rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Centro

Querelle nomine nel Cda di Sgm, tra 53 laureati la spunta un diplomato

Salvemini fa vedere i 66 curriculum "ignorati dal sindaco" di fronte alle modeste esperienze professionali di Mino Frasca, consigliere provinciale e fresco di nomina nel cda di Sgm. Il suo titolo di studio, diploma di ragioneria

LECCE – Mentre il sindaco Perrone scrive su Facebook di trovarsi a Milano in visita allo Smau, “l'evento fieristico dedicato all'informatica e alle nuove tecnologie per un incontro organizzato in collaborazione con l'Anci, sul tema delle Smart Cities”, Carlo Salvemini e Saverio Citraro, consiglieri  di Lecce Bene Comune, dall’Ombra del barocco sono in conferenza stampa per parlare delle nomine alla Sgm e dei prestigiosi curriculum “ignorati dal sindaco”  di fronte alle esperienze professionali di Mino Frasca, consigliere provinciale di centrodestra con il Pdl, fresco di nomina nel consiglio di amministrazione di Sgm e in quota presidenziale. Frasca, col suo diploma di ragioniere, conseguito al Commerciale di San Pietro Vernotico, pare in età avanzata, ha dovuto sgomitare tra i 66 curriculum, 66 richieste di partecipazione all'avviso pubblico per la nomina diretta di due componenti del Cda (nel bando vi era anche la nomina di un componente del Collegio dei sindaci della Sgm). Ma alla fine il sindaco ha deciso per lui, portandosi dietro una serie di mugugni, non solo quelli dell'opposizione.

(Il curriculum di Frasca dal sito del Comune di Lecce)

E così Salvemini, come aveva preannunciato nei giorni scorsi, si è fatto dare, dagli uffici comunali preposti, quel malloppo di curriculum che ha poi spulciato uno per uno. Bene. Anzi male. Tra quelle 66 domande giunte a Palazzo Carafa per la nomina nel consiglio di amministrazione, vi erano 24 laureati in Economia e commercio, dottori commercialisti e revisori contabili con svariate esperienze professionali, corsi di aggiornamento, master, consulenze al Tribunale. Non solo. Altri 24 laureati in Giurisprudenza, avvocati, responsabili commerciali presso società private, funzionari della pubblica amministrazione; un laureato in Sociologia, esperto nel settore della formazione; un laureato in Farmacia; tre in Ingegneria. E poi 11 diplomati (di cui 4 ragionieri revisori). E, udite udite, anche un candidato con licenza media, autista della stessa Sgm e poi un altro curriculum addirittura privo di riferimenti al titolo di studio". Non si sa mai.
 
“Ma c'è una storia che le riassume tutte – ha detto Salvemini in conferenza stampa, riflessione poi riportata puntualmente sul suo blog - e che meglio di altre può fare capire cosa significa mortificare il talento”. Ed è quella di un laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, 44 anni, con esperienza di studio e stage negli Usa.  Responsabile per il centro e sud Italia di una società privata di ingegneria americana, che si occupa di consulenza aziendale nel campo dell'innovazione del prodotto, implementazione di software innovativi di simulazione per applicazioni nel campo dell'industria aerospaziale, di difesa e nel campo dei servizi finanziari e nel mercato dell'energia. Ed anche ricercatore presso l'Università del Salento, oltre ad essere autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali e comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali. 
 
“Ossia – continua il consigliere comunale - una figura di ricercatore con esperienza significativa sia in ambito squisitamente accademico, che nell'ambito della ricerca e sviluppo presso l'industria dove ha ricoperto posizioni di responsabilità e dirigenziali con incarichi anche all'estero. Che decide di offrire la propria esperienza alla città nella quale oggi lavora. E che si vede preferito a chi ha conseguito, nel 2009, a 37 anni, un diploma di ragioniere”.
 
Ed ecco le domande che Salvemini rivolge al sindaco Perrone: "Ha fatto la scelta migliore nell'interesse della città? Si sarebbe comportato allo stesso modo, lui che è anche un imprenditore di successo, se avesse dovuto scegliere l'uomo migliore per una delle sue aziende?".
 
"Quello che sappiamo - insiste - è che il primo cittadino ha privilegiato gli equilibri di coalizione, il dovere di restituire precedenti favori politici ottenuti, la necessità di non rischiare di perdere un campione di preferenze in vista delle prossime elezioni politiche. E così l'ossessione del consenso, il potere dei partiti personali, che tanti danni sta procurando alla politica, ha prevalso su merito, capacità, competenza". 
 
Per Carlo Salvemini, invece, fare luce su quei 66 curriculum "è una esigenza di trasparenza elementare legata ad un interesse pubblico: conoscere chi è chiamato a rappresentare gli interessi della città all'interno di una società mista che gestisce il fondamentale settore della mobilità (trasporto pubblico e sosta a pagamento), alle prese con il delicato e complesso problema del filobus, che occupa oltre 172 dipendenti, che fattura oltre 11 milioni di euro. Non quindi una nomina qualunque, evidentemente, che legittima un'esigenza di chiarezza". 
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Querelle nomine nel Cda di Sgm, tra 53 laureati la spunta un diplomato

LeccePrima è in caricamento