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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Sgm e Lupiae: è bufera sul taglio dei vertici, ma intanto pubblicati i bandi

La decisione di Salvemini scuote Mazzotta e Perrone: "Spartizione". Francesca Conte annuncia causa. Rotundo: "Applicata la norma"

LECCE – Il sindaco Carlo Salvemini decide di rinnovare i vertici di Lupiae Servizi e Sgm, le due partecipate comunali, e dal centrodestra partono gli strali. Paride Mazzotta, di Forza Italia, reputa “illogico che non vi sia stato un dialogo” e taccia la faccenda come una “ripicca politica”. Più duro ancora è l’ex primo cittadino, Paolo Perrone, che accusa: “Avviata una manovra di spartizione”.

Tant’è. I rispettivi amministratori, Tatiana Turi e Mino Frasca, sono stati invitati a rassegnare le dimissioni e intanto, già oggi, sull'albo pretorio, compaiono gli avvisi pubblici. Uno riguarda la nomina dell’organo di amministrazione della Lupiae Servizi Spa, l’altro dei rappresentanti del Comune di Lecce in seno al consiglio di amministrazione della Sgm.  

In entrambi i casi, si illustra da Palazzo Carafa, la decisione dipende dal fatto che l'elezione del sindaco si ripercuota in automatico sulle nomine effettuate durante il precedente mandato elettivo, in applicazione della regola del diritto comune. Questo, illustra una nota, esige che non solo i poteri del rappresentante siano conferiti dal rappresentato ma che persista il rapporto fiduciario fra l'uno e l'altro.

Secondo gli indirizzi del Consiglio comunale (provvedimento numero 25 del 22 aprile 2004), si deve quindi procedere da un lato alla nomina dei nuovi rappresentanti in seno all'organo amministrativo di Lupie Servizi Spa o dell'amministratore unico della società, dall’altro, e dei tre rappresentanti del Comune nel Cda di Sgm. 

Gli interessati dovranno depositare proposta di candidatura presso l'Ufficio protocollo generale del Comune di Lecce, entro e non oltre le ore 12 del giorno 4 settembre 2017 (per tutti i dettagli e i requisiti, consultare gli allegati in Pdf in fondo alla pagina, Ndr).

La scelta degli incaricati cadrà poi in capo al sindaco, previa istruttoria da parte degli uffici comunali, e sarà improntata alla verifica dei requisiti richiesti, tenendo altresì presente anche valori quali onestà, preparazione cultural, capacità ed esperienza professionale.

Nel centrodestra la vicenda ha provocato un verso scossone. “Incomprensibile risulta la sua (riferito a Salvemini, Ndr) imposizione delle dimissioni agli organi di amministrazione delle due ocietà partecipate del Comune di Lecce Sgm e Lupiae e la contestuale pubblicazione degli avvisi pubblici per la sostituzione degli stessi”, fa sapere il coordinatore provinciale di Forza Italia e capogruppo al Comune, Paride Mazzotta. “Riteniamo quanto mai illogico che non ci sia stato un dialogo su ciò che sembra più una ripicca politica che una scelta dettata da un amministratore che dovrebbe fare gli interessi della sua città”.

“Sgm – rimarca Mazzotta - è una società che ha chiuso il bilancio 2016 con un attivo netto di 955mila euro. La Lupiae Servizi, attraverso i contratti di solidarietà con le sigle sindacali, ma anche attraverso la diminuzione di spese legali e consulenze varie, da tre anni chiude il bilancio in attivo con grandi sforzi da parte di questo Cda. È chiaro – conclude Mazzotta - che la scelta del sindaco Salvemini è solo di carattere politico”.

Mazzotta è dubbioso anche sul fatto che sia stato pubblicato un avviso pubblico con gli amministratori ancora in carica, non sapendo se accetteranno di dimettersi. E sulla questione interviene anche il vice presidente di Sgm, Francesca Conte, che dice: “Prendo atto della decisione del sindaco Carlo Salvemini appresa a mezzo Facebook, rammentandogli che così facendo sta esponendo il Comune a una domanda di congrua richiesta di risarcimento danni”. Il riferimento è l'articolo 2383, comma 3, del codice civile. E aggiunge: “Non rientra, per giurisprudenza autorevole e unanime, lo spoil system tra le giuste cause di revoca degli amministratori di una società partecipata”.

Il sindaco Perrone e il fotografo Uli Weber-2L’ex sindaco Paolo Perrone, attuale consigliere comunale di Direzione Italia, ritiene che “il senso di responsabilità dovrebbe imporre scelte nell'interesse delle due aziende, del Comune di Lecce e dei cittadini leccesi”. Da cui ne consegue che “dovrebbe prevalere senza dubbio la logica di conservazione dei vertici delle due società che hanno ampiamente dimostrato capacità e competenze e che continuano a raggiungere risultati”.

Come già Mazzotta, anche Perrone si sofferma sui risultati conseguiti dalla Lupiae sotto la guida dell’avvocato Tatiana Turi, che ha “raggiunto il pareggio di bilancio partendo da una situazione di 3 milioni di euro di perdita all'anno”, e dalla Sgm, che, spiega, “con la gestione Frasca, è in salute, fa utili e non è certo un caso di azienda che ha bisogno di un cambio”.

“I vertici di un'azienda – aggiunge l’ex primo cittadino -, del resto, non sono valutati in base a chi li ha nominati, ma esclusivamente in base ai risultati. Di conseguenza, vanno tenuti quando i risultati sono in linea con le aspettative e vanno rimossi in caso contrario. Per cui in questo caso sostituire i vertici amministrativi delle due società non può che essere frutto dell'istinto brutale alla spartizione cencelliana delle postazioni disponibili. E persino indisponibili, come queste”.

Secondo Perrone, “la ragione vera di tutta questa operazione ferragostana è sistemare qualcuno, cioè qualche amico, qualche trombato che figurava nelle liste di Salvemini o di Delli Noci o ancora qualche fedelissimo di Emiliano o Ruggeri, che con tutta probabilità stanno avanzando le loro pretese anche su questo fronte”. E sostiene, in conclusione, che la “natura fiduciaria del rapporto” per Lupiae e Sgm non c'entri. “C'entra la politica, quella brutta e sporca contro cui Salvemini si è sempre scagliato. C'entra la gloriosa doppia morale della sinistra, cioè essere intransigenti con gli altri, permissivi o sbadati con se stessi”.

A Perrone risponde a stretto giro il capogruppo del Pd a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo. Che replica: “Salvemini ha semplicemente applicato la norma del testo unico che prevede la revoca dei vertici delle partecipate, non c'è nessuna ripicca politica né volontà di spartizione di poltrone; se come avvenuto in tantissimi comuni italiani dopo il voto gli amministratori di Lupiae e Sgm avessero avvertito il bisogno e la correttezza di rimettere il mandato nelle mani del sindaco appena eletto, si sarebbe usata la procedura della revoca”. 

“Ciò che è francamente inaccettabile – prosegue Rotundo - è la pretesa di far finta che con ci sia stata l'alternanza a Palazzo Carafa e l'atteggiamento che rasenta l'arroganza di proseguire senza la conferma della nuova maggioranza politica sino a scadenza di mandato”. “I vertici di Lupiae e Sgm erano infatti stati nominati su base fiduciaria da parte del sindaco sconfitto alle elezioni – conclude - e lasciare il mandato subito dopo il voto era un atto politicamente dovuto se volevano evitare la procedura della revoca”.

QUI LE INFORMAZIONI SUI REQUISITI (CLICCARE SUI LINK PER SCARICARE I FILE IN PDF)

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