercianti di piazza Libertini non si sono mossi di un centimetro dalle loro postazioni. Continuano a restare con la loro mercanzia dinnanzi al castello non avendo alcuna intenzione di muoversi da li. La struttura, invece, è sorta, così come da progetto, alle spalle del mercatino multietnico: definire questa struttura baraccopoli è farle un complimento. Da simbolo della rinascita della zona e del riscatto, è diventata simbolo del degrado e dell’abbandono.

Costo di questa opera circa 1 milione e 550 mila euro così divisi: 300 mila euro da finanziamenti CIPE e la restante parte dell'investimento a carico del Comune di Lecce attraverso mutui con la Cassa di deposito prestiti

Allora ci permettiamo di chiedere all’assessore Monosi:

Quanto sono costati i vetri antisfondamento puntualmente sfondati senza alcuna fatica?

Quanto costerà rendere fruibili nuovamente gli 89 box? Chi pagherà il vecchio ed il nuovo debito?

Perché in sei anni l’amministrazione comunale leccese non è riuscita a rendere operativa la struttura e, quindi, evitarne il degrado? E dove era l’opposizione che ha funzioni di controllo e di sorveglianza sugli atti della giunta??

A chi giova tutto ciò? Di sicuro sappiamo a chi non giova: ai cittadini leccesi costretti a pagare le inettitudini e le incapacità di  una classe politica che sa prendersi cura solo di se stessa, capace di  dispensare solo falsità o false verità pur di salvare il proprio posto di potere, restando impunita qualsiasi cosa faccia, facendo sprofondare la città di Lecce sempre più  giù nella classifica tra le peggiori d’Italia, salvo poi battere cassa (o mungere la vacca) per progetti assurdi e improponibili che puntualmente si dimostrano tali.

PARTITO COMUNISTA - coord. prov.le di Lecce

il coordinatore Massimo Pellegrino

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