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“Sfrattati” dalla casa dei bimbi Montessori: genitori in rivolta

La sezione speciale di una scuola dell’infanzia di Casarano, Polo 2, ha iniziato senza i docenti specializzati. I genitori protestano e chiedono aiuto alle istituzioni

CASARANO – Disagi nella Casa dei bambini Montessori a Casarano tra lo sconcerto e le proteste dei genitori, numerosi, che avevano scelto il metodo educativo messo a punto da Maria Montessori nei primi anni del secolo scorso per offrire un’alternativa pedagogica ai più piccoli, costruita intorno al concetto di indipendenza e sviluppo armonico della personalità. Il metaforico “sfratto”, denunciato dagli interessati, è avvenuto per mancanza di professionisti specializzati da inserire nella sezione speciale della scuola dell’infanzia, Polo 2, di via Capuana.

La vicenda è stata denunciata dal rappresentante dei genitori della V sezione che ne ha ricostruito le tappe principali, fino al triste epilogo: “Nel 2015, con grandissimo entusiasmo, si dava vita alla Casa dei bambini Montessori: il Polo 2 di Casarano si è così ampliato includendo, ufficialmente, la prima sezione dedicata, con l’intenzione di aggiungerne via via delle altre. Tutti i genitori sono stati invitati ad esprimere sul modulo d’iscrizione per la scuola dell’infanzia la loro adesione al suddetto sistema educativo e anche nel mese di febbraio 2016 ci sono state numerose richieste, a dimostrazione di come parecchi genitori riponessero speranze in questo metodo alternativo, al punto di voler contribuire anche economicamente all’acquisto del relativo materiale didattico”.

Forte del boom di iscrizioni e dell’entusiasmo dei genitori, i responsabili del Polo 2 hanno presentato al Miur la richiesta di avvalersi di 5 docenti specializzati, specificando che - come indicato dalla convezione  stipulata tra lo stesso ministero dell’Istruzione e l’ente “Opera nazionale Montessori” -  il personale dovesse essere obbligatoriamente titolato per l’insegnamento di tale metodo.

È accaduto, però, che a pochissimi giorni dall’apertura dei cancelli, i bambini abbiano perso la possibilità di avvalersi di questo tipo di insegnamento, vedendosi così negare anche il diritto alla “continuità educativa”. E questo perché l’ufficio scolastico regionale avrebbe nominato 5 nuovi docenti sì, ma privi dei requisiti minimi necessari per la sezione V di Casarano.

“I nostri bambini verranno quindi sfrattati dalla loro Casa Montessoriana e, come loro, tanti nuovi ragazzini appena entrati perché, senza quei requisiti e quelle conoscenze, la Convenzione non potrà essere applicata e quella casa non sarà più Montessori”, ha denunciato ancora Matteo Bartolomeo, sottolineando come alcuni degli alunni  iscritti, peraltro, avessero concreta necessità di avvalersi di tale percorso educativo perché ritenuto “più efficace” nella risoluzione di determinate patologie.

IMG_8647-2“Noi genitori non vogliamo abbassare la testa, abbiamo sudato insieme alle istituzioni scolastiche locali per far vivere questo sogno, abbiamo organizzato raccolte fondi lo scorso anno per dotare le classi dei materiali specializzati e ci costituiremo come comitato per portare avanti la nostra voce e quella dei nostri figli che aspettavano con entusiasmo l’apertura della scuola  – ha proseguito -. L’inizio del nuovo anno scolastico invece è diventato un incubo ed è stato vissuto come un vero e proprio sfratto dalla nostra casa, costruita insieme”.

“Manifesteremo, per questo faremo disertare i corsi ai nostri figli se necessario, vogliamo che i nostri diritti siano rispettati e per questo che domani andremo anche al Provveditorato di Lecce (Usp Lecce) per far sentire la nostra voce”, ha assicurato a nome dei genitori dell’intera classe.

Il primo passo della protesta, che si preannuncia vibrante, è stata una riunione che si è tenuta nel pomeriggio di ieri, 14 settembre, presso il Comune di Casarano insieme a tutti i genitori per fare il punto della situazione e chiedere aiuto alle istituzioni, culminata nella protesta di questa mattina all’ingresso della scuola. I bambini non sono entrati in classe e non prenderanno parte alle lezioni fino a che la situazione non si risolverà, hanno spiegato i genitori. “Faremo valere i nostri diritti  quelli dei nostri figli”.

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