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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Allarme sfratti, Sunia: "Il Comune si adoperi". Perrone: "Ok, ma la Regione?"

Mario Vantaggiato, presidente provinciale del sindacato inquilini chiede all'amministrazione leccese un tavolo tecnico. Che il sindaco accoglie. Ma al Sunia dice anche rivolgersi alla Regione, "che ha comptenze specifiche"

 

LECCE – Il Sunia chiede al Comue di Lecce un tavolo tecnico. Il sinsaco Perrone accoglie con “grande disponibilità” la richiesta del Sunia ma poi invita il presidente provinciale del Sindacato nazionale unitario inquilini e assegnatari, Mario Vantaggiato, a invitare al tavolo di concertazione e “con la stessa sollecitudine, anche la Regione Puglia, ente che ha competenze specifiche nel merito e che può dare certamente un rilevante contributo operativo”.
 
La questione è tutta nelle cifre che il Sunia ha tirato fuori sull’aumento degli sfratti a Lecce, con le famiglie che non ce la fanno a pagare il canone d’affitto, riprendendo dati già anticipati un mese addietro. In città sono 488. Tante. Oltre 1000 persone che rischiano di abbandonare il tetto sotto cui vivono. Un dato che posiziona il capoluogo salentino al terzo posto tra le province della Puglia. “I dati diffusi in questi giorni dal ministero dell’Interno – spiega Vantaggiato -  sono ancora parziali e dunque molto preoccupanti; evidenziano un quadro di emergenza abitativa nel nostro territorio. Le famiglie sono colpite dalla crisi in misura che va oltre ogni limite di guardia sociale e non riescono a pagare più l’affitto. La maggior parte dei provvedimenti di sfratto sono motivati infatti da morosità incolpevole. Tradotto in cifre – aggiunge - vuol dire che nella provincia di Lecce altre 69 famiglie, nel 2011, sono state sfrattate per morosità incolpevole (+7,32% rispetto al 2010).
 
“Più volte dal Sunia è partito l’appello al Comune di Lecce, città ad alta tensione abitativa – va dritto alla questione Vantaggiato - di farsi carico di questa emergenza abitativa che investe soprattutto famiglie meno abbienti, pensionati, disoccuppati e giovani coppie. Ma nessuna risposta”.
 
E invece oggi Perrone una risposta la dà. "Accolgo con grande disponibilità la richiesta del presidente Mario Vantaggiato. Il Sunia ha fotografato una situazione abitativa difficile nella nostra città, vessata, come il resto del Paese, da una crisi che non sembra volersi arrestare. L'idea di approntare protocolli di intesa che possano marginare il preoccupante fenomeno degli sfratti, però – chiarisce il primo cittadino - deve essere supportata dall'idonea presenza di enti pubblici che fattivamente possano avviare politiche atte a fronteggiarlo. La mia amministrazione, intendo specificarlo, non si è mai tirata indietro rispetto a momenti di riflessione e di operatività sulle problematiche che interessano la città. Anche questa volta, il Comune di Lecce farà la sua parte e si attiverà, per quanto è nelle sue disponibilità e competenze”.
 
Ma poi l’invito rivolto a Vantaggiato: “Oltre al Comune e alle organizzazioni rappresentative delle associazioni degli inquilini, auspico però che il presidente Vantaggiato, con la stessa sollecitudine, si adoperi per invitare al tavolo di concertazione anche la Regione Puglia, ente che ha competenze specifiche nel merito e che può dare certamente un rilevante contributo operativo”. 
 
Spiega ancora meglio Perrone quando afferma:  “Se il Sunia chiede al Comune di Lecce di farsi carico da solo dell'emergenza abitativa, dice qualcosa di improponibile. I comuni di tutta Italia sono in grande sofferenza, con casse ormai vuote e che vengono sempre meno rimpinguate dallo Stato. Quando Vantaggiato parla di edilizia studentesca, per richiamare un'altra sua considerazione, chiama in causa l'ente sbagliato. Allora, iniziamo con il non sparare nel mucchio e con l'individuare responsabilità e competenze di ognuno. Facciamo sistema e raggiungiamo quelle intese allargate che possano salvaguardare, per quel che è possibile, le famiglie che non riescono a sostenere le spese d'affitto. Facciamolo insieme, però, come è giusto che sia. Se si vuole risolvere un problema, coinvolgere tutti coloro che possono dare un contributo fattivo è il minimo che si possa fare".  
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